RAGAZZA RIBELLE Capitolo: 1

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Era un rumore fastidioso, continuo e straziante, come se fosse lì per rinfacciarti che non hai scampo a tutto questo, al futuro, al destino, alla morte. Io non ho mai creduto al destino, pensavo che tutto quello che accadeva a me o a altre persone fosse stato una conseguenza delle azioni mie o degli altri. Il destino, la sorte, il fato o come cavolo lo volete chiamare voi non esiste e le coincidenze sono solo delle conseguenze dovute ad azioni umane. Così la pensavo.

<<Juno se non inizi a prepararti farai tardi per cena!>>
Sbuffai, e smisi di fissare l'orologio tondo e impolverato appeso alla mia parete. Chissà quanti anni avrà avuto? So solo che quando sono arrivata in quella cosa lì, diciassette anni fa, c'era già ed era messo uguale. E io c'ero nata in quella casa.

<<Si, okay!>>
Urlai di rimando. Odiavo urlare, non faceva proprio per me, e mamma lo sapeva bene. Ero sicura che lo facesse apposta, solo per darmi fastidio. Quanto le sarebbe costato fare un po' di scale e venire in camera ad avvisarmi?

Scesi svogliatamente dal letto e feci partire il gira dischi.

the sack     
I've been too long I'm glad to be back                   
Yes I'm, let loose    
From the noose
That's kept me hanging about
I keep looking at the sky
'Cause it's gettin' me high 
Forget the herse 'cause I'll never die            
I got nine lives
Cat's eyes          
Usin' every one of them and running wild       
'Cause I'm back   
Yes, I'm back  
Well, I'm back   
Yes, I'm back  
Well, I'm back, back       
(Well) I'm back in black  
Yes, I'm back in black 
Back in the back                    
Testo trovato su http://www.testitradotti.it
Of a Cadillac  
Number one with a bullet, I'm a power pack           
Yes, I'm in a bang
With a gang
They've got to catch me if they want me to hang
Cause I'm back on the track    
And I'm getting to flac
Nobody's gonna get me on another rap     
So look at me now    
I'm just makin' my play     
Don't try to push your luck, just get out of my way                
'Cause I'm back   
Yes, I'm back  
Well, I'm back   
Yes, I'm back  
Well, I'm back, back       
(Well) I'm back in black  
Yes, I'm back in black 
Well, I'm back, Yes I'm back      
Well, I'm back, Yes I'm back      
Well, I'm back, back       
Well I'm back in black   
Yes I'm back in black 
Hooo yeah
Ohh yeah
Yes I am 
Oooh yeah, yeah Oh yeah
Back in now                
Well I'm back, I'm back        
Back, I'm back       
Back, I'm back       
Back, I'm back       
Back, I'm back       
Back   
Back in black  
Yes I'm back in black 
Outta sight  

"Back in black" degli AC/DC era una delle mie canzoni preferite, mi trasmetteva carica e depressione al tempo stesso. La descrizione di un mondo crudele ed egoista, la descrizione della verità. Io amavo la verità.
Aprii l'armadio in cerca di qualcosa da mettermi. Mamma non mi avrebbe lasciata vestirmi completamente di nero come facevo sempre, avrebbe detto che almeno per una volta dovevo provare a vestirmi come una comune cristiana e non come satana in persona.  Il problema era che io neanche ci credevo in Dio.
Afferrai un paio di jeans, potevo non vestirmi di nero per un giorno, ma non mi sarei mai messa uno stupido vestitino, e presi la prima maglietta che capitava: bianca e blu con le maniche a tre quarti.
Andai in bagno e mi spogliai, aprii i rubinetti della vasca e aspettai che l'acqua arrivasse a temperatura, nel mentre mi diedi un'occhiata allo specchio. I capelli scuri mi arrivavano sotto il seno, erano leggermente mossi ed erano l'unica cosa del mio corpo che mi piaceva. Non ero altissima, ma avevo le curve al punto giusto. Preferivo essere più magra. I miei occhi cambiavano colore a seconda dell'umore, in quel momento gli avevo blu scuro, come un oceano in tempesta. La tempesta ce l'avevo dentro.
Le labbra assomigliavano a due canotti e avrebbero fatto invidia a qualunque pornostar, che schifo. In fine il naso era piccolino è un po' all'insù, mentre la fronte era bassa e non avevo potuto farmi la frangia perché mamma aveva detto che se l'avessi fatta sarei diventata un "pesce palla". Odiavo il mio viso. Odiavo me.

Entrai nella vasca e mi rilassai massaggiandomi la cute e insaponandomi il corpo. Quando mi fui risciacquata tutta uscii e mi avvolsi in un asciugamano raccogliendo i capelli in un turbante. Mi misi un filo di mascara giusto per non sembrare uno zombie in fase di decomposizione e mi misi intimo e vestiti. Asciugai frettolosamente i capelli e mi infilai gli anfibi neri di pelle. Se mamma pensava che mi fossi messa i tacchi si sbagliava di grosso. Afferrai telefono e cuffiette e le cacciai nella tasca dei jeans, dopodiché aprii la porta della mia camera è scesi in salotto.

<<Amore, ce l'hai fatta finalmente!>>
Esclamò mamma in tono falsamente dolce.
Dedussi che gli ospiti erano già arrivati proprio dal tono in cui si rivolse a me. Se fossimo state sole mi avrebbe sgridata e avrebbe espresso i suoi pensieri su come mi ero vestita. Non che a me interessasse, tanto lo sapevo che qualunque cosa facessi, lei non l'avrebbe mai apprezzata, per il semplice fatto che ero io a farla.

Vicino a mamma comparve un uomo sulla quarantina, capelli corti e brizzolati e occhi ghiaccio, aveva un'espressione dolce, ma non falsa. Quell'uomo mi piaceva. Forse perché non avevo visto un briciolo di falsità o di egoismo nel suo sguardo.
<<Cristopher, questa è mia figlia Juno>>
Lei non riusciva a stare zitta un momento, dove a sempre essere al centro di ogni discussione, sempre. Inoltre doveva avere l'ultima parola su tutto.
<<Ciao Juno, io sono Christopher McCall, ma puoi chiamarmi Chris se ti va. Juno è un bellissimo nome, non trovi Cameron?>>
Christopher si girò verso la sala da pranzo e dalla porta vetro spuntó un ragazzo tutto ricci, alto molto più di me e con un fisico da Dio, sembrava disegnato da un pittore ottocentesco, i suoi lineamenti erano duri e allo stesso tempo dolci, e ad incorniciare il viso vi erano due pozze di ghiaccio molto simili a quelle di Cristopher. Mi sorrise e due fossette si insinuarono ai lati delle sue labbra. Il ragazzo più bello che io avessi mai visto.

<<Si, in effetti Juno è un bellissimo nome, è ispirato alla dea greca Junone? In effetti ci assomigli molto.>>

Mi sorrise, quelle fossette è quella dentatura perfetta mi mandò in tilt.
Aspetta? Cosa mi aveva chiesto? Ah sì, il mio nome.

<<Si>>
Riuscii infine a dire, stregata dalla sua voce è dal suo sorriso esuberante.

HELLS BELLSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora