CAPITOLO 1

280 42 15
                                    

L'estate è iniziata e noi siamo ancora a scuola a spaccarci la schiena. Ho aspettato per nove mesi questi esami e adesso che sono iniziati, le immagini delle avventure di quest'anno, mi scorrono davanti come in un film. Questa mattina mi sono svegliata e una grande luce entra dalla finestra. Mi tolgo le coperte di dosso e avviluppo le gambe sotto di me. Mi ritrovo a guardare lo spazio che mi circonda, senza concentrarmi veramente su ciò che si trova intorno a me. Una pellicola trasparente mi ricopre gli occhi e i pensieri viaggiano nella mia testa. Ritornando alla realtà, mi vesto e mi faccio una coda alta perché fuori fa molto caldo. Infilo
le scarpe e vado a fare colazione: una tazza di latte, qualche biscotto e una mela.
Circa dieci minuti dopo, terminato di mangiare, vado in bagno al piano di sopra. Come ogni mattina non mi guardo allo specchio, ma passo direttamente alla pulizia dei denti. Scendo, poi, nuovamente le scale e raccolgo la mia cartella da terra. Decido di portarmi anche gli occhiali da sole, nonostante siano le sette e mezza di mattina. Non c'è di che lamentarsi, l'estate è la mia stagione preferita, perché tutti sono felici in questo periodo dell'anno. Si sa che il sole porta il sorriso sul viso della gente. Apro la serratura della porta di casa e mi incammino verso la scuola. Neanche dieci minuti dopo, il portone della scuola in ferro battuto ricoperto di vernice bianca, è davanti a me. Lo apro e ricopro quegli ultimi metri che mi mancano per entrare nella mia aula. Leggo 3B ed entro. Non c'è quasi nessuno, in effetti sono sempre in anticipo quando si tratta di scuola. Prendo posto al centro della classe e aspetto pazientemente l'inizio del primo esame: italiano. Finché attendo mi guardo bene attorno: il solito banco, l'armadietto grigio usurato dal tempo, il sole all'orizzonte e la penna in mano. Mano a mano iniziano a riempirsi tutti i banchi e la professoressa consegna le tracce, che dobbiamo, poi, scegliere. Do una veloce letta alle poche righe che ci sono sul foglio. Sono a corto di idee. Esami di terza media, una bella rottura. Quando ti ritrovi davanti il foglio, mille idee che ti passano per la testa e nessuna si decide a essere scritta. Siamo solo io, la penna e nessun altro. Ah beh ho tempo, quattro ore sono abbastanza. Mi sono preparata a questi esami per tutto l'anno e adesso la mia mente è spoglia da ogni informazione. Purtroppo succede sempre così e ore ed ore di studio vanno a farsi friggere. L'insegnante comunica che va a prendersi un caffè, così ho il tempo di farmi gli affari miei e guardarmi intorno. So perfettamente che mi ritroverò ancora davanti il banco, l'armadietto, la penna adagiata sul banco e il foglio vuoto. Mi giro.

Esiste il vero amore ?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora