• Capitolo Due

300 39 12
                                    

I fiocchi di neve cadevano leggiadri sulla piccola città di Burgess, ricoprendo i palazzi e le abitazione di una pesante coltre di neve fresca.

I bambini giocavano allegri nelle piazze della piccola cittadina, lanciandosi palle di neve a vicenda e ridendo come non mai.

Un ragazzo in particolare, dalla corporatura esile e dai capelli bianchi, se ne restava in disparte, appollaiato su un grande albero e sorridendo in direzione dei bambini: adorava vederli così felici, così spensierati, incuranti del mondo orribile che li circondava.
Ed era ancor più contento nel sapere che il loro sorriso era comparso a causa sua.

O meglio, della neve che portava.

E non poteva essere più soddisfatto di se stesso.

Da quando Pitch Black era stato sconfitto, lui, Jack Frost, era divenuto finalmente un Guardiano.
Aveva credenti, ora, persone che riuscivano a vederlo ed a parlargli, che apprezzavano il suo lavoro, che lo amavano, e non poteva che essere più felice.

Aveva avuto il suo lieto fine, infondo, dopo 300 anni di solitudine e di attesa.

Rabbrividì ricordando quel tempo, in cui la sua unica compagnia erano stati i suoi pensieri ed il vento.
Nessuno credeva in lui, allora, nessun bambino riusciva a vederlo. Era stato lasciato nella solitudine, con il cuore che, man man che passavano gli anni, perdeva qualche pezzo, facendolo sentire vuoto e solo.
Inutile.
Inesistente.

E poi erano arrivati i Guardiani.
North, Sandman, La fata dei Denti e Coda di Cotone ( comunemente chiamato Coniglietto di Pasqua) lo avevano salvato dall'oblio e lo avevano accolto nella loro stramba famiglia, come un figlio.

Insieme avevano sconfitto Pitch, il quale aveva come scopo quello di torturare i bambini con i suoi incubi, trascinando il mondo intero nella paura. Ma avevano vinto, alla fine.
E Jack, avendo contribuito alla battaglia ed essendo stato determinante per la vittoria, si sentì per la prima volta, dopo tanto tempo, qualcuno.

Non si possono descrivere la gioia e l'eccitazione che avevano preso controllo del ragazzo quando era stato nominato ufficialmente Guardiano.

Finalmente. Era questa l'unica parola che la sua mente era riuscita a formulare in quel momento.

Finalmente.

Si chiedeva solo perché l'Uomo nella Luna, colui che lo aveva messo al mondo per la seconda volta, avesse aspettato così tanto tempo per farlo diventare Guardiano.

Una notte, pochi giorni dopo la sconfitta di Pitch, il ragazzo aveva deciso di porre quella domanda direttamente a lui.
Aveva pensato che, essendo divenuta Guardiano, Manny lo avrebbe considerato un po' di più ed avrebbe finalmente deciso di parlargli.

Non fu così.

Amareggiato, il ragazzo si era recato al lago ed era rimasto lì per la notte, da solo con i suoi pensieri.
Una cosa che aveva imparato durante i suoi 300 anni di solitudine, era che "se vuoi fare una cosa bene, devi farla da solo "

<< Ehi, Jack! Jack! >>

La voce di un bambino interruppe bruscamente i pensieri tormentati di Jack, il quale sbattè le palpebre, confuso, per poi rivolgere lo sguardo verso chi aveva parlato.
A fissarlo dal basso era Jamie Bennett, un ragazzino di 12 anni dalla corporatura esile, con dei caldi occhi marroni e degli arruffati capelli castani che gli incorniciavano il viso paffuto.
Gli occhi di Jack si illuminarono non appena lo vide: quel ragazzino (non più bambino) era stata la causa principale della vittoria dei Guardiani contro Pitch, per via della sua fede e del suo coraggio, ma, sopratutto, era stata la prima persona ad aver creduto in Jack.

<< Ehilà piccolo! >> fece quest'ultimo, scendendo con un balzo dall'albero ed arruffando ancor di più i capelli di Jamie.

Il ragazzino fece una smorfia imbronciata.

<< Non sono piccolo >> borbottò << ho 12 anni! >>

Jack alzò gli occhi al cielo.
<< Per me rimarrai sempre quel bambino imbranato con un dente mancante >> ribattè, ridacchiando.
Jamie socchiuse le palpebre in quella che doveva essere un'espressione minacciosa, dopodiché si chinò e prese un po' di neve fresca, ammucchiandola fino a formare una palla.
<< Ti faccio vedere io chi è imbranato! >> disse con un ghigno, lanciando la palla di neve contro Jack, il quale cadde a terra con un piccolo tonfo.

Jamie rise, tenendosi lo stomaco con due mani, mentre il ragazzo si alzava, togliendosi la neve dal viso con una mano.
<< Vuoi la guerra eh? >> sussurrò, socchiudendo gli occhi << e guerra avrai! >>

Con il bastone che teneva tra le mani iniziò a creare una serie di palle di neve, che volarono contemporaneamente verso Jamie.
Quest'ultimo, dopo aver balbettato uno spaventato "oh, oh " prese a correre, inseguito dalle palle di neve volanti.

Jack rise, e presto tutti gli amici di Jamie - Pippa, Caleb, Claude, Monty e Cremina - si unirono al gioco, ridendo e lanciandosi palle di neve a vicenda.

" Oh sì " pensò Jack " questo è decisamente il più bel lavoro che esista "

Rise Of The Guardians 2:The Return Of DarknessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora