Erala terza mietitura di Clove. Aveva quindici anni. Non voleva offrirsivolontaria, no, non ancora. Voleva aspettare i diciotto anni, peressere la migliore, anche se lei era già la migliore. Tutti latemevano, nessuno era così stupido da mettersi contro la Ragazza deiColtelli, la sadica Clove Kentwell che non aveva paura di uccidere.
Nonaveva vestiti eleganti, quindi optò per dei jeans chiari e unacamicetta blu, si fece una coda alta con due ciocche di capelli daentrambi i lati della testa che andavano dietro e si univano allacoda di cavallo. Uscì dalla sua stanza, la 22, e scese le scale,insieme a lei c'erano un sacco di ragazzi, tutti vestiti bene, iragazzi quasi tutti in giacca e cravatta, sicuramente erano icompleti dei loro padri ricchi che li viziavano e le ragazze tuttecon vestiti eleganti. Nemmenostessimo facendo una sfilata di moda... pensòClove scuotendo il capo impercettibilmente.
Arrivaronoalla piazza difronte al Palazzo di Giustizia del Due. Tre file diragazzi di tutte le età dai dodici ai diciotto anni, maschi efemmine, facevano la coda per essere registrati. Clove si unì a loroe alcuni dei più piccoli, spaventati la lasciarono passare avanti.Arrivata davanti al banco porse la mano destra e si fece prendere il sangue dal dito per essere registrata.
Si separò dalla fila e si diresse vicino alle ragazze della sua età.Era sempre stata la più bassa e lì, vicino a tutte quelle più alte di lei si sentiva una bambina, ma il suo orgoglio e la consapevolezza della sua forza e bravura le facevano comunque sentire quel brivido di invincibilità. Voltò il viso, gli occhi che scrutavano i visi dei ragazzi, uno per uno. Si fermò di colpo quando incontrò duepozze di ghiaccio che la fissavano insistentemente. Da quel giorno,dopo quella notte, non gli aveva più rivolto la parola; lui aveva sempre cercato di attirare la sua attenzione, di capire il perché del suo comportamento ma lei continuava ad evitarlo. Non si parlavano ma, ogni anno, alle mietiture, le cercava sempre il suo sguardo e lo trovava sempre fisso su di lei: si scambiavano un silenzioso messaggio con gli occhi e poi tornavano a guardare avanti, gli occhi freddi come sempre.
Lixxy, l'accompagnatrice dei tributi del Due, inviata da Capitol City,quell'anno aveva una parrucca con dei lunghi capelli blu e verdi, con dei boccoli che scendevano a terra e facevano come da strascico di un vestito. La pelle blu era in tinta con le unghie da sembrare un tutt'uno inquietante come se le sue mani ne fossero prive. Fece vedere il solito video sui Giorni Bui e incitò tutti ad applaudire,ma lei, come ogni anno, fu l'unica.
«Prima le signore!» disse con la sua voce acuta e l'accento pronunciato da Capitolina.
Si avvicinò, con dei piccoli passetti instabili sulle scarpe col tacco – rigorosamente blu con dei brillantini verdi – alla boccia con i nomi delle ragazze e vi infilò una mano blu. Con le lunghe dita affusolate afferrò un biglietto e ritornò al microfono tenendolo davanti a se. Lo aprì e, prima di leggere il nome, prese un profondo respiro.
«Clove Kentwell.» Clove si aspettava che qualcuna delle ragazze più grandi si offrisse volontaria ma naturalmente nessuno lo fece: sapevano tutti che era pronta e che sarebbe riuscita a vincere tranquillamente, nonostante avesse sempre detto che si sarebbe offerta solo raggiunti i diciotto anni.
Sidiresse, mento alto e sguardo fiero, verso il palco e salì i tregradini che la separavano dal suo viaggio verso la vendetta che tanto bramava. Il suo sguardo aveva un qualcosa di sadico, senza nemmeno che si sforzasse: era come istintivo. Si posizionò alla sinistra di Lixxy, mentre guardava le persone davanti a lei con superiorità. Era il suo momento: quello era il suo anno. Era arrivato il momento per ottenere giustizia, era il momento in cui poteva rivendicare le morti dei suoi famigliari.
Una voce forte e potente, maschile, che Clove non sentiva da anni – o meglio che fingeva di non sentire da anni – si alzò dalla folla di ragazzi, anticipata da una mano che spuntò dalla massa di teste dei maschi. «Mi offro volontario come tributo.» disse Cato deciso,facendosi largo tra i compagni e dirigendosi verso il palco. Anche questa volta nessuno cercò di offrirsi Volontario: solitamente, lì al Due, vi erano delle risse per chi dovesse partecipare ai Giochi,soprattutto fra i diciottenni che avevano l'ultima possibilità di rendere onore e gloria al loro amato Distretto ma nessuno avrebbe mai avuto il coraggio di mettersi fra Cato e i suoi Giochi.
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Revenge
FanfictionCLATO Nel Distretto Due, Clove impara -quando è ancora troppo giovane- il significato della parola ''morte'', impara cosa voglia dire soffrire e crescere senza figure di supporto, senza persone a cui aggrapparsi anche nella vita di tutti i giorni. M...