capitolo 1

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L'ultima volta che entrai in quella stanza, qualcosa era cambiato. Sopra il pianoforte trovai degli spartiti, gli stessi che reggo in mano in questo istante e gli stessi che porto con me da giorni cercando di scoprirne qualcosa di più. Il compositore non mi aiuta certo. Si è firmato anonimo e non vi è nemmeno il periodo storico in cui visse. Chiusi l'ennesimo libro e lo riposi delicatamente dove circa 1 ora fa lo avevo preso. Trascorrevo le mie giornate in quella polverosa biblioteca. Ormai la disposizione di tutti i libri era a me familiare e penso di essere tanto colta da poter insegnare musica antica e compositori poco conosciuti del passato. Ho cercato invano di trovare qualche informazione su questo brano. Mi sono persino rivolta ai professori di musica di tutta l'Accademia ma nessuno sapeva nulla. Sono anche stata costretta a mentire quando mi hanno chiesto dove li avevo trovati, mica potevo dire loro che erano apparsi magicamente su un pianoforte antico nel teatro vecchio! Anche oggi sto andando a trovare il pianoforte, non di mia spontanea volontá, semplicemente perchè ho delle prove con la classe dei pianisti, cui ovviamente appartengo. Aprii il portone, ero l'ultima e il brano suonato da un biondino stava terminando. Il professore mi chiamò a provare. Avanzai lentamente verso il palco, senza mai distogliere lo sguardo da quel vecchio pianoforte -Violante si muova!- esclamò furiosamente il professore -mi scusi professor Saliente stavo solamente ammirando quel pianoforte antico- risposi indicando l'angolo dove era situato. La classe iniziò a ridere sonoramente e il professore, furioso, mi urlò dicendomi che lo stavo prendendo in giro perchè non c'era nessun pianoforte eccetto quello sul palco e mi cacciò fuori dall'aula urlandomi che da me mai si sarebbe aspettato una cosa simile. La mia capacitá di osservare è molto elevata e non feci a meno di notare che una persona in quella sala non stava ridendo, il biondino. Mi guardava andare via sotto le umiliazioni dei miei compagni senza dire una parola. Mi seguiva con lo sguardo e basta. Uscii dal teatro. Percorsi i cari corridoi senza nemmeno pensarci. I quadri mano a mano li lasciavo alle mie spalle e il pavimento in marmo suonava sotto i miei passi. Le mie gambe mi condussero in biblioteca a cercare ulteriori informazioni. Stava diventando un'azione abituale. Ormai stanca di non trovare alcunchè, riposi il volume che stavo leggendo. Guardai gli spartiti. Tutto ciò che sapevo? Sono antichi, scritti a mano, due pagine, tempo 4/4, tonalità re minore. Posso solamente dedurre che non sia un brano troppo allegro. Ha, però, un fascino misterioso. Fino a questo momento mi sono limitata a solfeggiarlo cantando. Non ho intenzione di suonarlo sebbene apprezzi maggiormente i brani minori rispetto a quelli maggiori. Questo perchè non trovo affatto rassicurante suonare spartiti apparsi su un pianoforte che nessuno sembra vedere. Mi rimmersi nella lettura ma senza riuscire a capire ciò che stessi leggendo. Solamente tre domande mi si riproponevano nella testa, senza lasciarmi via di fuga: perchè tutti non vedono il pianoforte? Perchè il biondino non rideva? Gli facevo forse pena? Mi accasciai sulla sedia, impotente, senza riuscire a rispondere a quelle domande che mi avevano invaso la mente.

La Maledizione Del PianoforteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora