Lo seguo facendo attenzione a non far rumore e mi fermo ad origliare allo stipite della porta.
Lo vedo seduto sul suo letto ad una piazza e mezza e non posso fare a meno di pensare che ha qualcosa che tutti gli altri ragazzi non hanno.
Ma non sono qui per queste smancerie.
«Sono da solo»sento.
E chi sono io?La figlia di nessuno?
«Domani mattina?»
Silenzio.
«Alle otto?»
Ancora silenzio.
«Okay,allora a domani,un bacio»
Mi affretto a correre verso il soggiorno ma qualcosa va storto e cado sul tappeto accanto al divano.
«Ma che stai facendo?»domanda Harry,usando un tono divertito.
«Emh...io..»balbetto.
Inventa una scusa,inventa una scusa.
«Controllavo il tappeto,niente polvere»esclamo,la mia voce esce più acuta del solito.
Mi alzo e lui si avvicina a me.
«Tu hai seri problemi,bionda»sussurra,sedendosi sul divano,dopo qualche secondo lo imito.
«Senti chi parla»dico.
«Con chi parlavi?»domando poi,giocherellando con l'anello che ho al dito da quando avevo dodici anni.
«Amy,una...compagna di scuola»il suo tono è nervoso e vorrei sapere perché.
«Ah»dico semplicemente.
«Che?Sei gelosa,forse?»chiede incredulo fossandomi con quei diamanti che si ritrova al posto degli occhi.
«No,io non sarei mai gelosa di un energumeno brutto e fastidioso come te.Perché dovrei?!»mi giustifico nervosamente.
«Non mi offendere»
«Perchè,sennò che mi fai?»azzardo.
«Non te lo puoi nemmeno immaginare»mormora,troppo vicino al mio viso,mordendosi il labbro inferiore.
...
Continuo a correre senza mai fermarmi alla ricerca di qualcosa,o forse qualcuno.
«Dove sei?»urlo,nel bel mezzo del nulla.
Non so dove mi trovo,vedo che il buio circonda tutto.
«Sofia!»una voce fin troppo familiare urla il mio nome,come se gli servisse aiuto.
«Harry!»grido a mia volta e il suono di un pianto mi rimbomba nelle orecchie,ho già capito chi sta piangendo e vorrei trovarlo adesso per salvarlo da qualsiasi cosa stia succedendo.