Il risveglio quella mattina fu molto imbarazzante, Cameron aveva cambiato completamente approccio verso di me. Era distaccato e freddo e mi fece male. Ero stata molto bene la sera prima e la notte avevo dormito tranquillamente, ma il suo cambio d'umore repentino mi fece rimanere male. Appeno finii di fare colazione mi precipitai fuori da casa sua senza nemmeno dirgli un "ciao". Non che a lui fosse fregato molto, non riuscivo a capire cosa fosse successo dal giorno alla notte.
Feci un pezzo di strada a piedi e mi fermai alla fermata dell'autobus più vicina, appena arrivò salii su e viaggiai fino a casa. Aprii il cancelletto della villa, ma prima di entrare notai un'auto a me sconosciuta. Mamma aveva una Lancia e papà una Range Rover, mentre quello era una Lamborghini nera fiammante che sprizzava ricchezza da tutti i pori. Odiavo le automobili costose, preferivo gli autobus. Misi la mano nel vaso della pianta vicino alla porta principale ed estrassi un mazzo di chiavi sporche di terra, le pulii sulla maglietta e le misi nella serratura facendola scattare. Appena entrata un senso di vomito mi arrivò dritto alla gola, sentii dei gemiti provenire dal piano di sopra e prima di salire le scale feci un lungo respiro. Speravo solo che non fosse quello che pensavo.
Non mi ero resa conto di essere già arrivata al piano di sopra finché non mi si parò davanti la più brutta visuale della mia vita.
Mamma era sul letto in reggiseno a cavalcioni su un uomo che non era papà, non riuscivo a realizzare, non poteva avere fatto una cosa del genere a papà. Mi si inumidirono gli occhi, ma non piansi. Mi sentii tradita, non che la nostra fosse stata una famiglia perfetta, non lo metto in dubbio, ma non credevo che lei sarebbe riuscita ad arrivare fino a quel punto.
Mia madre girò il capo nella mia direzione è appena mi vide sbiancò in viso, in due secondo si era tolta da sopra l'uomo ed era già in piedi.<<Amore, aspetta! Posso spiegarti!>>
Amore? Non aveva il diritto di chiamarmi così.
Mi girai di scatto evitando che mi raggiungesse ed uscii di casa più in fretta che potevo. Mi misi a correre per strada, non sapevo dove andare o cosa fare, sentivo solo un grande peso che mi schiacciava il petto e una voglia sovrumana di vomitare. Stavo correndo così disperatamente per le strade deserte che non mi ero nemmeno accorta che si era messo a piovere e che ero bagnata fradicia. Non mi interessava, volevo solo andare il più lontano possibile dalla mamma, da casa e da tutto. Volevo solo andarmene e scomparire perché sapevo che non sarei riuscita a sopportare quel dolore che si faceva spazio dentro di
me a martellate, non era un dolore fisico, ma dell'anima.
Smisi di correre e iniziai a singhiozzare, odiavo piangere e non volevo sembrerete una noccio setta frignona, ma non riuscivo a smettere, sapevo che quel male non sarebbe passato, forse ero destinata a soffrire per sempre. L'emozione che prevaleva in me in quel momento era la solitudine, io mi sentivo fottutamente e inesorabilmente sola.<<Non meritano le tue lacrime, nessuno le merita.>>
Al suono di quella voce girai velocemente la testa e mi ritrovai davanti un Cameron zuppo d'acqua e con i capelli ricci attaccati al collo, aveva un non so che di selvaggio, di spirito libero. Mi guardava con quegli occhi luccicanti nonostante la poca luce che c'era. Il cuore velocizzò i suoi battiti.
<<Come facevi a sapere che ero qui?>>
Era la domanda più stupida che potevo fare, ma anche la prima che mi era saltata in mente. Con la manica del giubbotto mi asciugai gli occhi e anche se non potevo vederlo immaginai fossero Rossi e gonfi, mi aveva visto piangere, mi aveva visto debole.
<<Ti ho seguita>>
Disse Cameron tranquillamente. Perché lo aveva fatto?
Come se mi avesse letto nel pensiero continuò a dire..<<Sono stato uno stronzo questa mattina, non dovevo trattarti così è mi dispiace, è solo che non mi era mai successo di tenere così tanto a una persona come tengo a te, io non posso e non voglio starti lontano, mi fai sentire bene, mi fai sentire vivo.>>
I miei occhi si allargarono e pensai uscissero dalle orbite, mi aveva detto quello che avevo sentito? Lui ci teneva a me? Era l'unica persona a cui interessava qualcosa di me e anche io non riuscivo a stargli lontana, ero così triste confusa e felice. Come si può provare così tante emozioni tutte in una volta?
<<Ho freddo>>
Mi schiaffeggiai mentalmente, lui mi aveva appena aperto il suo cuore e io gli avevo detto di avere freddo? Ma che cazzo di problemi avevo?
Invece lui non si curò della mia risposta inadeguata e si tolse il giaccone di pelle aiutandomi ad infilarlo, ci sarei stata tre volte dentro quel coso, ma era caldo e sapeva di Cameron e per un secondo mi sentii a casa.
STAI LEGGENDO
HELLS BELLS
RomanceJuno è la pecora nera della famiglia Spencer. I suoi sogni sono tanti e confusi e anche se la sua famiglia ha in serbo per lei un futuro chiaro e sicuro, lei non riesce a trovare se stessa. Juno è una ragazza particolare come il suo nome, vestita se...