Capitolo 1

182 26 2
                                    

Suonò la sveglia.
Iniziai a pensare "qualcuno ha voglia di andare a scuola al mio posto?" Mi sentivo male, mal di testa forte, mal di pancia stra forte e...sì, mi erano arrivate le mestruazioni.
Ma quel giorno avevo una verifica e non mi piaceva stare a casa quando avevo verifiche o interrogazioni, anche se stavo male, lo trovavo scorretto.
Mia mamma mi diede un passaggio a scuola, arrivai, per un filo non in ritardo e iniziai a subirmi la noia totale. A pensare ogni secondo che passava "quando cazzo uscirò da qui? Quanto manca? Basta." Per fortuna quel giorno avevo 5 ore e non 6.
Arrivò il momento della ricreazione, decisi di andare fuori a prendere una boccata d'aria con Alice.
Quando tornammo su, un ragazzo mi prese dentro la spalla, quasi uno spintone, ma proprio forte. Lo guardai storto, mi disse immediatamente "Oddio, scusa. Ti ho fatto male?"
"No, va tutto bene." dissi io.
Mi sorrise, scusandosi ancora, ricambiai il sorriso.
"Che gran pezzo di figo." disse Alice.
"Madonna se lo è." dissi io.
Tornammo in classe e finalmente dopo tre ore, uscii da quella prigione.

Il giorno dopo, mentre ero a scuola, mi arrivò un messaggio da mia madre, diceva che avevano portato in ospedale mio nonno e mi chiedeva se volevo uscire prima da scuola. Risposi di venirmi a prendere appena poteva. E prima di scoppiare in un mare di lacrime, chiesi alla professoressa se potevo andare al bagno.
Mentre correvo in lacrime verso il bagno, guardando in basso, mi fermò qualcuno. Quando alzai la testa, vidi un ragazzo. Era quello del giorno prima, dello spintone, che si era scusato molto. Ma la domanda era:"cazzo vuole da me? È un bellissimo ragazzo, per l'amor di dio, ma non vede che sto piangendo?"
"Perché stai piangendo? Non dovresti. Sei così bella." disse.
Non risposi ed entrai in bagno. Dopo essermi ripresa, uscii e me lo ritrovai lì fuori, ancora.
"Ti starai chiedendo chi cazzo sono e che cazzo voglio da te, hai ragione. Ma non è bello vedere qualcuno piangere e sapere di non poterlo aiutare."
Non risposi di nuovo. Ma restai lì, davanti a lui, anche se non lo stavo guardando negli occhi.
"Scusa se mi sono intromesso tanto. Ci vediamo."
"Okay, ci vediamo." dissi.

Feci tutto il week end a pensare a lui, non uscii, mi aveva colpita il suo interesse nei miei confronti.
La settimana successiva non si fece vedere, passai spesso nei corridoi per incontrare il suo sguardo, ma nessuna traccia di lui.

Erano 4 anni che facevo quella scuola, okay che durante l'intervallo non uscivo spesso nei corridoi, ma non l'avevo mai visto, prima del giorno della spallata. Quindi pensai che o era appena arrivato in questa scuola, o non ci veniva quasi mai.
È strano e stupido dirlo, ma sentivo il bisogno di lui, un forte bisogno di lui, di vederlo e sapere il suo nome, tutto di lui. Forse mi stavo innamorando. Pensai molte cose "Ma se è fidanzato? Se pensa che sia una tipa fragile? Se mi sto illudendo?"
E passavo ogni notte così.
Fino a quando una mattina, a scuola...

Your eyes can stop the time//Alessio Bernabei Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora