"Devo andare a scuola," spiegò Harry, seduto accanto a Louis sul gradino del portico di quest'ultimo mentre faceva rimbalzare la palla tra le gambe. "Proprio come tutti i giorni, ed ho tantissimi compiti da fare. Tu non vai a scuola?"
Louis scosse la testa ed indicò la sua casa.
"Studi a casa?" chiese Harry, le sopracciglia aggrottate mentre scrutava la casa di Louis come se non l'avesse mai vista prima. "Tua madre è una maestra?"
Louis sorrise, scuotendo la testa. Nonostante Harry e Louis avessero la stessa età, Louis era mentalmente più grande di Harry, più maturo. Era probabilmente a causa di tutti i libri letti mentre Harry era via, quasi tutto il giorno.
"Oh, ma può insegnarti lei tutto ciò che ci insegnano a scuola?" mormorò Harry. "Strano. Mia mamma non può farlo. Vuoi giocare a calcio?"
Ed andava a finire sempre così, Harry passava tutto il tempo a farneticare riguardo ai suoi pensieri mentre Louis sedeva in silenzio ed annuiva qua e là.
Così Harry prese Louis per mano ed insieme attraversarono la strada verso il suo giardino, la palla stretta sotto il braccio. Una volta arrivati lasciò cadere la palla, ma non la mano di Louis. Una macchina parcheggiò nel vialetto, proprio mentre Harry stava facendo oscillare la mano dell'altro avanti e indietro, raccontandogli ciò che aveva fatto a scuola quel giorno. Era il padre di Harry, appena tornato a casa dal lavoro, che si accigliò notando suo figlio stringere la mano del vicino.
"Harry, non stringere la sua mano in quel modo," l'uomo scattò, ed Harry si accigliò, lasciando la mano di Louis.
"Okay, papà."
Louis teneva lo sguardo basso, era sempre stato leggermente spaventato dal padre di Harry. Non appena l'uomo fece il suo ingresso in casa, Harry sospirò.
"Mia mamma e mio papà ultimamente litigano ed urlano tanto. Tantissimo." Harry si morse il labbro voltandosi verso la palla. "Ma noi possiamo ancora giocare, non preoccuparti."
Louis sorrise leggermente, prendendo la palla e palleggiando per il prato.
"Hey!" si lagnò Harry, ridacchiando e correndo verso Louis, attaccandolo e facendolo finire a terra. Rise sguaiatamente, mentre Louis sorrise ampiamente steso a terra, Harry era sopra di lui ma la cosa non lo infastidiva affatto. Harry improvvisamente si accigliò, mordendosi il labbro prima di chiedere, "Louis, ma tu perché non parli? Non vuoi?"
Il sorriso di Louis vacillò, e si tese sotto Harry, le lacrime a riempirgli gli occhi. Si mise seduto, portando Harry a spostarsi.
"No, non piangere! Mi dispiace!" lo supplicò Harry, afferrando la mano di Louis. E ciò calmava sempre il piccolo ragazzo, quando Harry lo toccava o gli stava accanto, la sua voce era come un calmante. "Non devi dirmelo se non vuoi."
Louis annuì, posando il capo sulla spalla di Harry, desiderando di potergli dire quanto significasse per lui. Tracciò delle parole sul prato, e nessuno seppe ciò che aveva scritto tranne lui:
Grazie.
{t/n}: ehilà! sono già quii.
per questo capitolo ho usufruito del fantavoloso aiuto di Onedssmiles (si è limitata a battere al pc ciò che dettavo, oops) che ringrazio tantissimo!!Love you all.
-fedah
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Uncommonly Quiet
FanfictionLouis ed Harry si incontrano in giovane età. Louis non parla. Ad Harry non importa. Col tempo, poi, crescono. Harry/Louis | Mute!Louis | Conteggio parole: 3,9k Attenzione: questa storia NON è mia. L'autrice è questionmxrk qui su Wattpad, che mi ha d...