Capitolo 3. - "Perdersi, per poi riprendersi non è dividersi, siamosostanza che non può sparire."
Le vacanze natalizie sono giunte al termine; pochi giorni dopo l'annuncio del trasferimento, ho avvisato i parenti e dato le dimissioni alla squadra. Purtroppo, anche volendo, non potevo essere in due posti contemporaneamente.
La cosa bella è che hanno capito e "prima il dovere e poi il piacere" ha detto Lorenzo, il capitano.
Oggi siamo al 7 di gennaio, domani parto.
«Hai tutto pronto?»
Rob e Simone si sono proposti di darmi una mano e sono qui da me praticamente da tre giorni per aiutarmi a sistemare la roba nelle valigie e negli scatoloni.
«Il più è fatto, qui ho lasciato solo le tute e la roba che non uso, i libri ho preso solo quelli a cui sono legata, stessa cosa per i cd.» rispondo.
«La macchina sarà piena immagino.» dice Simo.
«Non più di tanto. Le valigie le metto nei sedili dietro, gli scatoloni nel portabagagli.» dico.
«Hai già trovato una sistemazione per i tre mesi?» chiede Rob.
«Il proprietario della libreria è un vecchio amico di Silvio, ha detto che mi avrebbe dato lui un piccolo appartamento che si affaccia sulla piazza.»
«Ce l'hai anche a portata di mano.» dice Simone.
Tra tutti, mio fratello è colui che ha preso peggio la storia del trasferimento.
«Oggi pomeriggio vuoi venire con me?» gli chiedo dopo un po'.
«Dove devi andare?» chiede di rimando.
«Lo sai.» rispondo. «Non posso andarmene senza salutarlo.»
Annuisce.
«Vestiti, ti ci porto ora. Hai tante cose da dirgli, chissà quando lo rivedrai.» dice.
«Mi metto le scarpe.» dico.
Prendo il giubotto mentre esco di casa insieme a Simo e a Robert; nel giro di 15 minuti arriviamo e mio fratello parcheggia la macchina.
«Vuoi che veniamo con te?» chiede.
«No, state al caldo.» rispondo uscendo.
Varco il cancello e raggiungo la lapide del ragazzo che consideravo come un fratello.
«Ciao Samu, sono venuta a salutarti.» dico, sedendomi di fronte alla sua foto.
E i ricordi pian piano iniziano a riaffiorare, dolorosi come lame conficcate nel petto.
*Flashback*
«Samu smettila di mangiare sul libro! Rimangono le briciole tra le pagine!» dico.
«Mia smettila e non rompere.» borbotta.
«Quando fai così non ti sopporto per niente!» dico.
**
«Samuuuuu se non sei pronto ti lascio qui!» urlo, posando la sacca a terra.
«Sto arrivando, cretina!» lo sento urlare. «Fino a che ora stasera?»
«Alle 23. Ho la macchina, al ritorno ti accompagno io.» rispondo.
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Is too late now to say sorry? || Stephan El Shaarawy.
FanfictionQuanto può essere difficile un cambiamento? Quanto può essere difficile lasciare una persona, la tua ancora, la tua forza? Quanto è difficile lasciare la tua città, i tuoi familiari, gli amici, la squadra? E quanto questo cambiamento potrà, invec...