Capitolo 1.
Che mal di testa.
Ma dove sono?
Che cosa è successo?
Non riesco a respirare!
Cosa succede?
Ginevra, apri gli occhi! Aprili!Aprì gli occhi. La forte luce l'accecò. Si sentì i polmoni pieni d'acqua e con diversi colpi di tosse la cacciò tutta fuori.
Appena si sentì meglio, si alzò in piedi un po' barcollando e si guardò intorno per capire dove si trovasse. Era su una nave in mogano e con una vela rossa, ma non si ricordava come questo potesse essere possibile."Tutto bene bambolina?" Le chiese qualcuno alle sue spalle.
Si voltò e vide che a parlarle, era un giovane probabilmente poco più grande di lei. La guardava con i suoi penetranti occhi verdi, ovviamente in attesa di una risposta.
"Ehm..bene..bene credo."
"Cosa ci facevi in mezzo al mare?"
"Sinceramente? Non ne ho idea.
Se posso chiedere, dove mi trovo esattamente?"
"Ti do il benvenuto sulla Pegasus, la nave più temuta di tutti i mari"
"Perfetto, sto sognando."
"Come sarebbe a dire?"
"Beh, non c'è molto da spiegare. Guarda come sei vestito" disse rivolgendosi al lungo giaccone di pelle nera e agli stivaloni dello stesso materiale " guarda come sono vestita io invece" infatti indossava jeans, scarpe da tennis è una felpa nera col cappuccio.
"Giusto questo volevo chiederti, in quale stravagante luogo una donna indossa quel tipo di abiti? Da dove vieni tu precisamente?"
"Da New York"
"Non ne ho mai sentito parlare...fa per caso parte della provincia di Mesnuth?"
"..penso sia inutile tentare di ragionare razionalmente in queste circostanze..
In questo caso..non so da dove venga e neppure come sia arrivata qui. Ma ormai ci sono, quindi tanto vale informarsi.
Quale sarebbe il tuo nome? Barbanera?"
"Come osi paragonare me a quella sorta di sterco di balena?"
Lei rise e disse "questa non era male.
Se non è quello il tuo nome, quale sarebbe? Presentati"
"Con grande piacere. Io sono capitan James, o mia pulzella"
"Bene capitano, non so come funzioni qui, ma per quanto ne so io, i pirati non sono esattamente generosi e buoni. Per quale motivo avete deciso di salvarmi la vita?"
"In primo luogo, cosa ti fa pensare che siamo pirati? Mi sono presentato come capitano, ma non ho specificato che tipo di capitano"
"Beh, non ci vuole certo un mago per capirlo.
Per prima cosa, mi hai presentato questa nave come 'la più temuta di tutti i mari', là su in cima c'è una bandiera dal fondo nero e un teschio stampato, e inoltre penso che una nave di corsari non puzzi come questa."
"Nonostante tu l'abbia capito, continui ad essere piuttosto insolente, non trovi?" Disse cambiando leggermente tono di voce.
"Avresti potuto uccidermi prima se lo avessi voluto." Disse lei con tono provocatorio.
"Ad ogni modo, rispondi alla mia domanda. Perché sono ancora viva?"
"Me lo sto chiedendo anche io. D'altro canto, io e la mia ciurma siamo per mare da mesi, e non abbiamo da tempo contatti...non so se hai inteso.
Potrei benissimo usarti come dama da compagnia..che ne diresti?" Le disse afferrandole un braccio
"Ma anche no! Preferirei morire." Rispose lei duramente.
"Beh, per me non sarebbe assolutamente un problema, ma sarebbe un peccato sprecare un bel faccino come il tuo, bambolina" le disse accarezzandole una guancia. Lei subito si allontanò.
"E dunque cosa avresti in mente?" Gli chiese
"Vedremo" le rispose.
Successivamente, si allontanò e ordinò al suo quartiermastro di rinchiuderla nella stiva, nonostante lei si ribellasse.*la sera*
Ginevra era accucciata nella cella, essendosi ormai rassegnata e rattristita pensando alla sua sorte incerta e se sarebbe mai riuscita a tornare a casa.
Nel frattempo, il capitano, ormai finito di banchettare, ordinò al nostromo di portare la ragazza nelle sue stanze, lasciandogli credere che l'avrebbe usata per saziare i suoi piaceri notturni. Egli obbedì e andò a prendere di forza Ginevra, la quale, dopo essersi dimenata non poco, si arrese.
Una volta arrivata, il nostromo chiuse a chiave la porta alle sue spalle e vide James che l'aspettava comodamente seduto sulla poltrona con i piedi incrociati appoggiati sulla scrivania.
La camera aveva a sinistra un letto molto sfarzoso, di quelli con le tende intorno, a destra un armadio e accanto alla scrivania, che si trovava difronte alla porta, vi era una vetrina dove probabilmente venivano conservati alicuni degli oggetti preziosi del capitano.
Appena James la vide, balzò in piedi e si avvicinò a lei.
Ginevra fece un passo indietro abbassando la testa. Al contrario di quanto lei si aspettasse, lui le fece alzare lo sguardo tirandole in su dolcemente il mento.
"Tranquilla, voglio solo parlare.
Siediti pure."
Lei, continuando a tremare, accettò l'invito.
Appena Ginevra si accomodò, subito il capitano le porse una ciotola con il pasto che le aveva tenuto da parte. Prima di consumare il povero pasto, lei guardò dritto negli occhi James, cercando di capire se le sue intenzioni fossero buone o meno. Credendo che fosse sincero, iniziò a placare la sua fame. Non appena ebbe finito, spezzò il lungo silenzio e disse:
"Perché mi hai chiamata?"
"Volevo solo scusarmi per i modi bruschi" le rispose dolcemente.
Ginevra disse bruscamente "da quando in qua un pirata si scusa?!"
James rispose "essere un pirata non implica necessariamente non conoscere le buone maniere, specialmente con una fanciulla."
E Ginevra, con tono sarcastico, disse "buono a sapersi..."
"Ad ogni modo, sul letto c'è un abito, dovrebbe essere della tua misura."
"Non ti piacciono proprio i vestiti del ventunesimo secolo eh?"
"Credo solo che ormai dovresti iniziare ad adattarti alle nostre usanze."
Ginevra lo prese per guardarlo meglio: era un vestito amaranto, molto ampio, ricco e sfarzoso.
"D'accordo, lo indosserò, oramai questi vestiti sono tutti rovinati dalla salsedine. Dove posso cambiarmi?"
"Qui non va bene?"
"Certo, ma non in tua compagnia"
"Oh coraggio, ripagami facendomi restare" le disse con aria maliziosa.
"Fuori." Rispose lei seccamente.
James, divertito, uscì.
Dopo essersi cambiata, Ginevra uscì dalle stanze del capitano, camminando un po' impacciatamente a causa dell' ingombrante vestito.
"Sembro un cavolfiore" disse
Non appena James la vide, balenò nella sua mente un ricordo legato a quell'abito, e si commosse.
Incuriosita e anche intenerita da questa sua reazione, Ginevra gli si avvicinò e per sdrammatizzare disse : "ok che sono ridicola e inguardabile, ma mettersi a piangere mi sembra un po' esagerato."
James rise e le disse :"sei davvero incantevole invece"
Ginevra arrossì e abbassò lo sguardo, ma dopo quell'affermazione, tutto le fu chiaro.
"Sai James, adesso ho capito tutto, adesso so perché non hai avuto il coraggio di uccidermi o di lasciarmi affogare in mare." Gli disse.
"Oh davvero?" Le rispose lui.
"Proprio così.
Io ti ricordo qualcuno di molto caro che hai perso o che non vedi da molto tempo, giusto?
Non saprei specificare se questa fanciulla apparteneva alla tua famiglia o meno, ma so per certo che ti stava davvero a cuore. Puoi contraddirmi?"
Il capitano rimase sconcertato ed esitò prima di proferire parola. Infine le disse "seguimi"
La portò nuovamente nelle sue stanze e la pregò di accomodarsi.
Dopo aver fatto un respiro profondo, le disse:
"Hai indovinato. Hai perfettamente ragione.
Quel vestito apparteneva a una persona importantissima del mio passato...la quale, purtroppo, non c'è più.
Si tratta di mia sorella. È venuta a mancare pochi anni fa."
"Mi dispiace.."
"Anche a me..
Lei, come mia madre e centinaia di altra gente, è morta per mano di un essere spregevole e senza pietà."
"Chi?"
"Capitan Storm.
Un giorno, senza alcun motivo, approdò nel porto della mia città natale, radendola al suolo. Le vittime furono molte, come ti ho accennato. Io riuscii a salvarmi per puro caso."
"Che cosa orribile" disse Ginevra amareggiata.
"Sono diventato un pirata per questo motivo, unicamente per vendicare la morte di quegli innocenti.
Col tempo però appresi che Storm in nessun modo sarebbe morto, se non per mano di un unica persona."
"Ovvero?"
"Questo non lo so. La leggenda narra che sarebbe giunta in un epoca non definita e che sarebbe stata riconosciuta grazie alle sue innate doti nella lotta, al suo grande coraggio, alla sua grande intelligenza e, soprattutto, al suo grande cuore.
Ho girato tanto per trovare questo individuo, ma invano"
"Non temere, giustizia sarà fatta prima o poi" disse Ginevra rassicurandolo
"Lo spero" disse lui.
Dopo un istante di silenzio, disse:
"Adesso si è fatto tardi, è meglio che tu vada a riposare."
"E dove? In cella?"
"No. Puoi rimanere qui, io non ho sonno."
Detto ciò, lasciò Ginevra in camera e uscì sul ponte, passandoci tutta la notte.
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Lost in my mind
FantasyCosa provereste se vi ritrovaste, come per magia, trasportati in un altro mondo, soli, senza ricordare come una cosa del genere possa essere accaduta? Beh, questo è esattamente ciò che capitò a Ginevra, una giovane e coraggiosa ragazza newyorkese de...