December, 21.

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21 Dicembre

A volte, credo che nulla sia cambiato, che tutto sia rimasto perfettamente uguale ed immutato.
Poi la mattina apro gli occhi, mi ricordo che tu non ci sei, tocco la parte vuota nel letto, mi ricordo della battaglia.
Nonostante siano passate un paio di settimane, ho impresso nella memoria quel giorno, come se fosse ieri.
Sento ancora l'agitazione, la paura che coinvolgeva tutti e che ci faceva essere più uniti.
"È una sfida dura" aveva detto Luke, dopo essere andato in giro con il suo branco per controllare la situazione.
È stata una sfida dura, è vero, ma nessuno di noi pensava che questa battaglia potesse costare la vita proprio a te.
Tu, che quasi invincibile eri apparso nel momento più critico e ci avevi dato un aiuto fondamentale contro i nemici. Amore mio, chi avrebbe mai pensato che ti sarebbe costato la vita?
Avrei offerto la mia, pur di salvare la tua. Dopotutto sono un Cacciatore e noi moriamo in battaglia fin troppo spesso... Dopodiché ci sarebbe stato un bel e grande funerale, qualche lacrima e, alla fine, tutto sarebbe scomparso...
Invece la tua morte, Magnus, come posso superare una cosa del genere, eh?
Come posso pensare solo di riuscire ad andare avanti senza di te?
Patetico, tutto patetico. Anche il mio dolore lo sembra, dannazione... Ma non è giusto...

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La lettera si era interrotta, non ho potuto continuare a scriverti perché aveva bussato in camera Jace.
Ho notato subito il suo sguardo cupo, i capelli biondi (ormai un po' troppo lunghi) che gli coprivano la fronte e gli occhi. In braccio aveva Stephen. Da ragazzi ci sembrava così assurdo poter avere dei figli, un giorno ed invece ora, Jace Herondale con un bambino tra le braccia. Mi sorprende sempre, mio amato.
Mi ricorda te, la prima volta che insieme tenemmo Max tra le braccia... Impacciati, impauriti, ansiosi.
Ad ogni modo, Jace mi ha posto la domanda di rito, come se ce ne fosse bisogno, dopotutto.
È il mio parabatai, sente quello che sento e anche ciò che ormai non sento più.
Come l'amore... Infatti ha allungato un braccio attraverso la fessura della porta e mi ha stretto la mano, con forza. Non ha detto molto (non ce n'era davvero bisogno) e poi è andato via, avvisandomi che poco dopo sarebbe arrivata Izzy, munita di coperte calde, cioccolata e abbracci.
Se solo avesse funzionato davvero, ma io ho comunque annuito e le ho detto che era okay.
Ma chi ci crederebbe?
Ormai sono giorni che non esco dalla tua camera... Non mi muovo, non faccio nulla, a parte scriverti queste stupidissime ed orrende lettere, in cui riverso i miei pensieri. Non sono neanche sicuro che possano essere comprensibili.

Già che ti scrivo, ti parlo un po' del nostro piccolo, Magnus.
Lo sento piangere spesso la notte, quando si infila nel nostro letto e io lo stringo forte tra le mie braccia, sforzandomi di non piangere a tutti i costi. Perché devo essere forte per lui e per tutti noi, mi dico, ma non ci credo e mai capirò il senso di tutto questo.
Alla fine, per calmarlo, l'ho coccolato un po', gli ho accarezzato i capelli, le guance e sembrava stare un po' meglio.
"Io sono immortale" mi ha sussurrato ieri sera ed io ho annuito.
"Quindi dovrò stare senza papà per tanto tempo."
Ho annuito di nuovo, trattenendo a stento le lacrime. Di nuovo, per l'Angelo!
"Tu resterai per sempre con me, invece, vero?"
Non ho avuto il coraggio di annuire una terza volta, sarebbe stato un dolore troppo grande, a quel punto.

Ti amo sempre e comunque, Magnus e per tutta la vita che mi resta.

Alexander

An Open Letter To You || MalecDove le storie prendono vita. Scoprilo ora