"Friends At First Sight"

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Una storia su assualità e aromanticità.

Titolo: Friends At First Sight

Autore: CarinaCole

Riconoscimenti: ha vinto una "honorable mention" nel contest 2 dell'account ufficiale lgbt di Wattpad.

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C'è un nome sul mio polso.

Tutti ne hanno uno. Dal giorno in cui siamo nati. E la persona a cui appartiene quel nome? È il tuo destino. È la persona con cui sei destinato passare la vita. Un lieto fine non appena la incontri.

Il tempo che ti porta ad incontrarla, comunque, dipende da chi sei.

Per me è stato uno schifo.

La maggior parte delle persone che ho incontrato la vedevano come un'avventura. E perché no? Fantasticavano sulle loro anime gemelle, sul tempo che avrebbero trascorso insieme, la casa in cui avrebbero vissuto insieme, i bambini che avrebbero cresciuto insieme.

Ma io? No. Non così tanto.

Vedete, io non ho mai, mai una volta nella vita, avuto qualcosa come una cotta. Non ho mai voluto che un altro essere umano fosse più di un amico, anche se le ragazze nella mia classe scarabocchiavano sui loro diari nomi che, sicuro come la morte, non corrispondevano a quelli sulle loro braccia.

Eppure ero lì, con un nome tatuato sul polso con una calligrafia quasi illegibile (apparentemente è così che scrive la mia anima gemella, sembra che un ragno sia caduto in un contenitore di inchiostro) e le mie priorità erano concentrate più sul lavoro che sul trovare il vero amore. Non mi sono mai immaginato come qualche sciocco protagonista di qualche film della Disney.

Ero un bambino che lavorava sodo, il che ha dato i suoi frutti. Sono entrato in una buona scuola di grammatica e ho finito gli esami con i massimi voti, dopo aver buttato via la mia vita sociale per lo studio. Sono entrato in un ottimo college e infine in un'università ancor più buona. È stato lì che l'ho incontrata.

Stavo facendo un lavoro part-time alla cassa del negozio sotto casa, giusto il necessario per le tasse e le bollette e qualcosa in più in modo da poter, sapete, non sentirmi soffocato. La ragazza che era entrata sembrava tenace, con i capelli biondo cenere tenuti in una piccola coda disordinata e un'espressione imbronciata in volto. Sentii il bisogno di tenerla d'occhio. Sentivo puzza di guai. Forse detto così sembro lo stereotipo di uno stronzo, ma la beccai mentre cercava di rubare una barretta di cioccolato, quindi chi è il vero stronzo qui?

Quando vidi che stava facendo scivolare la barretta nella manica della giacca, scattai immediatamente dalla sedia e le afferrai il braccio. Mentre cercavo di dire un severo "quella la paghi?" riuscii a dire solo un "qu-". Aveva il polso scoperto e su questo...

C'era il mio nome.

"Che c'è?" brontolò lei. "Pagherò il dannato cioccolato. Oh. Perché mi stai guardando in quel modo?"

Rimasi senza parole, semplicemente lasciai andare la sua mano e le mostrai il mio polso. Apparentemente quelle lettere toccarono il tasto giusto. Entrambi ci fissammo l'un l'altro per quella che poteva essere un'eternità, e in quell'eternità, notai cose che non potevo vedere da dietro il bancone. Aveva occhi di un castano scuro e splendente, emanavano una luce birichina nonostante il resto della faccia fosse terribilmente serio. Un'infarinatura di lentiggini le attraversavano le guance e aveva una grande voglia di color sangue asciutto e della forma della Norvegia distesa sul collo, in parte oscurata dalla sua giacca e dalla maglietta di una band che non avevo mai sentito nominare.

Infine lei ruppe il silenzio. Aveva un accento irlandese. "Vuoi andare a fare una passeggiata una volta che finisci il turno?"

"Il mio, uh, il mio collega mi deve un favore. Gli chiedo di far in modo da non farti star seduta in giro per secoli. Aspetta un secondo".

Andai nella stanza sul retro, chiesi al collega di sostituirmi ed era fatta. Io e lei ci trascinammo lungo le vie, raccontandoci di noi. Iniziò con una piccola chiacchierata. Lei mi parlò della sua band. Io le parlai dei miei libri preferiti. Lei mi parlò del serpente che aveva come animale domestico. Io le parlai della mia paura delle altezze. Lei mi parlò della sua laurea in arte. E io della mia in informatica. Ma ovviamente lo scherzo non poteva durare per sempre e, alla fine, l'argomento inevitabile fu portato alla luce.

"Vedi", mi disse, mentre giravamo per un parco. "E te lo dico solo per quello che che c'è scritto sul tuo polso, non mi è mai piaciuto nessuno prima. Non in quel modo, almeno. E ho pensato che forse era stata la fortuna. Se avessi una relazione solo per incontrare... tu... beh, sai che succede. Cuore spezzato e tutta quella merda. Ma allo stesso tempo, fra me e te, mi stavo sforzando. Mi sto chiedendo se forse sono guasta. Sai?"

Annuii in assenso, forse un po' troppo entusiasta. Penso di aver avuto una frustata. "Capisco perfettamente! Ho pensato esattamente la stessa cosa, parola per parola. Pensavo di essere l'unico. Ma adesso... adesso siamo destinati a stare insieme e, uhm... francamente non sento niente per te. Niente di romantico. Mia madre mi ha detto che è sempre amore a prima vista quando incontri la persona giusta... Lo senti nel secondo in cui la vedi. Senza offesa, ma non lo sento".

"Nemmeno io. Allo stesso tempo, però, devo ammetterlo... sembri una persona perbene".

"Anche tu".

Lei mi sorrise, e i suoi occhi scintillavano ancora di più. "Amici a prima vista, sì?"

Ricambiai il sorriso, "Sì".

Ci scambiammo i numeri. Ci scrivemmo quasi ogni giorno. Ci incontrammo ogni settimana. Facemmo conoscenza delle rispettive famiglie. Lei mi presentò alla sua band. Ascoltai la loro musica per ore. Traslocammo insieme. E fino ad oggi, dieci anni più tardi, io e lei siamo ancora migliori amici. Siamo sposati, per pura convenienza, e viviamo sotto lo stesso tetto, condividiamo un letto a castello, un labrador dallo sguardo addormentato e una visuale dell'intera città. Abbiamo i nostri momenti traballanti, come in ogni relazione, ma io la amo e lei mi ama, anche se non c'è un briciolo di romanticismo in vista. Sì, alcune persone pensano sia strano. Ma a noi non importa. Perché lei è la mia migliore amica. Perché io sono il suo. Perché noi siamo i fottuti migliori amici l'uno dell'altra per sempre, siamo anime gemelle e, dannazione, ci amiamo come pazzi.

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