La Foresta di Burgess era più silenziosa e buia che mai: l'oscurità la faceva da padrone e l'unico suono che si riusciva ad udire in quel luogo abbandonato da Dio era il dolce fruscio delle foglie secche che, leggiadre, si alzavano mosse dal vento.
Jack camminava con il bastone puntato di fronte a sè, lo sguardo vigile che viaggiava da albero in albero e le orecchie aperte, pronto ad attaccare a qualunque rumore molesto avesse udito.
Accanto a lui, Il suo compagno non era meno attento; le grandi orecchie erano drizzate sul capo, gli occhi verdi saettavano da una parte all'altra della foresta ed il suo senso dell'olfatto era diventato in qualche modo più sviluppato di quanto già non fosse.
Erano passate circa due ore dalla loro ultima riunione con gli altri Guardiani e, come era prevedibile, tutto doveva essere sempre incredibilmente complicato.
A Jack tornò in mente la scena in cui loro cinque avevano provato a contattare l'Uomo nella Luna, ed uno strano senso di oppressione iniziò ad occupargli le membra, esattamente come era successo poco tempo prima...La Sala Principale era esattamente come l'avevano lasciata; gli Yeti e gli elfi che correvano frenetici da una parte all'altra dell'edificio ed il grande Globo che splendeva in tutta la sua magnificenza al centro della stanza.
I cinque Guardiani si scambiarono uno sguardo di intesa prima di raggiungere il centro della Sala ed alzare lo sguardo verso una grande apertura nel legno attraverso la quale la Luna, maestosa, vegliava su di loro.
Jack la fissò per un tempo che gli parve infinito con uno sguardo indecifrabile per gli altri Guardiani, uno sguardo che nascondeva rabbia e gratitudine messe assieme. Improvvisamente, una strana sensazione lo investì. Anzi, più che una sensazione era quasi una consapevolezza; c'era qualcosa di strano nella Luna, sembrava meno luminosa del solito e di dimensione più piccola rispetto a quando l'aveva vista l'ultima volta. Pareva quasi... malata.
Come per cancellare quel pensiero Jack scosse ferocemente la testa, convinto di essere solo paranoico.
Quindi cercò di concentrarsi su quel che stavano dicendo i suoi compagni Guardiani.
<< Convocare Manny richiede molto potere >> incominciò North, allontanandosi da loro per raggiungere una sottospecie di piedistallo su cui era posizionato un cubo di cristallo che Jack non aveva mai notato prima d'ora << non lo facciamo da secoli visto che di solito è lui che ci avverte nel caso ci fosse qualche pericolo in arrivo. Tuttavia, questa volta pare che tocchi a noi fare la prima mossa. >> detto questo fece cenno ai restanti Guardiani di venire verso di lui.
Jack non se lo fece ripetere due volte e si diresse in direzione del piedistallo, senza staccare gli occhi dal cubo di cristallo. Possibile che non l'avesse mai notato prima?
<< Jack >> la voce di North interruppe bruscamente i pensieri del ragazzo, riportandolo alla realtà. Sbattè le palpebre, rivolgendo lo sguardo su North.
Quest'ultimo lo stava fissando insistentemente e, dopo quelli che a Jack parvero secoli, si decise a parlare: << Jack, vieni qui, posa la mano sul cubo. >>
Il giovane Guardiano obbedì anche quella volta senza alcuna esitazione; raggiunse i suoi amici, posizionando la mano sul freddo cristallo.
Nello stesso momento in cui il suo palmo venne in contatto con la superficie del quadrato, Jack si sentì come se una scarica elettrica stesse oltrepassando il suo corpo, intorpidendogli le gambe e le braccia. Strinse impercettibilmente le dita intorno al bastone, mentre uno strano senso di vuoto gli occupava il petto; Era quasi come se una parte del suo potere fosse stata strappata via.
Travolto da quelle nuove sensazioni il giovane quasi non si accorse dell'improvvisa presenza di altre mani sulle sue. Era determinato a tenere gli occhi chiusi, nonostante la curiosità lo stesse uccidendo.
Era curioso, ma anche spaventato, poiché temeva che il suo potere venisse trasferito in quello strano cubo di cristallo.
All'improvviso, veloce e letale come il colpo di una lama, una fitta alla testa lo face urlare di dolore; Sembrava che qualcuno gli avesse oltrepassato il cervello con tanti piccoli chiodi!
In un ultimo momento di lucidità il giovane decise di rimuovere la mano dal cubo, sperando che così tutto sarebbe finito, che quelle sensazioni invasive ed il dolore straziante alla testa lo avrebbero abbandonato se solo fosse stato qualche metro lontano dal cubo.
Solo qualche metro, niente di più...
Tuttavia si accorse troppo tardi che la sua mano non rispondeva ai suoi comandi e che era come attaccata al cristallo.
Sentì confusamente le grida dei suoi amici mentre una nuova, straziante scena gli si presentava dietro le palpebre chiuse: era il globo, completamente in fiamme, così come il resto della fabbrica di North; tutte le luci si erano spente, e riusciva a sentire l'odore del sangue ovunque. Gli entrava nel naso, lo percepiva sotto dita e c'erano urla, Dio, così tante urla...
Vide confusamente una sagoma scura davanti a sè, ma non riusciva a distinguerne i tratti; c'era troppo fumo, troppo chaos...
E poi, una voce.
Sembrava appartenere ad un uomo, ed era triste, quasi rassegnata e al contempo dolce, rassicurante: "non c'è più tempo" , diceva.
E poi, così come erano arrivate, il dolore, la paura, le urla cessarono e Jack si ritrovò disteso sul pavimento della Sala con la testa fra le gambe, il respiro pesante e le braccia tremanti. Il bastone gli doveva essere caduto di mano quando aveva cercato di liberarsi del Cubo.
In un attimo Tooth gli fu accanto, prendendogli il viso tra le mani. Non l'aveva mai vista così preoccupata. Mai.
<< Jack! >> anche North gli si era avvicinato, seguito poi da Sandy e da Bunny << Che cosa è successo? Che hai visto? >>
<< Dio mio Amico, fallo riprendere! >> intervenne Bunnymund e Sandy annuì.
<< Oh, giusto giusto... Scusami Jack >> bofonchiò in risposta l'uomo, ma Jack si alzò sulle gambe traballanti, appoggiandosi al bastone offertogli gentilmente da Tooth.
<< S-Sto bene North... È stato... È stato inaspettato, tutto qui >>
I quattro parvero sorpresi dalla sua risposta.
<< Inaspettato? Cosa è stato inaspettato? >> gli chiese gentilmente Tooth e Jack sentì il mondo cadergli addosso.
<< Voi... Voi non avete visto nè sentito nulla? >> perfetto. Ora faceva anche la figura dello psicopatico.
I Guardiani, dal canto loro, si fissarono confusamente tra di loro.
<< Jack... Manny non ha risposto a noi >> rispose la Fata << Ci abbiamo provato. Non abbiamo sentito nè visto nulla... Ma tu, tu sì, giusto? >>
Jack ci mise un po' per rispondere. Avrebbe dovuto dire loro tutto? O tenersi quello che aveva visto per sè? No, non sembrava una scelta saggia.
Così raccontò loro del globo e della fabbrica in fiamme, delle urla strazianti, dell'odore del sangue, della figura in nero di cui non era riuscito a distinguere i tratti e di quella voce, così stanca, rassegnata e dolce, che aveva pronunciato le parole "non c'è più tempo" .
<< Non c'è più tempo per cosa? >> domandò Bunnymund dopo che ebbe finito di raccontare << Dio, perché l'uomo nella Luna deve essere sempre così enigmatico?! >>
Jack ridacchiò amaramente << Non chiederlo a me. Mi ha lasciato senza informazioni per 300 anni, ricordi? >>
I Quattro Grandi si scambiarono un altro sguardo, sospirando profondamente.
<< Deve essere una specie di presagio o... o qualcosa di simile >> optò Tooth, torturandosi continuamente le piccole dita.
