9. Are you staring at my ass?

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***
Here comes the sun, here comes the rain
Standing in the eye of the hurricane
Here comes the sun, here comes the rain
Standing in the eye of the hurricane.
***

Silenzio.
Non era la prima volta che calava fra loro due.
Ostuni camminava davanti Maxine, che teneva lo sguardo fisso al suolo, forse per paura che lui la guardasse, o forse soltanto per bloccare le parole che minacciavano di uscire dalla bocca del ragazzo.
In ogni caso l'unico desiderio che aveva in quel momento era evitare tutti i tipi di contatti possibili e immaginabili con il ragazzo che camminava a passo svelto davanti a lei per le strade di quel bizzarro paesino di campagna.

-MUOVITI!- le urlò Ostuni.

Il suo carattere sembrava così cambiato, un attimo prima era così dolce con lei, Maxine non capì cosa fosse accaduto, le sembrava essere infuriato.

Quasi bipolare.- pensò lei.

Affrettò il passo e lo raggiunse alle spalle.
Lo guardò da dietro.

Con quel suo fisico da morto vagante fa invidia a un bruco anoressico.- continuò a pensare.

Il ragazzo si fermò di scatto, ma non si girò, lei, camminando ancora a testa bassa, non vedendolo fermarsi sul marciapiede sbatté contro la sua schiena e cadde a terra.
Lui si mise a ridere, una risata come quelle dei cattivi nei film, bassa, accennante e penetrante, poi alzò la testa al cielo.

-perché mi guardi il culo?

-n-non ti sto guardando il culo.- Maxine mentì, in realtà era vero, gli stava guardando il fondoschiena, e se ne vergognava.

-sai, essendo qui da più di tre anni nessuno mi può prendere per il culo, so che lo stavi facendo, so che ti stai arrapando guardando questo bel culo da top model.- si toccò il posteriore.

Maxine avvampò di rimando, cosa cazzo stava succedendo in quel momento?
Era così in imbarazzo..

-ma di quali droghe ti fai..?-sussurrò lei cercando invano di non farsi sentire.

-cosa?

-i-io non ho detto nulla.

-io non mi drogo ragazzina.

"Ah, l'ha sentito."

-cammina.- la spinse in avanti.

A questo punto fu Maxine ad essere avanti, con la paura che Ostuni le guardasse il didietro.
Appena arrivarono davanti ad un grande palazzo, la ragazza si chiese cosa ci facessero lì, la risposta fu:

-qua vive il master, dobbiamo parlargli..

-cosa devi dirgli?

-..fatti miei!- rispose freddo.

Ostuni suonò al citofono olografico del grande, per non dire enorme, edificio.

-allontanati un attimo, per favore.

La ragazza ubbidì e si mise dietro un pilastro a guardarsi intorno per poi, successivamente, riportare lo sguardo sul ragazzo.
Qualcosa di lui l'affascinava, ma non di certo la forma fisica, era come un mare in tempesta: una persona turbolenta con una personalità non identificabile.
Fu lui stesso a svegliarla dai suoi pensieri con un fugace movimento di mano.

-muoviamoci, smettila di fantasticare ed entriamo.- provò ad afferrarle la mano.

*votate e commentate se vi va :3*
veramente scusate per questi minicapitoli, vedrò di rimediare...

-Giuls💫

Skyline||Lorenzo OstuniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora