December, 15.

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15 Dicembre

Caro Magnus,

ero fermo davanti a casa tua, questa mattina.
Dall'esterno sembrava tutto così tranquillo: niente cambia se guardo il tuo loft da lontano. Stessa porta, stesse scale.
Inesorabilmente, mi sono ritrovato a pensare alla prima volta in cui ho visto casa tua. Non dimenticherò mai quel giorno, perché è stato l'inizio di tutto. È stato l'inizio di noi due.
All'epoca ero solo un ragazzino innamorato del proprio parabatai (per l'Angelo, se ci penso ora mi sembra così assurdo) e che credeva che non ci fosse nient'altro all'infuori di lui.
Poi ti ho visto, o meglio, tu hai visto me, io mi sono limitato a fare finta di nulla e a cercare di non arrossire, ma dentro ero così felice, perché tu avevi notato proprio me.
Sono passati così tanti anni da quel momento, dal nostro primo bacio e da quell'imbarazzante primo appuntamento. Imbarazzante, sì, ma il migliore che potessi mai immaginare.
Poi così tante cose sono cambiate, così tanti avvenimenti ci hanno condotto ad allontanarci. Ero così preoccupato di morire e non poter vivere senza di te, tanto da voler quasi negare la tua immortalità. Avevo paura di abbandonarti e di non passare abbastanza tempo con te, Magnus.
Il tempo trascorso fino ad ora non sarà mai abbastanza, ma almeno non ti ho abbandonato, perché sei morto prima tu e mi hai lasciato qui da solo, a sopravvivere.
Strana la vita di uno Shadowhunter che ama uno Stregone: si pensa sempre a quanto l'altro possa soffrire essendo immortale, mai si crede che le parti si possano invertire.
Ed invece, guarda un po', questa strana sorte è toccata proprio a noi; a noi che credevamo che nient'altro ci avrebbe scalfito, o allontanato. Che niente e nessuno sarebbe stato capace di rovinare ciò che, con tanta cura, pazienza ed amore, stavamo cercando di costruire giorno dopo giorno.
Guardami ora: seduto piangente alla scrivania, in una camera vuota dell'Istituto, lontano da tutti, ovviamente.
E non riesco a chiedermi nient'altro altro che: perché, perché è toccata a me?
Perché proprio io ho dovuto perdere l'amore della mia vita, in questo modo così barbaro e ingiusto?
Non mi sono sempre comportato bene? Rispettando tutti e cercando di fare il mio lavoro?
Sono così arrabbiato, troppo.
A volte, l'ira prende piede nella mia mente e io sono tentato di distruggere tutto, specialmente la causa della tua... morte.
Ma ti ho promesso già l'altra volta che non avrei lasciato che la rabbia, la frustrazione e il dolore prendessero il sopravvento e così cercherò di fare... Se solo non fosse così difficile.

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Ero fuori, oggi pomeriggio.
Invisibile, con l'arco puntato verso il cielo.
Non so perché, ma sono rimasto in quella posizione per lunghi minuti.
Non volevo attaccare nessuno, credo, o stavo solo aspettando il momento di distruggere me stesso...
Poi, ad un tratto, mi è sembrato di vederti: una figura alta, bellissima, dai lunghi capelli neri e con un ciocca blu... Il cappotto viola, le scarpe gialle ed un sorriso divertito sulle labbra.
Anche al buio, il tuo sguardo felino era inconfondibile.
Ti ho chiamato, sperando che tutto fosse reale, ma invece non lo era. Sei svanito così in fretta, un'altra volta e mi hai lasciato solo a piangere tra gli alberi di Central Park.
Forse, semplicemente, il dolore mi sta facendo impazzire.

An Open Letter To You || MalecDove le storie prendono vita. Scoprilo ora