Genitori

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Mi squilló il telefono, quasi caddi dalla sedia, era tra le nuvole da ormai un pó di giorni. Afferrai l'aggeggio che continuava a suonare senza sosta nelle miei orecchie, sbloccai la chiamata e senza vedere di chi era il numero lo posai vicino l'orecchio..

<<pronto?>> chiesi con voce  stanca,
<<ciao Keisha,sono mamma>> quasi mi strozzavo con il tramezzino che stavo mangiando, non si era fatta viva ormai da 2 anni, forse si era ricordata che aveva una figlia.

<<se esci da questa casa, sappi che la porta sarà per sempre chiusa per te>> mi disse guardandomi con gli occhi di chi forse aveva perso una battaglia,
<<questa casa per me è sempre stata chiusa, vivevo nella mia stanza i giorni interi e in quei giorni dove stavo passando momenti difficili come la prima cotta andata male, il non sentirmi capita o cose del genere che riguardano l'adolescenza, come avrei voluto il sostegno della mia famiglia a dirmi " Hey passa, sono solo fasi normali alla tua età ma vedrai che tutto sistema" invece niente ne un come stavo quando tornavo da scuola, quando tornavo piangendo nessuno che mi fermasse per chiedermi come stavo,nessuno su cui potevo contare, ogni volta che venivo vicino a voi per un abbraccio o per un bacio mi avete sempre respinto dicendo che avevate cose più interessanti da fare. Ma secondo te io tutte queste cose non le ricordo. Secondo te non ricordo che quando volevo andare a giocare con altri bambini mi impedivate di giocare con loro? Devo rinunciare a questo mamma? Sappi che ad avere una famiglia già ciò rinunciato tanti anni fa>> con questo diedi un occhiata a mio padre che si era alzato ed affiancato a mia mamma, mi girai e me ne andai.

<<pronto, Keisha, ci sei ancora?>> la voce di mia Mamma dal telefono mi riportò nella realtà,
<<si si ci sono, dimmi,come mai questa chiamata?>> abbastanza riluttante aspetti la risposta,
<<tra un pó è Natale Keisha, stavamo pensando se ti andrebbe di venire qui per le vacanze?>> stavo quasi per ricadere dalla sedia e mi guardavo intorno cercando di capire dove fosse lo striscione con su scritto "É uno scherzo", ma non c'era nessuno striscione.

<<Lo so non ci siamo fatti sentire da 2 anni,ma abbiamo bisogno della nostra bambina, papà sta molto male e il suo ultimo desiderio e passare un natale come una famiglia felice, come una famiglia che non siamo mai stati>> mio padre non stava bene e lei me lo diceva così come se fosse acqua?
<<cosa ha?>> domandai aspettandomi il peggio, ma al peggio non mi ero preparata bene quando disse <<un tumore non operabile che man mano si sta espandendo in tutto il corpo>> prima di crollare avevo ancora un pó di rabbia verso loro e sopratutto verso mia mamma,<<mio padre ha un tumore e tu me lo dici quando ormai sta quasi morendo? Ma mi spieghi cosa cavolo ti dice il cervello?>> la sentii piangere e crollai anche io avevo solo vent'anni e sapevo che col tempo il muro che avevo costruito avrebbe iniziato a crepare. Stava accadendo ma io stavo creando con lui.

<<vengo il prima possibile>> attaccai.

Keisha & Darren  - Il Mondo IncantatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora