Capitolo 11: Notte in compagnia

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ELLE'S POV

Qualcosa mi dice che il mio nascondiglio non mi sta aiutando più di tanto. Il ragazzo continua a bussare insistentemente e credo mi stia guardando, mentre sono accovacciata quasi sotto il sedile.
Non ha senso continuare con questa pagliacciata, prima o poi dovrò uscire da qui. Lui continua a bussare così finalmente decido di alzarmi, per guardare in faccia il mio presunto futuro assassino.

Resto a bocca aperta quando vedo Louis dietro al finestrino, con le mie scarpe in mano, che gesticola per convincermi ad aprirgli.

Cazzo che figura di...di merda proprio.

Mi affretto a calare il vetro e mi sistemo sul sedile del guidatore.

《Eemh... ciao?》
Era un saluto o una domanda?
《Ciao.》lo prendo come un saluto.
《Cos-cosa diamine facevi lì sotto?》

Okay questa volta è una domanda.

《Ecco... io stavo cercando...u-una cosa.》sputo balbettando e sperando sia credibile.
《Oh e... l'hai trovata?》mi chiede sporgendosi in avanti per cercare la cosa, che in realtà non esiste.
《N-no. Non l'ho trovata.》dico senza pensare.
《E per caso stavi cercando queste?》mi mostra le mie scarpe.

Non posso credere d'averle lasciate fuori.

《Eemh... si. Si, esatto. Co-come mai le hai tu?》

Chissà come mai. - Forse perché sei così imbranata da averle dimenticate fuori per tutto questo tempo.- Mi risponde la mia coscienza.

《Erano qui fuori.》fa una mezza risata.
《Ah...ah già. Che sbadata che sono. Le avevo dimenticate fuori.》porto la testa in dietro cercando di farmi uscire una risata il più spontanea possibile, ma senza successo. Mai sentito una risata più finta di questa.

Mi guarda torvo.

《Comunque...grazie.》dico una volta smesso di ridere.
《Figurati. Ero qui fuori e ti ho visto che...gesticolavi...e poi sei entrata dimenticando di prenderle.》mi spiega.

Sono felice del fatto che abbia detto che stavo... gesticolando. - È inutile, sai benissimo che cosa intende. -

《Vuoi stare zitto?》dico senza pensare in risposta al mio subconscio.
《Okay scusami tanto.》dice e si raddrizza per allontanarsi.
《No!》quasi urlo e lui si gira verso di me.
《Mi dispiace. Non era diretto a te.》cerco di spiegare.
《Ci sono solo io qui.》mi fa notare.
《Lo so. Non era per te.》
《Per chi allora?》dice ridendo, sottolineando così, la situazione ridicola che si è creata.
《Eemh...per me. Si, era per me.》

Ma quanto sono IDIOTA?

《Per te?》mi guarda confuso.
《Si. Storia complicata. Dai non pensarci più, ti prego non andartene.》lo supplico.
《Non voglio andare via.》concraddice i miei pensieri.

- Oh si che lo vuole. -
Chiudi. Il. Becco.

《Ma lo stavi facendo.》
《No. Non l'avrei fatto.》mi risponde, spero sinceramente.
《Oh. Beh...ti va d'entrare?》tolgo la sicura e apro la portiera.

Senza rispondere si avvicina ma non entra. Si appoggia solamente.

《Perché siete ancora qui?》mi guarda per un istante.
《Ash era troppo stanca per guidare e io non sono in grado.》comincio.《Ho provato a chiamare mia madre ma niente.》
《Vorresti dirmi che passerete qui tutta la notte?》chiede stupito.
《Già.》faccio spallucce.
Non dice niente.
《Tu perché sei ancora sveglio?》
Si gira verso di me ma non parla.
《Se posso saperlo.》aggiungo.
《Mio figlio aveva voglia di sentirmi.》sorride.

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