14. Near

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*potete baciare la foto, si.*

***
Such pain as this
Shouldn't have to be experienced

I'm still reeling from the loss,
Still a little bit delirious.
***

Iniziai a spogliarmi lentamente, presi bagno schiuma e shampoo e feci il mio ingresso in quella scatola di vetro.
Spostai il regolatore dell'acqua verso la parte calda senza volerlo e un getto d'acqua bollente mi piombò di sopra facendomi spostare immediatamente: odiavo l'acqua troppo calda, quasi come odiavo la mia vita.
Decisi di farmi una doccia fredda per cacciare lo stress e cambiai direzione del regolatore, impostandolo su "freddo".
Congelai in un attimo e i miei muscoli si contrassero al contatto, ma non diedi molto peso a questa cosa.
Un pensiero mi passò subito per la testa, come un fulmine in una tempesta, io dovrò proteggerla.
Pensai che di certo con me non sarebbe stata assolutamente al sicuro, e lo scatto di poche ore prima mi poteva dare tutta la ragione di cui avere bisogno.
E se non ci fossi riuscito?
Mi diedi una botta in testa e chiusi gli occhi, da dove avrei dovuto cominciare?
Forse avremmo dovuto solo conoscerci meglio per inziare, magari saremmo stati più sciolti di adesso.
Avremmo potuto aiutarci a vicenda per uscire da quel posto.
Aprii gli occhi, tenni bassa la testa e appoggiai la schiena alla fredda parete del bagno.
Mi passai una mano nei capelli bagnati e sorrisi involontariamente.
Seppi comunque che quello non era un sorriso di gioia, ma un sorriso che stava ad indicare l'inizio di un mio solito attacco d'ira.
Scagliai un pugno alla parete di vetro alla mia destra e cacciai un urlo.
La mano sanguinava e alcuni pezzi di vetro si incastrarono nella mia pelle, ma poco importava, in quel momento, ciò che volevo era solo che quella non fosse mai stata lì.
La sua voce mi riportò bruscamente alla realtà, come un tornado che non fece altro che portarmi indietro con sé, vidi nero per un attimo e portai una mano alla nuca, massaggiandola.

-O-Ostuni? S-stai bene?- bussò Maxine alla porta.

-...sì! Tranquilla è tutto okay...

Provai a tranquillizzarmi e la sua voce mi diede aiuto in qualche modo.
Poi riflettei e mi guardai ingiro pensando; cazzo, ho dimenticato l'asciugamano!

-M-Maxine? S-sei ancora qui?

-s-sì.

-puoi farmi un favore?

-okay...

-appena esco, non voltarti a guardarmi.

-va bene.- risponse semplicemente, sentii le molle del letto della mia camera fare rumore, probabilmente aveva appoggiato il suo culo sul materasso.

Sospirai e guardai in alto, uscii dalla doccia calpestando i pezzi di vetro del pannello ridotto in frantumi imprecando qua e là e coprii le mie parti basse con le mani.

Possibile non abbia messo un cazzo di asciugamano in questo bagno?!

Aprii la porta non badando alla ragazza seduta sul letto e presi il telo da mare dell'estate precedente che avevo lasciato sulla sedia, non mi andò di metterlo a posto ad agosto, quindi lo lasciai lì, per tre o quattro lunghi mesi.
Lo avvolsi in vita e mi girai a guardare la ragazza che teneva gli occhi fissi il muro celeste, scoppiai a ridere.

-puoi girarti.- le dissi ancora ridendo.

Maxine abbassò e scosse la testa in cenno di negazione.

Skyline||Lorenzo OstuniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora