Il mattino sovvenne si troppo in fretta, e le prime luci dell'alba destaron Stiles dal suo tormentato riposo.
Il ricordo de lo giorno precedente l'era sì nitido nella sua mente, l'occhi di Derek fissi nei suoi, probabilmente dispersi nel piacere, suscitava in lui una vergogna profonda, appesantita dal senso di colpa, poiché ancor una volta avea ceduto a le sue passion carnali.
Cosa avrebbe or pensato Messer Hale di lui?
Ch'era debole, legato solo alle passion carnali?
Che avrebbe presto bruciato trai peccatori, nell'inferno più profondo?Ma il correr dei suoi pensieri fu interrotto dalla vision del corpo del suo destriero, adagiato all'altezza del suo sguardo.
Come il cavaliere aveva previsto, infatti, l'suo cavallo giaceva a terra, il collo reclinato in modo innaturale, il ventre immobile.Sentì la tristezza pervader l'anima sua, e l'occhi riempirsi velocemente di lagrime.
Poiché se egli non era stato molto affezionato a lo tal cavallo, lo era sua madre, che soleva cavalcarlo quasi ogni giorno, pur scappando dal suo letto, nei suoi ultimi giorni di malattia, anche solo per poter strigliar il suo pelo.
E quando il cavaliere si destò non provò neanche la minima vergogna per la sera prima, ma anzi odiò ancor di più se stesso per aver lasciato vittoria alle sue passioni carnali, scordando l'agonia del suo destriero.
Ed allor rinnovato pianto scaturiva dai suoi occhi, e nuovi gemiti giungevano all'orecchie di Derek, il quale, appena sveglio, guardava il giovane, turbato.
E fu subito convinto di non aver visto mai scena tanto penosa in vita sua, tal che avrebbe preferito trovarsi un uomo moribondo dinnanzi, rispetto al volto sconvolto del giovane.
E ben avrebbe voluto consolar il ragazzo, magari mettendo una mano sulla sua spalla, rivolgendo magari a lui parole di conforto, e lo desiderava sinceramente (e già ciò risultava n'eccezione, poiché mai Messer Derek avea provato emozione simile in vita sua, neppur di fronte agli orfani dei suoi compagni caduti in battaglia). Ma egli non era appunto avezzo alle parole, specie quelle sincere e buone.
Lontano era il tempo in cui egli avea chiuso l'suo cuore ed or la chiusura l'era troppo rugginosa per poterla riaprir tutta d'un colpo, 'sì che l'uomo non fu capace di dir altro se non:
"Non te ne duoler troppo, l'era ormai giunto il suo momento. Era un cavallo tardo, or ha solo smesso di dormire"
Ma l'occhi di Stiles si fecer ancor più tristi, ed un singulto più forte dell'altri lo scosse.
"Dicean così anche quando morì mia madre..."
E mai in vita sua Derek si sentì più stupido, od inutile, poiché nulla seppe dir, se non l'invito a partire, poiché l'ora era ormai tarda, e programmava d'arrivar al castello degli Hale per il giorno.
Stiles montò dunque su la sella del cavaliere, e sebben esitando, quest'ultimo venne a montar dietro, e governando l' suo cavallo, appesantito, prese ad andar, non potendo però impedir al ragazzo di lasciar ancora andare un ultimo sguardo al corpo ormai vuoto del suo destriero, sul quale aveva posato una pagina del suo quaderno, nella quale pregava Dio d'aver cura di lui, poiché, seppur animale, l'anima pia di sua madre, che sicuramente era nelle alte cerchie celesti, l'aveva in vita amato tanto.
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Io dico che anche il nostro è amor cortese
FanfictionErano tempi duri, si usava dire. Tempi in cui le campagne brulicavano di briganti, e le coste di pirati. Tempi in cui l'autorità era al più forte, e la giustizia era ormai sparita. Tempi in cui i cavalieri dal cuor distrutto in gioventù giaravan fi...