Capitolo VII- Qualcosa di piacevolmente terribile

95 7 0
                                    

Era passata ormai la metà d'un'ora, quando vi giunse all'orecchio del cavalier il timido bussar alla sua porta.
L'era stato, quello, lo lasso di tempo assai più lungo de la vita sua, poiché nulla nel suo corpo potea più attendere, e la sua mente già si figurava il piacere che gli sarebbe giunto.

Aveva però ben impiegato quell'attesa, ripulendo il suo corpo che, dopo tutti quei giorni lontano da casa, richiedeva d'esser deterso, e sbarbandosi, ben pensando che, dopotutto, ciò avrebbe reso l'tutto ancor più piacevole.

E non avea certo dimenticato quella bottiglia che ben conservava nell'armadio, di quel liquor tanto forte quanto odoroso, e pensando che un po' di fiducia ed audacia in più certo non gli avrebber fatto male, ne venne a bere due bicchierini, prima di andar ad aprire la porta al giovane.

Stiles era in piedi, davanti a lui, ed egli credette di voler morir in quell'istante stesso.

L'era ben chiaro che anche egli aveva curato la sua persona, poiché appariva ripulito, la chioma ancora umida, che lasciava stille d'acqua sulla sua fronte; indossava abiti puliti, ed assai meno nobili di quelli con cui se ne era partito dalla sua famiglia.
Una semplice camicia bianca, aperta a formare una "V" sul petto, e i calzoni stretti com'allora usavano.

Ma fu l'espressione a lasciar l'altro senza più parole, al punto di dover richiedere a tutto l'autocontrollo presente in se di aiutarlo. Poiché aveva sul suo viso l'aria più innocente, più dolce ed incorruttibile che avesse mai visto, con gli occhi curiosi e straniti per quell'invito, e le labbra aperte di poco. Era così...? Così perfetto che non potè adempiere subito al progetto che si era prefisso, invitandolo prima dentro, e non saltandogli immediatamente addosso.

Poiché, si diceva, si sarebbe sentito meno in colpa dopo che il giovane sarebbe stato quantomeno brillo, e dunque più consenziente.

E mentre si proferivano nude e inutili parole, seduti al tavolino posto al centro della prima stanza la bottiglia sempre si faceva più vuota, l'animo di Stiles più sciolto, e quello di Derek più affamato.

Ma poiché si sa, un sorso tira l'altro, il giovane si ritrovò ben presto a tentare di sgocciolare la bottiglia, ormai vuota.

Non aveva mai, in vita sua, provato quanto potesse essere inebriante l'alcool in circolo nelle sue vene; tutto intorno a lui sembrava più vero, ogni cosa aveva colori più sgargianti, e la risata di Derek più sonora, ed i suoi occhi ancora più brillanti, e ogni nuova goccia sembrava promettergli qualcosa di ancora più accattivante, di più bello. E quindi ancora beveva, ed un bicchiere ne reclamava un altro, mentre le guance si arrossavano, il corpo si accaldava e la mente si liberava.

I sensi del cavaliere erano stati però ben tenuti a freno, fino ad allora, seppure anche lui si fosse allungato diversi bicchieri, e la sua mente si annebbiava, dando ragione al corpo che reclamava finalmente ciò che sentiva spettargli.

Ma fu quando le labbra del giovane si allungarono nel collo della bottiglia, e la lingua ne slittò fuori, golosa, che il corpo di Derek non rispose più.

Si avventò su di lui, scavalcando a malapena il tavolo e gettando per terra la bottiglia, senza curarsi in alcun modo dei cocci.

Dopo averlo quindi afferrato per il colletto della camicia se lo tirò incontro, premendo le labbra su quelle ancora aperte del ragazzo.

Fu il forte sapore di Alcool la prima cosa che giunse alla testa di Derek; un sapore che ben sapeva non dovesse associarsi al giovane Stiles. Qualcosa che era sbagliato, estremamente sbagliato.

Ma le labbra di Stiles subito risposero alle sue, muovendosi con un'abilità che nessuno dei due immaginava possedessero, lasciando subito scivolar fuori la lingua, voluttuosa; e Derek cosa poteva fare se non ricambiare con ancora più foga, mentre in lui si accendeva quella scintilla che era ben sicuro di non sentire da ben troppo tempo, dai tempi in cui ancora il suo volto era privo di barba, e la bella Kate girava ancora nel suo castello.

Io dico che anche il nostro è amor corteseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora