Diana non sapeva dire con certezza per quanto lei e suo padre fossero rimasti lì, al centro della macabra cavera, abbracciati l'un l'altro, senza dire o fare nulla, a parte stringersi forte, con la paura costante che uno di loro sarebbe potuto scomparire all'improvviso.
Diana non era mai stata una tipa affettuosa, nè tantomeno dolce. Era uno spirito solitario, la "cattiva ragazza" per così dire, dalla quale tutti si tenevano alla larga, anche gli spiriti più oscuri.
Non aveva amici, solo conoscenti che le fornivano le informazioni necessarie per sapere cosa accadeva nel mondo.
Come Bloody Mary, ad esempio, lei sì che era una tosta.
Era lei che le aveva parlato della sconfitta di Pitch, davanti ad una tazza di tè bollente.
Era una grande ascoltatrice, Mary, e forse una delle poche persone di cui Diana si fidava.E poi c'era Kevin Rawls, Spirito della Guerra.
Lui era probabilmente l'unico vero amico di Diana.
Nonostante le apparenze, Kevin con lei si comportava in modo divino.
Parlavano, scherzavano e si divertivano insieme, come dei bambini.
Si erano incontrati per caso, un giorno di autunno, e subito, nonostante la diffidenza iniziale, avevano capito di avere qualcosa in comune.
Kevin era un bel ragazzo: alto, moro ed abbastanza muscoloso. Aveva due occhi color grigio cenere che erano in grado di perforarti l'anima se li guardavi troppo a lungo.Molti spiriti pensavano che loro due, Kevin e Diana, fossero insieme, come una coppia, per via del tanto tempo trascorso insieme, ma la ragazza lo considerava come un fratello. Non l'aveva mai sfiorata l'idea di entrare in una relazione amorosa con lui.
Lo stesso però non si poteva dire di Kevin.
Diana di certo non si lasciava sfuggire gli sguardi pieni di desiderio che il ragazzo le rivolgeva quando erano soli, o il suo sorriso quando la rivedeva dopo una settimana di assenza.
La giovane quasi temeva il giorno in cui l'amico avrebbe deciso di rivelarle i suoi sentimenti, ma per il momento questo pericolo poteva essere facilmente scampato.Insomma, in poche parole, Diana Black riusciva ad essere quasi se stessa solo con tre persone:
Kevin, suo padre e Bloody Mary.Gli altri per lei erano solo estranei.
Niente di più, niente di meno.Con lo sguardo basso, la ragazza si staccò dall'abbraccio, cercando di riconquistare la sua compostezza.
Dopodiché si rivolse al padre.<< Allora, vogliamo iniziare con il piano oppure- >> iniziò, ma Pitch la interruppe.
<< Prima dimmi come hai fatto a riaprire il Passaggio al mio regno >>
Dopo aver sentito quella domanda, il sorriso perfido di Diana fece il suo ritorno, insieme alla malizia nei suoi occhi.
<< Bè, è stato abbastanza semplice >> rispose, guardandosi le unghie di una mano << Una sciocca ragazzina gironzolava senza paura nel bosco, è bastato qualche trucchetto per farla impazzire di disperazione >> ridacchiò ricordando lo sguardo di puro terrore che le aveva rivolto la ragazzina nella Radura << Ora è da qualche parte nell'Oblio. Insieme agli altri bambini. Stanno scomparendo molto più in fretta di quanto immaginassi. >> fece una pausa per riprendere fiato << Comunque, probabilmente tu non hai sentito la paura di quella ragazzina perché c'era quella barriera intorno al tuo nascondiglio... >>
<< Barriera? >> la interruppe Pitch, confuso << Quale barriera? >>
La ragazza lo guardò negli occhi, per poi scuotere con noncuranza le spalle.
