-Parlami di Sirius..

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PV Sirius
-Mi sto annoiando.
-E dai Sir.. per una sera rilassiamoci.- mi rispose Mary.
-Rilassiamoci.. una parola. Quei due in camera loro chissà cosa fanno. Anche se ho una mezza idea. - bisbigliai per non farmi sentire.
-Oh dai Sirius non fare così.- mi rispose abbracciandomi e cercando mi addolcirmi. Mi bació leggermente sul collo mentre continuavo a parlare guardando dritto davanti a me:
-Non fare così.. semplice per te. - sbuffai.
-Dai amore.- disse strusciandosi su di me- vedrai che tutto si sistemerá. Anzi sai che facciamo? Domani andiamo al mare tutti insieme, che a loro piaccia o no. Okay?
La guardai sorridendo:
-Okay.
La baciai a stampo per poi approfondire il bacio lentamente.
Ci staccammo per vedere chi fosse entrato dalla porta.

Dopo qualche minuto Emmely arrivò da noi e si sedette al tavolo con la pizza che avevano cucinato i ragazzi. Cominciò a mangiarla e guardò la televisione con noi.

Lily e James tornarono da noi dopo alcuni minuti.
Lily aveva le labbra arrossate e James anche.
Quei due avevano fatto sicuramente qualcosa, lo si poteva notare sopratutto dai sorrisi da ebeti che avevano.

-Ragazzi domani andiamo al mare.. Non si discute.
-No dai... Mary a me non va.
-Non dire sciocchezze Lily. Stiamo sempre rinchiusi in casa, se volevo stare così non partivo proprio.
-Si. Ha ragione Mary. Andiamoci- intervenne Remus.
-Okay però di sera andiamo a qualche festa?- chiese Lily.
-Ei! aspetta un attimo, Lily Evans che ci chiede di andare ad una festa? Sul serio?- chiese ridendo Emmely.
-Dai non fate gli scemi. Dico sul serio.- rispose ridendo anche lei.
-Okay amore.- rispose baciandola James.

PV Emmeline

-Emmely mi passeresti un po' di pizza?
-Certo Sir.
Presi un pezzo di pizza e glie la passai, lui la prese e nel mentre disse:
-È strano non usare la magia. Siamo qui da un bel po' e abbiamo smesso quasi del tutto di usarla. È strano, no?
-Si, in effetti hai ragione.- rispose Lily.
-Stiamo diventando dei babbani.- aggiunse James preoccupato.
-Ma stai zitto, per te non c'è speranza, non sai neanche cosa sia un forno.- rispose ridendo Lily.
-Oh ma dai. Tutti possono sbagliare. Vedrai che piano piano imparerò tutto.
- Certo, certo.

Quei due si amavano molto, lo sapevo. Ero così felice che dopo tanto che si aspettavano finalmente stavano insieme.
A volte mi capitava di ripensare a tutto quello che era successo in quei mesi e mi domandavo come sarebbe continuata, cosa sarebbe successo.
James e Lily che si erano sempre odiati piano piano avevano trasformato il loro odio in amore.
Sirius e Mary, così simili, che si erano evitati tutta la vita perché semplicemente appartenevano alla "squadra" avversaria (il gruppo di James e il nostro) si erano trovati nel modo più strano del mondo.. cioè per me lo era, ma non per loro, e da allora non facevano che stare insieme e di amarsi l'un l'altro come non avevano mai fatto con nessun altro.
Io e Remus che parlavamo pochissimo e per cui, almeno da parte mia, c'era sempre e solo stato affetto, con il tempo era nato qualcos'altro. Qualcosa di forte e di inspiegabile.
Eravamo ormai l'uno parte dell'altro e mi chiedevo come avessi potuto essere così cieca per tutto quel tempo. Ero innamorata del mio lupacchiotto, come lo chiamavo quando scherzavamo, e non potevo neanche immaginare di vivere senza.
Era come una droga per me, ne volevo sempre di più.

-Emmely - mi chiamò ridendo Mary.
-Si? - risposi sorridendo. Dovevo essermi imbambolata.
-A che pensi? Ti ho chiamato un centinaio di volte.
-No, no nulla- risposi ridendo- sono al cento per cento ora. Spara!
-Si certo.. cento per cento. Comunque che ne dite di fare qualche gioco?
-Gioco?- chiese Lily.
-Si.. tanto non abbiamo nulla da fare questa sera. Domani andremo a divertirci ma stasera non sappiamo cosa fare.
-E che gioco possiamo fare?
-Carte?
-Che?- chiese Sirius.
-Le carte. Dai amore, non dirmi che non sai cosa sono le carte?- chiese sconcertata Mary a Sirius.
-No. E non sono l'unico.- si affrettó ad aggiungere.
-Cosa? - chiese lei guardandosi intorno.
Né io, né James, né Remus avevamo idea di cosa parlasse.
-Non lo sapete?
-No.- rispondemmo noi.
-Beh allora escludiamo le carte- concluse Lily.
-Okay allora...
-Potremmo fare quel gioco babbano che abbiamo fatto quella volta.. nel dormitorio ad Hogwarts.- propose James.
-Oddio no! Non mi ricordare Hogwarts. -disse Lily buttando la testa indietro e sbuffando.
-Si, vi prego. Mi manca troppo- dissi io.
-Okay, okay.. però l'idea era carina.- continuò Mary.
-No facciamone un altro. Si chiama il gioco delle venti domande. Cioè si fanno venti domande a tutti e.. basta si risponde con la verità. Nessuno tiene il conto delle domande. Si smette quando si vuole. Ci state?
-Per me è okay.
-Per me anche.

In pochi minuti ci mettemmo in cerchio a fare domande su domande. Tutte quelle che ci venivano in mente.
Avevamo deciso di lasciare quelle imbarazzanti per dopo, perché sennò il gioco, per i ragazzi, sarebbe finito dopo neanche 10 minuti.
Domandammo di tutto, da quello che pensavamo dei nostri ex compagni di scuola, a quello che pensavamo dei prof o di Gazza, di quello che volevamo fare dopo o di tutti i nostri pensieri più imbarazzanti o delle cose folli che avevamo fatto o che volevamo fare. Poi ad un certo punto:
-Ragazzi ma la mappa? - chiese Remus.
-CAZZO LA MAPPA! -urlò James.
-Ce l'ha quel ratto di Minus.- affermò scocciato Sirius.
-Ragazzi di cosa state parlando?- chiesi.
-Di nulla.- risposero i tre in coro.
Ovviamente era qualcosa di segreto di cui non volevano parlare.
-Lo sapete che prima o poi ce lo direte di che si tratta vero?- chiese Lily.
-Si lo sappiamo amore ma meglio dopo che prima.- affermò James baciandole le labbra.
Dopo qualche istante di silenzio Sirius disse:
-Se quel ratto traditore non me la ridá gli stacco la coda.
-Felpato calmati... era nostro amico. Ce la ridará.- disse Remus.
-Sarà meglio per lui. -furono le sue ultime parole prima di ricominciare il gioco.

-Okay ora sta a te, James. Cosa pensi veramente...- pensai a qualcuno di noi -...di Sirius!
-Ah... eh... hai fatto una domandona.
Sirius lo guardò divertito prima di dire:
-Mi prenderei i pop corn se sapessi cucinarli ma.. Non fa nulla. Ti ascolto lo stesso.
-Beh... Sirius è come un fratello. Quando siamo insieme siamo due cretini che fanno solo cavolate e.. mi piace. Abbiamo avuto i nostri alti e bassi però alla fine ci siamo sempre ritrovati insieme lungo la strada, fianco a fianco. E anche se la lite era stata pesante, ci siamo guardati e ci siamo detti "Allora? Andiamo insieme come al solito?" ..con lui non ho bisogno di fingere o di limitarmi. So che la nostra amicizia va oltre tutto e che rimarremmo insieme nonostante tutte le cose che ci accadranno nella vita, come abbiamo sempre fatto. Non ho bisogno di frasi sdolcinate per sapere che siamo fratelli.. sarà anche uno stronzo, rompipalle che mi sveglia la mattina alle 5 con una cuscinata solo per chiedermi dove ha messo la sua bacchetta però.. Non sarebbe Sirius se non fosse così.
Ci siamo incontrati (te lo ricordi Sir?) Il primo giorno di scuola sul treno, ti ero finito addosso e tu mi avevi spinto perché ti stavo schiacciando e abbiamo litigato. Ti ricordi poi come, quando è passata la signora con il carrello, abbiamo cominciato a parlare di quidditch e della casa dove volevamo andare dimenticandoci del litigio che avevamo avuto?- si interruppe per lasciar parlare Sirius.
-Si me lo ricordo- disse ridendo.
-Beh.. anche io. Dio quanto eravamo piccoli e idioti.. - rise -però diciamo che il nostro primo incontro ci ha fatto capire fin da subito come sarebbero state le cose tra noi. Un litigio, cento risate. È sempre stato così.
Si guardano per un po' poi Sirius si alzò, seguito da James, e si abbracciarono. Era così strano vederli abbracciati. Di solito il massimo contatto che c'era tra loro era qualche pugno e qualche pacca per giocare.
-Sei un sentimentale, eh Ramoso?
-Anche tu non scherzi Felpato.
-Tra fratelli ogni tanto ci vuole giusto?
- Eh si.. ma questo lupo solitario? Cosa vuole? Se la vuole svignare quando si tratta di sentimentalismi e smancerie?!
Così facendo presero Remus, lo sollevarono ridendo e fecero un abbraccio di gruppo sorridendo come deficienti.
Noi ragazze ci guardammo ridendo per quanto fosse assurdo e strano vederli così.

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