Rimasi abbastanza attonita quando entrai in casa, papà ormai non riusciva neache a parlare, ogni parola era un colpo di tosse ed ogni colpo di tosse era un parola non detta. Per quanto tra me e lui non scorreva buon sangue, mio padre era sempre stato l'uomo forte della famiglia e vederlo così costretto a stare seduto sopra una poltrona di fronte al camino mi dava tanta tristezza. Mia mamma era sempre stata una donna curata, non usciva senza il trucco perfetto, scarpe, pantalone e maglietta compreso il cappotto doveva essere tutto in perfetto abbinamento, mentre ora era li come non l'avevo mai vista, aveva completamente dimenticato la sua cura.
E poi c'era Alessandro che non si era fatto vedere per 5 anni ed ora e li che mi osserva. Gli passai davanti indifferente e cominciai a salire le scale che portavano alla mia camerretta e lui era dietro di me.La mia cameretta era rimasta come esattamente me la ricordavo le pareti verdi e il grande armadio verde chiaro erano le cose che mi piacevano di più di quella stanza, ma c'era una cosa che mi era piaciuta sempre più di tutte, era una finestra sotto al soffitto dal quale potevo vedere il cielo, da bambina nella notte di Natale spero di vedere Babbo Natale che passava con la sua slitta e le sue renne sopra la casa ma puntualmente mi addormentavo ed il mio sogno veniva rimandato all'anno successivo.
Ritornando ad Alessandro era li che mi osservava mentre svuotavo la valigia e sistemato i vestiti nell'armadio.
<<ti ho cercato, devo darti un messaggio da un mio superiore>> lo guardai aspettando che continuasse.
<<tutti questi anni quelli dove io ero sempre vicino a te era perché dovevo vedere se tu potevi ricoprire un ruolo.>>
<<un ruolo?>> risposi abbastanza stranita.
<<dovresti venire con me>> mi disse aspettando la mia risposta.
<<con te? Per fare cosa?>>.
Si andò a sedere sul mio letto <<devo parlarti>> con la mano mi fece segno di raggiungerlo li per sentire la sua storia.
<<Fin da bambina vedevi me, in ogni tuo ricordo dalla tua infanzia ci sono io giusto?>> annui solamente.
<<ecco keisha, sei sempre stata una bambina un pó speciale, come ben sai tutte le persone del mondo ogni giorno vengono sottoposte a pericoli ed il mio compito fino ad oggi era quello di proteggerti, tu sei l'ultima fata dell'acqua esistente e se ti fosse successo qualcosa sia il mio che il tuo mondo sarebbero potuti andare incontro ad una carestia e come ben sai questi due mondi sarebbero potuti sparire>> cosa ero io?? FATA DELL'ACQUA?? non stavo capendo molto.
<<lo so keisha ora è tutto strano e sopratutto nuovo ma ti pregò se mi segui potresti capire molte cose>>
<<dove dovremmo andare?>> chiesi.
Lui indicò l'armadio verde della mia stanzetta.
<<potremmo usare quello come passaggio da un mondo ad un'altro>> acconsentì a fare questa cosa pazza.
Usare un'armadio, con un fantasma, per entrare in un nuovo mondo, si era una cosa pazza.
<<sarà abbastanza strano, l'importante che non lasci la mia mano>> mi disse con tono severo.
Alessandro aprì un'anta dell'armadio e mi incitò ad entrarci, lo guardai un'attimo prima di fare come mi stava suggerendo, lui entrò subito dopo di me e mi strinse la mano sorrise, e da quel momento non capii più niente.
~Spazio me~
Ciaoooo!! Mi scuso dell'assenza ma ho avuto problemi col mio telefonino e non ho potuto aggiornare prima.Come promesso ora si entra nel vivo della storia!!
Mi scuso per gli errori....
Se il capitolo vi è piaciuto lasciate un commento ed un voto
CIAO!!
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Keisha & Darren - Il Mondo Incantato
FantasiaMi abbassai per scansarmi il pugno della ragazza bionda da gli occhi neri come la notte. Non so cosa stava successo ma in quell'istante dentro di me cambiò qualcosa. Strane creature dominavano quei posti. Ero abituata a sognarli non a parlargli.