<< Qualcuno l'ha messa intorno al tuo nascondiglio, probabilmente per non permettere alla paura degli altri di arrivare a te. >> rispose << Una mossa furba, ma sfortunatamente per loro io avevo un asso nella manica. Come sempre, d'altronde. >> ridacchiò << È bastata un po' di polvere AnnullaIncantesimi, che mi ha gentilmente procurato Bloody Mary, per fare a pezzi la barriera. E così... wolla! Il gioco è fatto! Geniale, no? >>
Pitch ascoltò Diana con la fronte corrugata, soprappensiero: e così, gli Incubi avevano pensato proprio a tutto eh?
Piazzare una barriera intorno al nascondiglio del loro ex-padrone, per poter così cibare se stessi e lasciare a marcire Pitch nell'ombra della sua caverna.
Crudele.
Troppo crudele.Ma, infondo, gli Incubi erano solo macchine programmate per distruggere: i Servi del Diavolo, per così dire, come d'altronde lo erano lui, Diana e tutti gli spiriti oscuri che vivevano sulla Terra.
A distrarre Pitch dai suoi pensieri fu proprio la figlia, che prese a muovere la mano davanti alla sua faccia, cercando di riportarlo nella realtà.
<< Oi, ci sei? >> fece la ragazza, infastidita.
<< Eh, cosa? >> borbottò Pitch.
Diana alzò gli occhi al cielo. << Ti ho chiesto se avevi un piano! >>
<< No >> rispose Pitch con noncuranza.
<< Come sarebbe a dire "no"? >>
<< Sarebbe a dire che no, non ho un piano >>
<< Ma... Hai passato tre anni in questa topaia, e non hai pensato ad un nuovo strabiliante modo per conquistare il mondo?! >>
<< Forse, e dico forse, sono stato troppo impegnato a cercare di non farmi uccidere dalle mie creazioni! >>
<< Bè, ma avrai comunque pensato a qualcosa! >>
<< Niente di molto efficace >>
<< ... >>
<< Non guardarmi così! >>
<< Sì, ehm okay, allora dovremmo iniziare tuuuutto da capo, giusto? >>
<< Giusto, ma stavolta non mi permetterò di commettere errori. Andremo con calma. Non ci faremo notare >>
Diana ghignò << Quello é il mio mestiere, paparino >>
Pitch annuì, sorridendo malignamente << Prima di tutto, devo riconquistare le mie forze. Non credo però che gli Incubi mi vogliano ancora come loro padrone. >>
Sospiró.
Improvvisamente, un dolore lancinante prese a trafiggergli l'addome; scivolò contro il muro, fino a toccare il terreno, mente Diana correva verso di lui con uno sguardo preoccupato in volto.
<< Papà... >> sussurrò, inginocchiandosi di fronte a lui ed osservandogli il busto << ...T-Tu sanguini! >>
<< Si >> gemette Pitch, cercando di mettersi seduto, mentre una smorfia di dolore gli occupava il viso << Deve essere una di quelle ferite che mi hanno procurato gli Incubi. Probabilmente non dovevo restare alzato per così tanto tempo >>
Diana strinse le labbra in concentrazione, mentre la sua mente cercava di trovare una soluzione a quel problema.
<< Facciamo così. >> disse infine << Io ti cambio le bende, e poi vado fuori a cercare di spaventare qualche marmocchio. Ora che la barriera si è dissolta, potrai percepire nuovamente la paura >>
<< Va bene >> borbottò Pitch, osservando Diana alzarsi in piedi e spolverarsi l'abito.
<< Torno subito, vado a prendere delle bende. Non. Ti. Muovere >>
Detto questo, la ragazza prese a correre verso l'ingresso, ignara del sorriso vincente e perfido che stava occupando il viso di Pitch Black in quel momento.
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Rise Of The Guardians 2:The Return Of Darkness
CasualeDiana è sempre stata uno spirito libero; Ribelle, menefreghista, malvagia e spietata. Passa le sue giornate a portare angoscia e disperazione nel mondo, procurandosi quei pochi credenti che le occorrono per la sua sopravvivenza. Le piace rimanere...