Capitolo 1

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Harry stava girovagando per i corridoi alla ricerca di un posto appartato a cui sfuggire a tutti quei insulti.
I ragazzi più piccoli, della sua età o più grandi lo prendevano in giro per il suo essere gay.
Non lo dava a vedere, per carità. Non ne aveva il coraggio o la forza.
Con tutti gli insulti, scherzi e botte che prendeva era sufficiente averlo detto a tutta la scuola.
Davanti ad Harry si fece largo il suo peggior incubo.
O, come suggeriva il suo cuore.
Il suo più grande sogno.
Louis Tomlinson.
Un ragazzo dell'ultimo anno che si divertiva a "giocare" con lui.
Come diceva e gli ricordava ogni volta Louis, Harry era di sua proprietà.
Louis era il suo bullo.
Ed Harry doveva appartenere unicamente a lui.
Harry cercava di vederla dal lato più positivo possibile.
Riceveva unicamente le sue botte. Ed a Harry non dispiaceva affatto, insomma, meno lividi no?
Harry Styles era un ragazzo positivo, solare ed una volta anche socievole. Ma dato dove viveva e in quali condizioni. Harry non aveva una vita sociale.

-Ei finocchio. Come mai oggi da queste parti? Ti mancavo?

Disse il ragazzo dagli occhi ghiaccio. Harry gli sorrise come sempre.
Non toglieva mai il suo sorriso è questo era una cosa che dava altamente il nervoso a Louis.
Perché sorrideva? La sua vita era un inferno sopratutto per colpa sua. Perché non lo insultava o scappava come ogni essere umano in quelle condizioni?

-Veramente cercavo di sfuggirti questa volta. Vorrei evitare altri pugni da mio padre grosso com'è.
Ma dato che non ci sono riuscito e sei qui penso che non riuscirò ad evitarli. Sarà per una prossima volta

Disse Harry. Si, suo padre lo odiava. Lo picchiava per qualunque ragione. Anche la più piccola e la meno impensabile.
Perché aveva lasciato il cibo, perché l'aveva finito, perché era stato picchiato e perché non l'avevano picchiato. Ragioni una più stupida dell'altra. Sua madre invece non l'aveva mai vista e suo padre non gli aveva mai detto dove stava o perché non era con loro. Louis deglutì a fatica ma senza dare nell'occhio. Si avvicinò al ragazzo riccio e dai capelli smeraldo e gli diede un pugno sullo stomaco. Esso si piegò in due e così facendo Louis lo buttò a terra e gli diede un calcio in pancia. Poi gli disse di alzarsi e così Harry fece.

-Per oggi basta. Ma non sarò clemente la prossima volta sfigato.

Disse sussurrando all'orecchio del più piccolo. Harry dolorante gli fece un piccolo sorriso e lo ringraziò. Louis perciò si chiese il perché. Lo feriva in continuazione ma egli non aveva paura di lui. Anzi, lo ringraziava. Louis lo guardò meglio occhi e poi se ne andò via. Quando Harry tornò a casa e suo padre lo picchiò, fu sorpreso di trovare i poliziotti spalancate la porta e arrestare il padre. Quel che Harry non sapeva era che pochi minuti prima, il ragazzo dagli occhi color ghiaccio aveva fatto una telefonata in anonimo alla polizia. Fu per Harry, il giorno più bello sua adolescenza. O almeno, fino a quel giorno. I poliziotti lo portarono all'ospedale e lo fecero controllare. I medici si presero cura di lui e lo rilasciarono due giorni dopo. Egli però dovette andare via. Non era maggiorenne e non aveva famiglia. Doveva essere adottato.
Louis in quei giorni lo cercava.
Cercava nei posti meno improbabili. Dov'era quell'angelo dagli occhi smeraldo? Era successo qualcosa con il padre? Stava male? Aveva cambiato città? Non lo avrebbe più rivisto?
Passarono due settimane e quei occhi ghiaccio non ritrovarono quelli smeraldo di Harry.
Eppure si sarebbero rivisti, di lì a poco e si, avrebbero passato molto più tempo insieme.

Una luce nell'oscurità -LarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora