<< Papà! Sono tornata! >>
Diana fece irruzione nella Caverna sotterranea, con solo il rumore dei suoi passi a farne da padrone.
Entrò nella sala del trono, le bende in una mano ed una boccetta di vetro nell'altra.
<< Ehi papà! >> urlò, e la sua voce rimbombò nel luogo << Ho trovato le bende... Ed una pozione Curatis che ho rubato da Baba Yaga >> ridacchiò ricordando il modo in cui la vecchia strega le aveva lanciato dietro ogni tipo di incantesimo, non riuscendo a colpirla nemmeno una volta.
Era sempre divertente infastidire gli spiriti più anziani.
Con ancora il sorriso sulle labbra, Diana si diresse verso il punto in cui aveva lasciato il padre.
Una volta arrivata lì, però, tutto quel che vide fu una macchia nera sul pavimento.
Il suo sorriso si spense così come era arrivato, e la preoccupazione incominciò ad occupare il suo cuore.
Si guardò intorno, controllò in ogni anfratto, in ogni angolo dell'enorme stanza, ma di Pitch nessuna traccia.
<< Papà? >> gridò, le palpebre socchiuse ed il cuore che batteva sempre più velocemente << dai esci fuori, so che sei qui! >>
Nessuna risposta.
Deglutendo, la ragazza strinse le dita intorno agli oggetti che aveva in mano, gli occhi socchiusi nella concentrazione.
Possibile che fosse arrivata troppo tardi?
Prima che questo pensiero potesse fare irruzione nella sua mente, una voce la fece sobbalzare.
<< Ce l'hai fatta >>
La ragazza si voltò, trovandosi davanti un Pitch decisamente ringiovanito e sano. Indossava una divisa nera, ed intorno alla vita aveva una cintura dorata.
Diana rimase confusa di fronte a quella vista.
<< Papà? Ma come hai...? >> fece per parlare, ma Pitch la interruppe, venendole incontro con un sorriso sulle labbra.
<< La paura, Diana >> rise, prendendo la ragazza per le spalle e guardandola negli occhi << la paura. Non appena hai distrutto quelle barriere intorno alla mia Tana, tutto il terrore della gente di Burgess è arrivato a me, e le ferite si sono come rimarginate magicamente! >> i suoi occhi si illuminarono, mentre un sorriso gioioso compariva sul suo volto << Inoltre, mi sono appena ricordato di una cosa... una cosa che tenevo nascosta per molto, troppo tempo, e che penso sia arrivato il momento di farti vedere. Sarà la nostra carta vincente. Vieni con me. >>
Detto questo prese Diana per una mano e la condusse verso una porta in mogano nero.
<< Bè, allora non è servito a nulla rischiare di farmi uccidere da quella vecchia arpia >> sbuffò la corvina, osservando il padre aprire la porta. << E poi, non avevi detto che eri stato troppo "occupato a non farti uccidere dalle tue creazioni" nel corso di questi tre anni, per pensare ad un piano? >>
Pitch ridacchiò in risposta, scuotendo piano la testa.
<< Bè, era quello che credevo >> rispose, guardando la figlia negli occhi << Ma poi mi sono ricordato di Lui. Ed il resto è venuto da sè >> fece una pausa per riprendere fiato; poi continuò, indicando la boccetta di vetro nelle mani di Diana << E per quanto riguarda quella, tienila.Potrebbe tornarci utile, in futuro >> disse.Dopodiché entrò nella stanza, seguito a ruota dalla ragazza che lo fissava incuriosita.
Si guardò intorno, ma quello che vedeva era solo buio e, nonostante ci fosse abituata, le risultava impossibile vedere a più di un palmo dal proprio naso.
<< Ehm... Papà? >>
<< Sh! >> la zittì Pitch.
Dopodiché ci fu il suono di uno schiocco, e una luce accecante occupò il centro della stanza, illuminando quella che doveva essere una cupola.Diana socchiuse gli occhi ed aggrottò le sopracciglia, incerta sul da farsi.
Guardandosi intorno, si rese subito conto di non essere mai stata in quella stanza.Quel luogo le era completamente sconosciuto, nonostante il buio circostante le permettesse di vedere ben poco, esclusa la strana cupola al centro della camera.
<< Vieni Diana >>
La voce di suo padre la riportò nuovamente nel mondo reale, risvegliandola dai suoi pensieri.Seguì Pitch vicino alla cupola e, finalmente, poté vedere cosa si celava al suo interno...
...Ed il suo cuore mancò un battito.
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Rise Of The Guardians 2:The Return Of Darkness
RandomDiana è sempre stata uno spirito libero; Ribelle, menefreghista, malvagia e spietata. Passa le sue giornate a portare angoscia e disperazione nel mondo, procurandosi quei pochi credenti che le occorrono per la sua sopravvivenza. Le piace rimanere...