19. Death

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***
These wounds won't seem to heal
This pain is just too real
There's just too much that time cannot erase
When you cried I'd wipe away all of your tears
When you'd scream I'd fight away all of your fears
I held your hand through all of these years
But you still have all of me.
***

Un bagliore di luce.
Me lo aspettavo da così tanto tempo, potei immaginare cosa fosse e credetti fosse pure in ritardo.
Sarei dovuto morire ancor più tempo prima, invece che continuare a soffrire in un posto del genere.
Celeste, perché avresti voluto che io vivessi?
Non amavo per niente vivere, se avessi dovuto scegliere, quella forse sarebbe stata l'ultima cosa che avrei voluto per me.
Perché mi hai salvato quando tentavo il suicidio, mia dolce Celeste?
Perché non ti sei lasciata aiutare quando stavi per morire tu?
Una volta affogato, una volta cadendo dall'alto, perché mi hai fermato?
Quell'acqua nella vasca era così invitante per ficcarci la faccia all'interno e rimanere in apnea.
Potevo mettermi alla prova, eppure il tuo pensiero mi ha fermato.
Mi tornavi in mente ogni volta che stavo per soccombere al pensiero della morte.
Perché pensavo a te ogni volta che provavo a morire?
"Continua a vivere, fallo... solo per me" dicevi..
Hai provato il dolore della morte e mi volevi avvertire di cosa si prova?
Il mio cuore stava già iniziando a perdere contro la malattia, ma credo che tu l'avessi già capito.
Stavo per raggiungerti... mia cara Celeste, e sarei stato felice con te, per sempre.
Sentii l'anima morire nel mio pensiero, il mio cuore cessò il movimento e il mio respiro si bloccò, senza nemmeno permettermi un'ultima boccata d'aria.
Stavo davvero per morire, mia dolce Celeste?
Sarebbe stata davvero quella la mia fine?
Morire per una malattia?
Almeno non avrei più sofferto.
Ero felice, mia piccola Celeste.
Per una volta credetti di esserlo per davvero.

-Lorenzo... ma sei... matto?

Pensai e mi chiesi, eri tu?
Quella voce, eri davvero tu?
Riuscii a sentirti davvero.
Riconobbi la tua voce e il tuo accento modificato dai tuoi anni all'estero.

-sono così felice di sentirti...- dissi stranamente impassibile.

-anche io Lorenzo...- mi rispose, cazzo quanto fui contento di quella risposta.

-sto per raggiungerti.- pronunciai in un soffio e mi aspettai un sorriso da parte di lei.

Un singhiozzo.
Due.
Celeste, perché stavi piangendo?
Non volevo saperti triste.
Un'aria gelida sfiorò ciò che dovrebbe essere la mia anima ormai spoglia di corpo.
Sentii qualcosa, qualcosa di invisibile e di caldo prendere le mie mani, una figura poco luminosa di colore blu elettrico brilla davanti a me, blu elettrico... proprio come il monopattino che avevo da bambino.
Iniziai a piangere, sentii le lacrime rigare le mie guance che man a mano andavano a schiarirsi come il resto del mio corpo.
Quella che sembrò una nuvola iniziò a prendere forma diventando una figura quasi longilinea che tentai di abbracciare, ma che purtroppo attraversai.

-non puoi farlo.

-perché no?

-io sono morta Lorenzo, sono un fantasma dei tuoi ricordi, un ologramma creato dalla tua mente.

-perché sei qui?

-per fermarti.

-fermarmi? Voglio stare con te, per sempre.

-Lorenzo, io sono morta.

-morirò anche io.

-sono qui per questo, per fermarti.- mi fissò con i suoi occhi trasparenti, il tutto mi inquietò parecchio, ma non riuscivo a farci caso in quella situazione.

-non meriti di morire.

-sto soffrendo, Celeste.

-Lorenzo smettila di essere così egoista e di pensare solo a te stesso!- mi urlò contro, sobbalzai a quel suo cambio repentino di comportamento -cosa ne sarà di Maxine? Di tua madre e di tuo padre che ti amano come non mai?- contò sulle sue dita le persone man a mano che le menzionava.

Skyline||Lorenzo OstuniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora