capitolo 5

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Io non sapevo come facevo ad amarlo, capite? Non esisteva, era tutta una mia inmaginazione. Era una mia pazzia.
I giorni passavano e continuavo a sognarlo.
Vai dalla dottoressa. Mi dicevo.
Smetti di ribellarti.
Ma sapete quanto è che non frequentavo più la terapia? Erano settimane, mia madre pensava che io andassi ma non volevo. Non volevo perderlo. Ero diventata così folle.
I miei amici iniziarono a distaccarsi da me, pensavano di avere a che fare con una psicopatica.
I miei genitori pensavano che stessi migliorando solo perchè pensavano che io andassi dalla psicologa.
I miei voti a scuola erano peggiorati, stavo anche prendendo in considerazione l'idea di lasciarla, la scuola.
I professori si erano arresi. Non gli interessava neanche più degli attacchi di panico che avevo durante le lezioni o dei miei problemi, tanto mica li avevano loro, e da una parte li ammiravo perchè io non riuscivo a fregarmene dei problemi degli altri.
Lui era sempre più frequente, era sempre lì con me e diamine, non mi lasciava neanche un secondo. Era frustrante, ma bello.
Fino a che, un giorno, sparì.
Ebbi una crisi isterica così forte che, dopo alcuni giorni, mi rinchiusero in una clinica.
Ecco, non dico che lì la mia vita cambiò ma quando lo vidi davanti a me, dannazione, mi sentii svenire.
*
Luke

"Certo Rob, tranquillo." Gli sorrisi e lui se ne andò.
Sinceramente, non so neanche perchè avessi accettato ciò che aveva detto dato che non avevo capito.
Sentendomi abbastanza osservato, mi girai. Una ragazza, sui diciassette anni, mi stava fissando e nella sua espressione c'era spavento, o forse sorpresa, non ne ho idea.
Le sorrisi lievemente, facendole un cenno con la mano, e andando verso di lei.
"Hey, qualcosa non va? Sei nuova qui? Posso aiutarti se vuoi."
Silenzio
"Tutto okay?" Le chiesi guardandola negli occhi. Erano azzurri, tendendi al blu scuro. Erano davvero belli.
Annuì. Stava tremando.
"Hai bisogno di qualcosa?"
Scosse la testa.
"Perchè sei qui? Cosa ci fai qui?" Urlò e tutti mi guardarono.
"Io? Di cosa parli? Sono un semplice ragazzo, beh non molto semplice dato che sono in una clinica psichiatrica ma insomma hai capito, sì? Ecco, sono qui perchè ho delle visioni e no, Gesù,
non sono schizofrenico o almeno penso. Comunque, tu che ci fai qui?" C'era così tanto terrore nei suoi occhi che quasi mi spaventai.
"I-io non lo so, ciao Luke, devo andare."
"Oh okay, ci rivediamo eh." Le dissi, mentre lei correva via. Ad un certo punto, però, mi venne un flash.
Mi aveva chiamato per nome, ma come lo sapeva lei?

Daydream ; Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora