Sere nere

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Il suono della pioggia che batteva sulla finestra era un sottofondo piacevole, la TV accesa illuminava la stanza con una storia d'amore o una commedia, Mika non ci stava prestando molta attenzione.
Il cellulare tra le mani, e lo sguardo perso nel vuoto, erano giorni che lui e Federico si scrivevano.

Non stava bene, da quando lui era tornato, Michael era sempre più stanco, il mondo sembrava pesargli addosso, e l'unica che sembrava notarlo era Margherita, che ogni sera quasi per routine si recava dal riccio per vedere come stava, e così anche quella sera.

La ragazza si sedette sulla poltrona accanto al letto, mangiando un pezzo di pizza avanzato dal cartone che aveva ordinato l'inglese mezz'ora prima.

« Lo sai, quando tra te e lui è finita... Insomma non ne hai mai parlato»

« cosa vuole sapere?»
Il più altó alzó il busto per poi sedersi a gambe incrociate come un bambino irrequieto.

« Tutto, insomma so cosa è successo, ma non mi hai mai detto cosa senti»

« Cosa sento? Nulla, è quello il problema, non sento assolutamente niente, è un vuoto che non riesco a colmare, mai.
Mi manca tutto di lui, le sue labbra, il suo respiro sul mio collo, mi manca quando sorrideva, oh il suo sorriso era così bello, aveva lo sguardo di chi ha perso tutto ma se ne frega, perché aveva me, ma no bastava.
Ricordo le sue dita che percorrevano la mia schiena e si soffermavano su qualche neo per disegnarne i contorni, come faceva io con i suoi disegni.
No hai idea di quanto mi è mancata la sua voce, quando se ne è andato mi sembrava di sentirla ovunque, i suoi ti amo che non sono più miei, ora sono i suoi. Ora è suo non mio, ora è lei a sentire le sue mani sulla schiena, e i suoi baci quando tutto va male.»

Inevitabilmente le lacrime cascarono dal suo volto.

« ti manca molto?»

« ogni secondo»

La ragazza sospiró rumorosamente.

« Vorrei sparire, perché senza lui no sono niente»

« Non dire una cosa del genere»

« Mi ha salvato troppe volte, e mi ha distrutto completamente, volevo essere abbastanza per lui, ma non lo sono e non lo sarò mai, cazzo quanto mi manca»

L'ultima frase fu quasi soffocata dalle lacrime, la ragazza prima di andarsene si avvicinó al letto e lo travolse in un abbraccio che venne ricambiato con una stretta ancor più forte.

Continuava a piovere, ma non importava, Mika uscì dal suo appartamento, aveva bisogno di camminare, e i ricordi che riaffioravano nella sua mente lo portarono a quel maledetto parco abbandonato da anni.
Quella panchina era ancora lì, ma una figura immobile occupava il posto.

« Federrico?!»

Non rispondeva, era fermo a fissare il vuoto, con i capelli gocciolanti sulla fronte e la maglia bianca zuppa che era attaccata al suo petto lasciando intravedere i tatuaggi.
Il maggiore di spostó difronte a lui per guardarlo negli occhi, il minore era chiaramente ubriaco.

« Sei impazzito?! Ti prenderà raffreddore!»

« Perdonami» sussurró il tatuato

« Cosa?»

« Perdonami, per tutto il male che ti ho fatto, per essere tornato, per averti abbandonato» disse deciso

L'inglese si avvicinó e poggió una mano sulla spalla del minore.

« tu perdona, per non essere stato abbastanza»

« non dire stronzate, mi hai cambiato Michael, in meglio»

« torniamo a casa, stai delirando»

Fedez con uno scatto si alzó dalla panchina e afferró per la nuca il maggiore trascinandolo in un bacio liberatorio, Mika si lasció completata andare a quella stretta, tanto da far cadere l'ombrello a terra, mentre la pioggia continuava a battere sempre più forte.

« Nessuno capirà questo» disse il minore staccando le sue labbra da quelle del inglese.

« nessuno capirà questo amore, perché io e te non siamo fatti per amarci, ma solo per distruggerci»

« Non puoi farmi questo»

« Ho bisogno d'amore Mik, tu sei l'amore, lo sei sempre stato.»

Michael cercava con tutte le sue forze di non riprendere quel bacio ed andarsene, ma era immobile, era ancora lì difronte a lui inerme.

Federico prese delicatamente il braccio del compagno e lo portò alle labbra per baciarlo delicatamente.

« Ero la tua droga ricordi?»

« Mi sto disintossicando»

« hai una crisi d'astinenza,lo sento»

« da cosa?»

« dalle labbra che ti tremano, e da quello sguardo, so che vuoi baciarmi ancora»

« stronzo»

Ripresero quel bacio ancora una volta, quel punto alla loro storia era solo una virgola, e loro lo avevano sempre saputo.

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