Capitolo 5

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Era mattino ma continuavano ad essere immersi nelle tenebre.
La notte prima era stata davvero tremenda: l'albero maestro era stato gravemente danneggiato, la Jolly Roger era andata persa assieme a gran parte dell'equipaggio.
James e Ginevra erano a timone, tentavano di non far trascinare via la nave dalla corrente e il resto della ciurma era nel pieno del panico.
La pioggia si confondeva con gli schizzi delle onde, il veliero rischiava di ribaltarsi da un momento all'altro. Ginevra era terrorizzata, non riusciva a vedere nulla oltre il suo naso, sentiva solo le urla disperate dei suoi compagni.
Ad un certo punto, mollò il timone e cercò di raggiungere il ponte, nonostante James la esortasse dicendole di non farlo.
Quando lo raggiunse, vide l'equipaggio straziato ed esausto, aggrappato a qualsiasi cosa per evitare di cadere in mare.
"GINEVRA, ATTENTA!" Si sentì urlare alle spalle, era James.
Egli la spinse via poiché si era accorto del l'imminente caduta dell'albero maestro.
La ragazza si rialzò e vide il capitano mentre stava per essere schiacciato al suo posto.
"JAMES!" Gridò.

Buio, di nuovo.
James! Dove sei?
Di nuovo il mal di testa.
Su, apri gli occhi Ginevra!

Si svegliò.

Era nel letto del capitano.
Si alzò frettolosamente e, benché barcollante, corse verso il ponte.
Appena James la vide, le corse incontro e la strinse in un abbraccio.
"Grazie al cielo stai bene." Le disse.
"Oh James, sei vivo! Ho temuto il peggio.."disse lei.
"Anche io, ma per fortuna ci hai salvati tutti."
"Come sarebbe a dire?"
"Vuoi dire che non ti ricordi nulla di quello che è successo prima che perdessi i sensi?"
"Ricordo solo la tempesta e te che stavi per essere travolto dall'albero maestro."
"Beh, prima che potesse accadermi qualcosa, tu ci hai portati qui, oltre la tempesta."
"Come?"
"Non lo so di preciso, so solo che hai sprigionato della luce accecate librandoti in aria. Un secondo dopo ci siamo ritrovati qui, con te svenuta."
"Curioso.. Curioso a dir poco" commentò infine lei.
"Ma tu, tu mi hai salvato la vita, di nuovo" aggiunse poi.
"E tu hai salvato la mia, bambolina" rispose James pizzicandole dolcemente la guancia.
"La ciurma ti è infinitamente riconoscente."Continuò. Lei sorrise.
"ad ogni modo, basta con queste smancerie, quest'imbarcazione è un disastro, un peschereccio sarebbe in condizioni migliori." Disse la ragazza.
"Coraggio, razza di mozzi! Voglio vedere questa nave brillare!" Urlò all'equipaggio.
James rise e poi disse "Avete sentito il primo ufficiale? A lavoro!"
"Tu vieni con me invece" disse la ragazza al capitano afferrandogli un braccio.
"Dove?" Le domandò.
"Nel tuo alloggio." Gli rispose trascinandolo.
"Con piacere" disse malizioso.
Una volta arrivati, Ginevra chiuse la porta alle sue spalle.
"Se questo è il compenso, dovrei salvarti la vita un po' più spesso." Disse James levandosi la giacca.
"Ma che diamine stai facendo? Che hai capito? Pervertito!" Gli disse la ragazza.
"E cosa dovremmo fare io e te, qui, soli?"
"Devo trovare il modo di controllare ciò che è in me e che è capace di materializzare un veliero da una parte all'altra dell'oceano."
"Come vuoi, ma quello che avevo in mente io sarebbe stato di gran lunga più divertente."
"Idiota."
James rise e la guardò camminare pensosa avanti e indietro per la sua camera.
"Quando si è verificato quell'episodio, ci trovavamo in una situazione estrema, giusto?" Gli chiese la ragazza infine.
"Esattamente." Le rispose.
"Come fare per far si che esca di nuovo fuori questo 'potere'? Potrebbe essere ciò che mi aiuterà a sconfiggere Storm.."
"Beh, sembra che tu abbia la capacità di modificare il corso degli eventi a tuo piacimento..sembra che tu riesca a rendere reale un tuo desiderio, una tua volontà"
"Già.."
"Magari, semplicemente dovresti desiderare con tutta te stessa.."
"Potrebbe funzionare..
Proviamoci."
Detto ciò, si sedette a terra a gambe incrociate, chiuse gli occhi e si concentrò, tentando di materializzare sul suo capo un bel cappello da pirata.
Ogni tentativo fu vano.
Ginevra, stanca e scoraggiata, si arrese.
James, notando la sua afflizione, le si sedette accanto.
"Tranquilla bambolina, ci riuscirai." Le disse passandole la mano tra i capelli. Poi, per avvicinarla a se, le mise un braccio attorno alla vita e l'abbracciò. Ginevra appoggiò istintivamente la testa sulla sua spalla.
La situazione si faceva sempre più intima, quando improvvisamente lei gli sfilò la fiaschetta del rum che teneva, da buon pirata, nella tasca interna della giacca.
"Yoh-oh beviamoci su!" Disse alzandosi in piedi.
"Non sai che non si ruba il rum a un pirata?" Le disse James alzandosi a sua volta, fingendo un aria minacciosa.
"Quali sarebbero le conseguenze?" Rispose lei indietreggiando e provocandolo.
"La passerella!" le disse facendo un balzo verso di lei per raggiungerla.
Continuarono a rincorrersi per tutta la stanza fino a quando James, riuscendo a raggiungerla, la bloccò tenendole i polsi e la buttò sul letto, cadendole di sopra.
Rimasero a fissarsi per minuti e minuti.
Lei persa negli abissi degli occhi di lui; lui incantato: scrutava ogni angolo del suo viso, la pelle candida, le gote rosee e i grandi occhi, circondati da lunghe ciglia, ma soprattutto, guardava desideroso le sue carnose labbra.
Stavano per baciarsi, quando il nostromo entrò improvvisamente nella camera, dicendo tutto d'un fiato: "capitano! La stiva è vuota, non abbiamo più acqua né cibo!"
Quando si accorse di aver interrotto qualcosa, indietreggiò imbarazzato e disse:
"Chiedo venia..non avrei voluto.."
"Tranquillo, non è quello che sembra, non stavamo facendo nulla.." Gli disse Ginevra essendosi alzata e ricomposta.
"Cosa? Non ha interrotto niente?
Te la farò pagare questa caro Bill"
Ginevra rise e sgattaiolò fuori, sul ponte.

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