Capitolo 2

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Il giorno dopo mi metto subito alla ricerca della ragazza dai capelli rossi. Devo assolutamente parlarle e diventare sua amica se la voglio nella mia band.

La incrocio alla quinta ora davanti al bagno dei ragazzi dove si sta appassionatamente baciando con quello che dev'essere il suo ragazzo. È un tipo altissimo e pieno di muscoli... Mette un'ansia assurda. Lei invece è magrissima, quasi da far paura.

Aspetto che abbiano finito prima di avvicinarmi a loro. "Emh ciao, potrei parlarti un secondo?" La ragazza dai lunghi capelli rossi mi guarda per un attimo con le sopracciglia aggrottate, poi annuisce. Saluta il suo ragazzo e mi segue dall'altra parte del corridoio.

"Dimmi." Sembra un persona molto seria e intelligente... Speriamo non sia solo una mia impressione.

"Sono Cassy Hood, piacere." Ci stringiamo la mano.

"Ariel Jenkins, piacere mio. Non mi sembra di averti mai vista, di cosa dovevi parlarmi?" È una che arriva subito al punto. Meglio così, sicuramente non ha tempo da perdere.

"Emh... in verità ieri pomeriggio sei venuta a sederti al mio tavolo e... ho notato che sei brava." Aggrotta nuovamente le sopracciglia. Dev'essere una sua abitudine.

"Cosa intendi?" "Intendo che te la cavi molto bene con... i ritmi. Fai batteria?" Sembra incerta su cosa rispondere, di fatti inizia a giocherellare con la collana di perline appesa al suo collo.

"Perché me lo chiedi?" Ora che le dico? Sei talentuosa, ho bisogno di te nella mio gruppo?

"Emh... in verità..." La campanella suona bruscamente interrompendo il nostro discorso. Ariel e io ci guardiamo per un secondo, poi lei infila una mano nella parte superiore della sua divisa da cheerleader e ne estrae un bigliettino con il suo numero di telefono, probabilmente prima tenuto nel reggiseno.

"Chiamami o scrivimi. Oggi non ho impegni." Mi saluta così, poi raggiunge la sua classe. Potrei aver trovato una batterista.

***

Mi mancano ancora chitarrista e bassista, e non è neanche detto che io abbia trovato il batterista, ma non importa. Per il momento ho individuato un possibile membro per la mia band e non potrei essere più felice di così.

A casa vado subito al pianoforte, l'unica cosa costosa che possediamo nel nostro appartamento. Era di mio padre, poi un giorno è venuto a mancare e da allora sono stata l'unica a farne uso.

Ho composto qualche canzone quest'estate. Io e la mia famiglia siamo rimaste qui per tutte le vacanze estive, quindi mi sono data da fare.

Le due canzoni che ho scritto non sono un granché, ma un giorno vorrei poterle suonare in un luogo pubblico insieme al mio gruppo. Non ci sono parole, non riesco mai a scriverle, ma sono certa che nella mia futura band qualcuno capace di buttare giù un testo ci sarà di sicuro.

Faccio scivolare la mano su alcuni tasti, ma oggi niente mi ispira. Creare melodie non è una banalità, credetemi.

Mi alzo dallo sgabello e raggiungo la mia camera da letto che condivido con i miei tre fratellini: stanno tutti dormendo in silenzio.

Tiro fuori dalla tasca dei miei jeans il cellulare e subito dopo il bigliettino che questa mattina Ariel mi ha consegnato a scuola.

Salvo il suo numero di telefono semplicemente come "Ariel" perché il suo cognome non me lo ricordo, poi le scrivo la prima cosa che mi viene in mente:

A: Ariel (17.08)
Ciao sono Cassy Hood, possiamo vederci uno di questi giorni?

Mi alzo per andare di là a bere qualcosa, ma il telefono si mette a vibrare segnalando l'arrivo di un nuovo messaggio.

