Il dottor Black.

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L'ambulanza arrivò in meno di 5 minuti e il corpo di Josh era ancora a terra, tenuto stretto tra le braccia di Jennifer.
Il vestito nero di pizzo che le aveva regalato poco prima si era sgualcito e qualche piccola goccia di sangue aveva iniziato a scendere dalla guancia destra del ragazzo macchiandolo di rosso.

"Cos'è successo?" Domandò il paramedico appena sceso dall'ambulanza.

"Non lo so. Non ho la minima idea di cosa sia successo." Rispose Jennifer asciugandosi le lacrime con la manica della giacca. "Stavamo uscendo dal locale ed improvvisamente lui è svenuto. Dottore lo aiuti per favore."

Il paramedico fece una breve visita per accertarsi delle condizioni di Josh e poi incaricò un collega di portare una barella.

"Mi scusi signorina dove crede di andare?" Domandò l'uomo a Jennifer, la quale nel frattempo aveva iniziato a salire sull'ambulanza.

"Sono la sua ragazza e stia pur certo che salirò su questa vettura e non lo lascerò da solo nemmeno per un secondo." Replicò lei.

Durante il tragitto in ambulanza i medici continuarono a visitare Josh: parametri vitali, pressione, battito cardiaco, eventuali emorragie.

Nell'arco di una decina di minuti arrivarono in ospedale e Josh venne separato da Jennifer, la quale fu costretta ad aspettare sue notizie in una piccola saletta poco illuminata.

Inevitabilmente dopo alcuni istanti la ragazza fu colpita dai sensi di colpa.
Era seduta su una fredda sedia di plastica e non poteva fare a meno di pensare a quanto era appena successo.

Aveva trattato male Josh e se l'era ripresa con lui nonostante la bellissima serata che le aveva organizzato. Era tipico di Jennifer e si odiava per questo.
'Sei una stupida' continuava a ripetersi, 'non te li meriti un ragazzo come lui'.

Era la seconda volta che si ritrovava in un pronto soccorso ad aspettare notizie di Josh e la cosa iniziava a preoccuparla. Di certo non era una cosa normale.
Ogni volta che sentiva il rumore di una porta Jennifer si girava con il cuore in gola. Quell'attesa la stava uccidendo.

Trascorsero all'incirca due ore e proprio quando Jennifer iniziava a temere il peggio, da una porta scorrevole arrivò un dottore.

La ragazza si alzò in piedi e avanzò verso quell'uomo in camice bianco.

"Salve, lei è la signorina Lawrence?" Domandò il medico.

"Si, sono io. Allora dottore? Come sta?" Chiese Jennifer in apprensione.

"Piacere signorina Lawrence, io sono il dottor Black. La buona notizia è che il suo ragazzo ora sta bene. Purtroppo nelle sue condizioni è normale avere questi tipi di crolli e tuttavia il signor Hutcherson dovrà iniziare la chemioterapia al..."

"Le sue condizioni? Quali condizioni scusi?" Domandò Jennifer interrompendo il dottore.

Le gambe avevano iniziato a tremare e stava facendo un enorme sforzo per non svenire.

"Si, il suo ragazzo ha un tumore al cervello, non lo sapeva?" Rispose il dottore.

"No, i-io non ne sapevo nulla.." il respiro di Jennifer si faceva sempre più affannato.
Il cuore batteva così forte che pensava sarebbe esploso da un momento all'altro.

"Beh, il tumore è piuttosto esteso ma lei saprà benissimo che la medicina sta facendo passi da gigante e ci sono delle buone probabilità che il suo ragazzo possa guarire, ma dovrà iniziare le cure prima che sia troppo tardi." Spiegò il dottor Black.

'Prima che sia troppo tardi'

Jennifer non riusciva a crederci. Stava forse sognando? Quello che le stava accadendo doveva per forza essere un incubo.
No.
Non era possibile.
Josh, l'amore della sua vita, il ragazzo dei suoi sogni aveva un tumore, stava male e non le aveva detto nulla. Ma perché?

"Signorina? Signorina si sente bene?" Chiese il dottore notando l'espressione afflitta di Jennifer.

"Si, si mi scusi ho solo bisogno di sedermi un momento." Rispose lei.

"Va bene, si sieda pure e quando vuole può andarlo a trovare. La stanza del suo ragazzo è la 166." Il medico poggiò una mano sulla spalla di Jennifer per poi scomparire di nuovo dietro la porta scorrevole.

La ragazza rimase per una decina di minuti a fissare il vuoto, incredula di quanto era venuta a sapere.

Poi, a passi incerti, si avvicinò alla stanza di Josh.

Era nel letto e dormiva ancora. Il tubicino dell'ossigeno lo aiutava a respirare ed una macchina ne controllava il battito cardiaco.
La ragazza lo osservò in silenzio, seduta su una sedia che si trovava poggiata contro il muro della stanza.

Proprio mentre lo stava fissando Josh aprì gli occhi.

"Hey.." disse il ragazzo alzando a fatica il palmo della mano destra. Un cenno per invitarla ad avvicinarsi.
"Mi dispiace tesoro, ho rovinato la serata. Deve avermi fatto male qualcosa."

"Dio Josh basta cazzate per favore.." Rispose Jennifer in tono seccato.

"Come scusa?!"

"Hai un tumore al cervello.." disse la ragazza.

"Jennifer io non-"

"Tu hai un cazzo di tumore al cervello e me lo hai tenuto nascosto per tutto questo tempo! Perché?!" Urlò con tutta la voce che aveva, era davvero arrabbiata.

"Mi dispiace Jennifer! Ti giuro che ho provato a dirtelo!" Replicò Josh mettendosi seduto a fatica.

"Ah si e quando? Nei giorni in cui mi ha fatto credere che fosse tutto perfetto? Forse ieri sera, quando hai organizzato tutta quella roba solo per illudermi che sarebbe stato sempre cosi? Mi hai fatto sentire una stupida!" Disse Jennifer con le lacrime agli occhi. "Tu mi hai mentito, Josh! Mi hai tenuta nascosta una cosa così importante. Non hai voluto condividerla con me ed io non potrò mai perdonarti per questo."

Jennifer prese la borsa e lasciò la stanza di Josh senza neanche dargli l'occasione di replicare.

Il ragazzo nascose la faccia tra i due palmi delle mani.

Non lasciarmi qui.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora