Capitolo Due

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Dopo le ultime lezioni siamo andati al Mob's, come accordato. 

Il Mob's è un pub di tendenza che rimane aperto il pomeriggio e la sera di tutti i giorni. E' molto frequentato da giovani liceali ed universitari, ma di tanto in tanto si vedono anche adulti. 

Almeno mi sarei distratto un po' e non avrei pensato alla situazione familiare e sentimentale del cavolo in cui mi trovo. Inoltre, sono anche felice perché sono  riuscito a trovare al primo colpo il nuovo numero di One Piece e appena arrivato a casa me lo sarei divorato.

Arriviamo al locale che si trova a distanza di dieci minuti a piedi rispetto alla scuola e subito Oliver, il proprietario e nostro amico, ci accoglie con un sorriso.

"Ragazzi, chi si vede!" Esclama felice mentre bacia sulle guance Natasha e batte pugno con me, Adam e Seth. Ovviamente per un ragazzo baciare sulle guance un altro ragazzo è una cosa troppo da gay.

"Oliver! Come stai?" Chiede Adam cingendogli le spalle con un braccio. Ecco che la gelosia si fa strada di nuovo in me. E' più forte di me, non posso sopportare che si prenda tutta questa confidenza con le altre persone. 

"Bene, gli affari stanno andando meglio di questo periodo. Sarà perché siamo vicini a Natale! Comunque, vi sistemo al solito posto?" 

Annuiamo in contemporanea e ci sistemiamo in un tavolino appartato in una saletta adiacente a quella principale; Oliver cerca sempre di riservarlo per noi. 

"Voi cosa prendete?" Chiede Natasha intenta a sfogliare il menù, indecisa come sempre.

"Io mi prendo una birra. Oggi ho voglia di qualcosa di semplice." Dice Adam. 

"Io ti seguo, amico."

"Tu, Simon?" 

"Ho deciso di prendere qualcosa di leggero, un Sex on the beach." 

Appena dico quelle parole, Adam e Seth scoppiano in una fragorosa risata e io li guardo male.

"Si può sapere che avete da ridere?!"

"Scusa se te lo dico, ciccio, ma il Sex on the beach è un po' da sfigati! Drink meno alcolico di quello non c'è!" Mi canzona tra le risate Adam mentre si asciuga le lacrime. 

Rimango ferito da quelle parole e non dico niente, abbassando lo sguardo verso il tavolo che in quel momento mi sembra molto più interessante. So che scherza senza cattive intenzioni, ma non si rende conto che quando dice queste cose mi ferisce terribilmente. Io non voglio che mi veda come uno sfigato.

"Idioti! Pensate per voi e lasciate in pace Simon che ha già abbastanza problemi." Li rimprovera Natasha furiosa. 

Sento la mano grande di Adam posarsi sulla mia schiena e subito un brivido salire lungo la spina dorsale. Mi piace quando mi tocca o quando semplicemente mi sfiora. Mi fa sentire in Paradiso.

"Scusa, Simon. Ho esagerato, non avrei dovuto." Mormora sinceramente dispiaciuto.

Lo guardo e sorrido scuotendo la testa.

"Non ti preoccupare, non me la sono presa!"

"Meno male perché non sopporterei il pensiero che tu restassi arrabbiato con te. Mi ucciderebbe dentro." Dice serio guardandomi negli occhi.

Il cuore inizia a battermi all'impazzata e sembra non volersi fermare: lui non sa che reazioni ha scatenato dentro di me con quelle parole. Vorrei fregarmene di tutto e tutti e gettargli le braccia al collo e baciarlo, toccarlo. Mi trattengo e gli sorrido di nuovo, cercando di mantenere la calma.

Percepisco lo sguardo di Natasha su di me: lei sa cosa sto pensando, se lo immagina. 

"Non sono arrabbiato, sul serio." Affermo di nuovo, cercando di essere più convincente possibile.

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