Capitolo 6 - "Ci siamo visti nei miei sogni."
Stamattina mi sono svegliata di buon umore. Forse perchè ho sognato Samuele.
Eravamo al Parco Europa, in collina, e stavamo parlando tranquillamente sulle altalene; tecnicamente sono per i bambini, ma non c'era nessun altro, oltre noi.
«Sai Mia, mi piacerebbe poter passare del tempo con te.» mi ha detto.
«Ma stiamo passando del tempo insieme.» ho risposto.
«Si, ma non come vorrei io. Tu sei ancora viva, io ho deciso di andarmene. Però voglio che tu sappia una cosa: non smetterò mai di volerti bene. Quando hai bisogno di una mano, di un consiglio, basta che guardi verso il cielo. Immagina che io sia lì con te come un tempo. E promettimi che non mi dimenticherai Mia, promettimelo.»
«Non ho intenzione di farlo.» rispondo.
Poi mi sono svegliata.
«Pure in anticipo.» dico guardando la sveglia.
Effettivamente sono solo le 7:15 e devo essere da Robert per le 12. Posso fare le cose con calma.
Faccio colazione, poi mi trucco e mi vesto ed esco di casa per esplorare meglio la zona.
«Ehi ragazza.»
Maui.
«Salve.» dico.
«Che ci fai da queste parti?» chiede.
«Un giro prima di andare a Torino.» rispondo. «Tu?»
«Dovrei correre, ma non è mattinata.» risponde.
«Zero voglia?» chiedo.
«Esattamente.» dice.
Ci sediamo su una panchina.
«A che ora devi essere a Torino?» chiede.
«Per le 12 più o meno, devo pranzare dal mio migliore amico.» rispondo.
«Ti manca vero?» mi chiede dopo un po'.
«A chi ti riferisci?» chiedo di rimando.
«Al tuo amico che è morto.» dice.
Sorrido leggermente.
«Tanto. Era mio fratello, lo consideravo tale, non il mio migliore amico.» rispondo.
«Hai voglia di accompagnarmi a fare colazione?» chiede.
«Certo.» rispondo.
Ci alziamo dalla panchina e raggiungiamo il bar poco distante.
«Che fai nella vita tu?» chiedo mentre addenta la brioches.
«Studio e nel tempo libero, quindi sempre, canto.» rispondo.
«Figata.» dico.
«E tu? Che fai oltre lavorare?» chiede.
«A Torino giocavo a calcio, ma ho smesso per venire qui.» rispondo.
«Il tuo migliore amico di cosa è morto? Problemi di salute?» chiede poi.
Sorrido leggermente, scuotendo la testa.
«Si è suicidato. E avrò i senso di colpa per il resto della vita per non essermene resa conto.» rispondo.
«Io non... scusa.» dice.
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Is too late now to say sorry? || Stephan El Shaarawy.
FanfictionQuanto può essere difficile un cambiamento? Quanto può essere difficile lasciare una persona, la tua ancora, la tua forza? Quanto è difficile lasciare la tua città, i tuoi familiari, gli amici, la squadra? E quanto questo cambiamento potrà, invec...