<< Ma perché non dircelo chiaro e tondo?! Perché aspettare?! >> chiese Bunnymund, gesticolando furiosamente.
A quel punto i Quattro Guardiani iniziarono a discutere tra di loro, sovrapponendo le voci le una sulle altre ed impedendo a Jack di capire una sola parola.
Non che a lui interessasse.
Aveva già i suoi problemi e sapeva che tutte le ipotesi dei suoi amici non erano altro che, appunto, inutili supposizioni. Non sarebbero giunti a nessuna conclusione se avessero continuato a litigare tra loro. Questo era poco ma sicuro.
Inoltre, Jack aveva una terribile, tremenda sensazione, ma non avrebbe mai rivelato i suoi pensieri ai suoi amici.
C'era qualcosa di... strano nella Luna e nella voce che aveva sentito. Qualcosa non andava.
Temeva che Manny potesse essere in pericolo.
<< Jack?! Jack! >>
La voce di Tooth riportò bruscamente il giovane Guardiano alla realtà; aprì gli occhi di scatto, non ricordando nemmeno quando li aveva chiusi. Poi osservò con sguardo stanco i suoi amici che lo fissavano con aria di rimprovero.
Voleva solo tornare a casa, il mal di testa stava peggiorando.
<< Allora che ne pensi Jack? >> gli chiese North, incrociando le braccia muscolose al petto e squadrandolo da capo a piedi. In quel momento non c'era nulla del buono e gentile babbo Natale: aveva l'aspetto di un vero e proprio Guerriero pronto all'azione.
Jack sospirò, massaggiandosi la fronte con una mano. Era così stanco...
<< Io penso che dovremmo andare tutti a casa a farci un riposino >> disse, sbadigliando falsamente << Ne riparleremo domani >>
North sbarrò gli occhi, incredulo, ma gli altri Guardiani sembravano essere d'accordo; d'altronde, anche loro avevano un'aria piuttosto stanca.
Così, dopo una serie di piccoli dibattiti e discussioni generati da North, tutti i Guardiani, esclusi Jack e Bunnymund, tornarono nelle loro dimore, con la testa piena di pensieri e preoccupazioni.
<< Voi non andate? >> chiese North a Jack e Bunny con un tono leggermente infastidito.
Jack ridacchiò facendo segno al Coniglio - che sembrava voler ribattere come era suo solito fare - di seguirlo.
<< Ci vediamo domani, North! >> lo salutò brevemente Jack, dirigendosi verso la porta principale e seguito da Bunnymund. Quello di cui non si accorsero i due, però, era lo sguardo insospettito che il Guardiano della Meraviglia rivolse loro, vedendoli scomparire aldilà del massiccio portone della Sala d'Ingresso.
Una volta fuori, il sorriso scomparve la volto di Jack, sostituito da un'espressione tremendamente seria. Si avvicinò al Pooka* che lo accompagnava, sussurrandogli all'orecchio:
<< Allora si va? >>
Il Guardiano della Speranza annuì: << si va >>
Detto questo picchiettò due volte la zampa sul terreno ed un enorme buco si aprì sotto di loro, inghiottendoli e richiudendosi subito dopo, lasciando al suo posto un piccolo fiore che si faceva spazio tra la neve.E così eccoli lì, il Guardiano della Speranza ed il Custode del Divertimento, diretti entrambi verso la tana dell'uomo nero, decisi a scoprire cose stesse tramando.
Bunny e Jack erano gli unici infatti ad aver fin da subito sospettato che il responsabile di tutti quei casini e delle sparizioni fosse l'uomo nero, nonostante gli altri Guardiani fossero molto scettici a riguardo.
Tuttavia, loro sapevano molto bene che Pitch era sempre stato in grado di trovare una soluzione ad ogni problema e che, probabilmente, quella volta non era un'eccezione.
Continuarono ad avanzare nel buio della foresta, l'ululare del vento a farne da padrone.
Finalmente, dopo quelli che parvero secoli, i due giunsero in una radura a Jack molto familiare.
E quello che videro confermò i loro dubbi.
