Two.

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Erano passati sei anni.

E non c'era stato giorno che Federico si alzasse al mattino e non sperasse di vedere Michael. Non importava se, in quel periodo, stava con Giulia perché non era omosessuale, era solo molto fragile in quel periodo. Non era stato un colpo di fulmine, né amore a prima vista. Forse era solo pura ossessione. O si era attaccato alla prima persona che per un'ora, in quei diciannove anni della sua vita, si era dimostrata interessata a lui.

Era cambiato da quel giorno. La voglia di ammazzarsi si era ridotta, quasi inesistente. Aveva una bellissima ragazza che tante persone gli invidiavano. Aveva degli amici: Gennaro, Alessio, Alessandro, Giovanni, Davide e Vittorio. Aveva un lavoro che non sopportava ma di cui non si poteva lamentare, dato che era l'unico disponibile.

"Hey" salutò tristemente l'amico, accasciandosi sullo sgabello con uno sbuffo.

Federico tornò con la mente sul pianeta Terra, e si voltò verso il ventenne.

"Ooh, ciao Genn" sorrise, mentre asciugava con uno straccio verde un bicchiere appena lavato.

"Giornata dura?" gli chiese Federico facendo il giro del bancone per sedersi di fianco al biondo.

"Abbastanza" Gennaro chiuse gli occhi stancamente, appoggiando la testa sulla spalla del tatuato.

"Che c'è?" domandò il barista, cercando di spronarlo a parlare.

Federico lasciò che le sue dita percorressero i capelli biondi, morbidi e delicati di Gennaro. Il più piccolo emise un suono di apprezzamento, non molto lontano da un gemito.

A quel punto, avrebbe voluto smettere. Sentiva, però, che Gennaro ne aveva bisogno. Come, dopo una giornata a correre fuori nel freddo invernale e a tirarsi palle di neve, si ha la necessità di farsi un bagno caldo; un piacere legato alla fisicità. Così continuò, tranquillamente, guadagnandosi qualche occhiataccia da parte di alcuni clienti.

"Non ne posso più Fede" mormorò nel suo orecchio.

"Lo so Genn" rispose, tirandogli indietro i capelli che ricadevano ribelli sulla fronte.

Federico guardò oltre al bancone la quantità di piatti che doveva ancora lavare e sospirò. Si mise a giocare con i capelli di Gennaro, arricciandoli con le dita. L'altro, si accoccolò sul suo petto, chiudendo gli occhi azzurri e lasciandosi cullare dalla melodia silenziosa dei gesti.

"Ho litigato con Alex" disse infine.

Alex era il soprannome di Alessio, il migliore amico di Gennaro e un grande amico di Federico.

"È la terza volta questa settimana, Genn. Che è successo questa volta?" chiese Federico con quel suo modo di fare da fratello maggiore, che il biondo tanto adorava.

"Non lo so. È sempre nervoso e non mi parla più spesso. Frequenta altra gente. Non so che cazzo abbia. Litighiamo per cose stupide!" sputò fuori il ventenne, nascondendo il viso nel collo del più grande.

Iniziò a mugugnare parole incomprensibili alle orecchie di Federico, e gli cinse la vita.

"Senti Genn, ne parlo con Alex e gli chiedo cosa non va. Okay?" lo rassicurò dolcemente Federico.

Happy Ending (Midez/Gennex)Where stories live. Discover now