Da: Ariel (17.09)
Vediamoci fra un'ora al Pizza e Pasta in Avenue Roosevelt.

Le rispondo con un semplice "okay" per poi controllare su Google Maps dove si trova il ristorante Pizza e Pasta. È situato proprio accanto alla nostra scuola, quindi per arrivarci non ci metterò più di dieci minuti.

Vado verso l'armadio e ne apro le ante. Ne estraggo l'unica gonna che posseggo e la abbino ad una maglietta a caratteri floreali con le maniche corte sulla quale poi indosserò la felpa rosa che ho portato anche ieri.

Sono pronta per uscire.

***

Quando arrivo al Pizza e Pasta, Ariel è gia seduta ad un tavolino con in mano un frullato dall'aria appetitosa. Su un palchetto dall'altra parte della sala, un gruppo di signori sulla quarantina suonano della musica folk. Ecco, nella loro band non ci entrerei mai, neanche morta.

Raggiungo la ragazza che per l'occasione indossa un'elegante paio di jeans bianchi e una magliettina fatta tutta di pizzo che mette ancora più in risalto la sua vita così stretta.

"Ciao, come va?" Quando mi vede mi sorride facendomi segno di prendere posto di fronte a lei.

"Tutto bene, te?" "Anche io, grazie." Da lì in poi cala il silenzio. Ordino anche io il suo stesso frullato alla banana, e così cominciamo a parlare proprio di quello.

"Questo è il mio preferito!" Mi dice con entusiasmo prendendone un altro sorso. "È la prima volta che vengo qui, ma credo che ci tornerò più spesso." "Davvero è la prima volta? Tutti quelli che vanno al McKinley frequentano questo posto." Alzo le spalle. Io non ho amici, venirci da sola non avrebbe senso.

"Ti piace come suonano?" Le chiedo impprovvisamente facendo riferimento ai quattro signori di mezza età che stanno ancora suonando sul palchetto del bar.

"Umh, non mi piace tanto il loro genere." Ammette Ariel guardandoli da lontano. È arrivato il momento di fare la mia mossa.

"Non ti piacerebbe essere in un gruppo musicale? Magari esserne la batterista...?" Ancora un volta, aggrotta le sopracciglia. Dovrò abituarmici.

"Io... Perché me lo chiedi?" La domanda fatale alla quale questa volta risponderò con sincerità.

"Vedi, sto mettendo su una band e ho subito notato il tuo talento per la musica. Quindi... sai..." "Non sono interessata ad entrare in nessuna band." Mi interrompe lei con espressione fin troppo seria.
"E poi sò suonare poco la batteria, butterei a mare l'intero gruppo..." "In verità... Nel gruppo ci saremmo solo noi due. Mi mancano ancora un paio di membri..." Mi guarda con aria perplessa, poi scuote il capo:"Ci devo pensare." È sempre meglio di un no.

"Va bene allora... Se conosci qualcuno che potrebbe fare al caso mio, avvisami." Mi alzo lasciando sul tavolino una banconota per pagare il conto.

"Qualcuno forse conosco..." Mi giro di scatto verso di lei:"Chi?" Anche lei si alza da tavola, lascia i suoi soldi accanto ai miei e si allaccia la giacca. "Lui."

Con un cenno del capo, mi indica un ragazzo alto e muscoloso dai capelli neri come il carbone. Sta accordando una chitarra in un angolo del locale. La prima cosa che penso è: waoh, che bello.

"È il tuo ragazzo?" "No!" Mi risponde lei con gli occhi mezzi spalancati. "Ma allora chi è?" Si mette a camminare velocemente verso l'uscita del Pizza e Pasta, dove poi controlla frettolosamente l'ora sul suo cellulare.

"Devo andare, scusa. Te lo scrivo per messaggio." Mi saluta con la mano e se ne va. Forse presto avrò anche un secondo membro.

Ask: Secondo voi che decisione prenderà alla fine Ariel?





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