Un vecchio letto, costruito con del legno ormai marcio, era posizionato proprio al centro di quell'ampio sprazzo di terra, nascosto da tutto e da tutti.
«Lo sapevo» sussurrò Jack, iniziando ad avanzare verso il letto, il bastone puntato davanti a sé e gli occhi socchiusi; quel bastardo l'avrebbe pagata, una volta per tutte.
Fu Bunnymund però a fermarlo, la zampa pelosa stretta intorno al suo polso.
«Sei impazzito, per caso?» fece, gesticolando furiosamente, il coniglio «È sicuramente una trappola! Secondo te gli Incubi avrebbero lasciato il nascondiglio del loro nemico incustodito?»
Jack riflettè per un attimo sulle parole dell'amico, per poi spostare nuovamente lo sguardo sul letto.
L'incantesimo che lo proteggeva non poteva essere tanto potente da respingere la sua magia.
«Lascia fare a me» sussurrò quindi il ragazzo, liberandosi dalla presa del coniglio e puntando nuovamente il bastone davanti a sè; socchiuse gli occhi, avvertendo la magia scorrergli nelle vene e transitare a sua volta sul bastone, per poi fuoriuscire in tutta la sua potenza dalla sua estremità. Il colpo si diresse con una velocità supersonica verso la barriera invisibile, deciso a farla a pezzi una volta entrato in contatto con la superficie.
Sfortunatamente, il piano non andò come previsto:
Il ghiaccio sembrò rimbalzare sul muro invisibile, colpendo Jack in pieno petto.
La potenza dell'urto lo sbalzò all'indietro, facendolo scontrare rudemente contro la dura corteccia di un albero.
Cadde a terra, gemendo e sentendo tutti i muscoli indolenziti.
Anche se non aveva la forza di alzare la testa dal terreno, era pronto a scommettere che il coniglio avesse uno stupido ghigno stampato sul muso.
<< Non una parola. Niente "te l'avevo detto">> esclamò umiliato e adirato, mettendosi finalmente seduto con un gemito di dolore.
Sentì una risatina provenire non molto lontano da lui, seguita subito dalla voce del Guardiano più anziano:
<< Io te l'avevo detto >>Pitch Black ridacchiò, un ghigno malvagio stampato in viso e le orecchie bene aperte: anche attraverso la barriera che Diana aveva piazzato intorno al suo nascondiglio, sotto suo ordine, per impedire a quei ficcanaso dei Guardiani di rovinare ancora una volta i suoi piani, riusciva comunque ad udire gran parte della conversazione tra quelli che riconobbe essere il Coniglio e il Ragazzo di Ghiaccio.
Ovviamente, chi altri poteva essere se non loro?
Bunnymund era sempre stato diffidente di tutto e tutti e possedeva un intuito che solo i Pooka potevano avere, mentre Frost... Bè... Era semplicemente curioso.
Fin da quando era stato eletto Guardiano - e anche prima - Jackson Overland Frost non smetteva di ficcare il naso negli affari altrui, Pitch lo sapeva per esperienza. Ma, come diceva il vecchio proverbio che erano soliti usare gli umani, la curiosità uccise il gatto.
E Pitch si sarebbe assicurato di essere quella voglia di sapere che avrebbe portato il ragazzo nella tomba... Per la seconda volta.*Pooka: razza di creature sagge e potenti che vivevano in tribù, felicemente e in armonia tra loro, ai tempi dell'età dell'oro, prima che Il Re degli Incubi li sterminasse tutti, lasciando E.Aster Bunnymund come unico superstite.
(Per saperne di più leggete il libro "il coniglio di Pasqua e l'esercito delle uova" secondo volume della saga "Guardians of Childood" ) (pubblicità Occulta XD)
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Rise Of The Guardians 2:The Return Of Darkness
RandomDiana è sempre stata uno spirito libero; Ribelle, menefreghista, malvagia e spietata. Passa le sue giornate a portare angoscia e disperazione nel mondo, procurandosi quei pochi credenti che le occorrono per la sua sopravvivenza. Le piace rimanere...