Capitolo Cinque

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Natasha

Il telefono squilla a vuoto ed inizio seriamente a innervorsirmi.

Sono uscita dalla classe dicendo a Simon che lo avrei aspettato fuori e adesso sto appoggiata al mio armadietto a tentare di telefonare ad un coglione che non se lo merita.

Dopo che ci ho messaggiato per quasi l'intera lezione, adesso vorrei spaccare tutto perché le risposte che mi ha dato sono fredde e monosillabiche, come se per lui non avessi mai contato niente.

"Pronto?" Risponde irritato. 

"Alla buon'ora, eh!" 

"Natasha, cosa c'è? Lo sai che non mi devi chiamare mentre sono a lavoro. E' già tanto se abbia risposto ai tuoi messaggi prima."

Stringo il telefono con rabbia e mi trattengo dal buttarlo per terra.

"Scusa se ci tenevo a sentirti! E' tutta la settimana che sei freddo con me. Che c'è, ti sei conto che preferisci la sua vagina alla mia?" Lo prendo in giro sarcastica. Quando voglio so essere tagliente quanto una lama ed alquanto stronza. 

"Natasha..." Sento un sospiro rassegnato dall'altro capo del telefono. 

"Non l'hai ancora lasciata vero?" 

Trattengo le lacrime che premono per uscire: lui è già fidanzato con un'altra -un'ochetta senza cervello che non sopporto- ed io sarei una specie di amante, la ruota di scorta diciamo. Lui mi ha detto che ama solo me, che non prova più niente per lei e che presto l'avrebbe lasciata. E' due mesi che dice così ed ancora non l'ha fatto. Lei non si immagina minimamente che la stia tradendo. 

"Non è facile. Sto insieme a lei dal liceo e in fondo ci sono affezionato. E' importante per me." Mi dice con voce ferma. 

Se fosse qui con me in questo momento gli tirerei un bello schiaffo. La rabbia in questo momento è troppa e vorrei urlare e spaccare tutto. 

"E io non sono importante?! Abbiamo fatto l'amore, mi hai detto mi amarmi! E adesso mi dici che non hai il coraggio di lasciarla? Che uomo sei?!" Alzo un po' troppo la voce ed attiro gli sguardi di alcuni ragazzi su di me che mi guardano confusi. Sento la vena del collo pulsare. 

"Sei importante anche tu, lo sai, ma non so se sono pronta a lasciarla. Non ancora, almeno-"

Non lo faccio terminare di parlare che perdo la pazienza ed inizio a sbottare.

"Sai che ti dico?! Vaffanculo! Voi uomini siete tutti uguali. Illudete una ragazza, la portate a letto facendo i vostri porci comodi e poi la lasciate manco fosse spazzatura senza tener conto dei suoi sentimenti! Ma sai che ti dico? Non sono più disposta a stare ai tuoi giochetti. Mi sono stufata, quindi ti lascio. Non voglio più sentirti né vederti. Spero che sarai felice con la tua troietta. Addio." Non gli lascio nemmeno il tempo di rispondere che riattacco in faccia e mi accorgo solo adesso che sto piangendo.

Sento il mio cuore andare in mille pezzi come se stesse venendo calpestato e trafitto contemporaneamente. Incontrerò mai qualcuno in grado di raccogliere tutti i pezzi? 

Cammino a testa bassa per non incrociare gli sguardi compassionevoli degli altri studenti ed esco nel cortile con le lacrime che scendono lungo il mio viso senza aspettare Simon. Non voglio che mi veda in queste condizioni, lui non sa nemmeno che mi sto (stavo) vedendo con lui e non lo deve sapere. 

Prima di uscire noto che vicino all'ingresso è radunato il gruppetto di George Daniels, che frequenta il corso di biologia insieme a me e a Simon. Gli do un'occhiata veloce e vedo che mi sta guardando intensamente, ma non ci faccio troppo caso ed esco dall'edificio senza smettere di piangere. 

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 27, 2016 ⏰

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