Capitolo Tre

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Adam

Layla si aggrappa alle mie spalle con forza, baciandomi il collo mentre mi muovo dentro di lei ritmicamente. 

I suoi gemiti di piacere sono come musica per le mie orecchie. 

Le sue unghie smaltate affondano nella mia carne e lasciano sulla mia pelle dei graffi, testimoni della nostra passione. 

"A-ah! A-amore, d-di più! M-mi fai impazzire!" Urla con il fiato spezzato mettendo questa volta le mani nei miei capelli e tirandomeli. 

Stringo i denti e a quella frase la mia eccitazione sale ancora di più, perciò prendo a spingere più velocemente e la bacio dolcemente sulle sue dolci labbra che sanno del delizioso lip gloss alla fragola che si era messa. 

Le pareti della sua intimità mi stringono sempre di più la carne e sento che da un momento all'altro potrò toccare il cielo con un dito. Fare l'amore con lei è fantastico e non riesco a farne a meno. 

La osservo da sopra di lei ed è bellissima: i lunghi capelli color miele sono sparsi sul materasso, la bocca carnosa è socchiusa e gli occhi verde acqua sbarrati dall'eccitazione, mentre la testa è mandata completamente all'indietro esponendomi il suo delizioso collo che vado subito a succhiare e divorare. Ai miei occhi sembra una dea. 

"Ti amo!" Gridiamo all'unisono mentre i nostri corpi si uniscono. 

Dopo le ultime energetiche spinte l'orgasmo mi travolge e vengo dentro il preservativo; i miei muscoli tutto ad un tratto si rilassano. Esco da dentro di lei dandole un ultimo bacio e mi butto al suo fianco mettendo un braccio sopra la fronte.

Il mio cuore batte all'impazzata come se volesse uscirmi dal petto e i miei polmoni necessitano di ossigeno. 

Afferro le coperte che giacciono per terra e copro entrambi i nostri corpi nudi. 

La coccolo un po' e finalmente il mio respiro torna ad essere normale, fino a che la stanchezza non prende il sopravvento e mi addormento fra le sue braccia.

Una vibrazione improvvisa disturba il mio sonno. Apro gli occhi di scatto mettendo a fuoco il soffitto della mia stanza e vedo Layla accanto a me che mugugna infastidita per quel rumore molesto.

-Chi diavolo sarà a quest'ora?!- Penso scocciato mentre prendo il mio telefono dal comodino. Guardo il nome e impallidisco quando vedo che il mittente della chiamata è Simon. Subito l'agitazione mi attanaglia: che fosse successo qualcosa di grave? 

Rispondo senza pensarci due volte.

"Pronto? Simon?" Lo chiamo con la mia voce roca e assonnata.

"A-Adam, t-ti prego, v-vieni qui. Ho bisogno di te." Lo sento biascicare tra i singhiozzi. Cazzo, sta piangendo e non è buon segno. 

"Simon, che è successo?! Dove sei?"

"S-sono al parco. Ti prego, vieni subito. H-ho avuto un brutto litigio con mio padre." 

"Vengo subito." Riattacco frettolosamente e mi vesto velocemente mentre Layla mi osserva confusa con un sopracciglio inarcato.

"Che è successo?" Mi chiede.

"Devo andare... Simon ha litigato con suo padre. Ha bisogno di me."

A quelle parole Layla sbuffa contrariata e si gira su un fianco dandomi le spalle. 

"Come al solito lui è più importante di me! Non poteva chiamare Natasha o Seth? Perché proprio te?! In un modo o nell'altro deve sempre interromperci!" Sbotta inviperita. Perdo subito la pazienza, quando fa così non la reggo. Non sopporta Simon perché è gelosa del rapporto che ho con lui.

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