Sesta Parte

1.4K 47 0
                                    

Mi svegliai a causa della luce che entrava dalla finestra.
La prima cosa che pensai fu che avevo caldo, troppo caldo per essere un giorno di metà Dicembre.
Mi coprii gli occhi infastidito dai raggi del sole e guardandomi intorno capii a cosa fosse dovuto il caldo: giacevo sulla schiena e Harry era sdraiato su un lato accanto a me , la sua pancia a contatto con il mio fianco e il suo braccio sul mio stomaco, in una posizione protettiva che mi impediva di spostarmi.
Il suo viso era a pochi centimetri dal mio e rimasi incantato a guardarlo: il volto incorniciato dai riccioli, le labbra rosee, la linea dritta del naso, le ciglia lunghe e scure.
Dopo qualche minuto perso nella contemplazione di quello spettacolo scostai il suo braccio e sgusciai fuori dal letto stando attento a non svegliarlo, dirigendomi poi verso il bagno per fare una doccia.

Sotto il getto d'acqua calda ebbi il tempo di pensare; erano successe molte cose quella notte e nelle condizioni in cui mi trovavo non avevo potuto rifletterci troppo, perlomeno ora conoscevo il motivo del comportamento di Harry.
Mi avvolsi un asciugamano intorno ai fianchi e uscii dalla doccia ancora immerso nei miei pensieri, quando vidi un movimento attraverso lo specchio e mi voltai di scatto per trovare Harry appoggiato con una spalla allo stipite della porta.
«Pensavo te ne fossi andato» confessò in tono allarmato, la voce ancora impastata dal sonno
«Davvero?» chiesi sorpreso
«Mi sono svegliato e tu non c'eri....» scrollò le spalle cercando di assumere un tono più leggero.
Con quella voce esitante, i capelli scompigliati per il sonno e lo sguardo assonnato sembrava un bimbo troppo cresciuto.
Non potendogli resistere annullai la distanza tra noi e mi sporsi fino a lasciargli un bacio a fior di labbra, indugiando sul suo labbro inferiore.
Lui sbarrò gli occhi sorpreso e fece per rispondere ma io fui più veloce e fuggii in camera sua chiudendo la porta dietro di me; lì infilai un paio dei suoi boxer e i miei vestiti della sera precedente ormai asciutti.
Uscii dalla camera e raggiunsi il salotto, dove Harry mi aspettava sfogliando distrattamente una rivista.
Mi sedetti sul divano vicino alla sua poltrona, esattamente dove mi trovavo l'ultima volta che ero stato lì ma cercai di non pensarci, e lui portò la sua attenzione su di me.
«Allora...» esordii ma lui mi interruppe
«Prima di dire qualsiasi cosa sappi che l'altro giorno quando eri qui non volevo in alcun modo ferirti o allontanarti» i suoi occhi cercavano disperatamente di convincermi della veridicità delle sue parole.
Io annuii, cercando di essere chiaro con le parole anche se non sapevo come presentargli la soluzione a cui ero giunto dopo ben un quarto d'ora di doccia mattutina.
«Forse ho frainteso, Harry, se vuoi una relazione poco impegnativa che non vada oltre certi limiti come per esempio il bacio....» le mie stesse parole mi stavano distruggendo, cosa avrei fatto? Mi sarei adeguato a una relazione passeggera? O lo avrei lasciato perché non mi facesse del male?
Lui però non mi diede il tempo di scegliere, era rimasto scioccato dal mio discorso
«Louis, pensi davvero queste cose?» chiese inorridito, sedendosi sul divano vicino a me «Io voglio stare con te, ho bisogno di te: pensi che avrei reagito così ieri notte al locale se fosse stato altrimenti? A proposito, mi dispiace per questo» disse con voce angustiata sfiorando l'evidente segno lasciato la notte precedente.
Arrossii al ricordo e tentai di coprirmi il collo ma lui mi prese le mani tra le sue.
«Te l'ho detto, avevo solo paura di rovinare le cose, ero talmente convinto di aver fatto qualcosa di sbagliato che non ho nemmeno preso in considerazione altri motivi per il tuo comportamento» fece un lungo sospiro con aria grave e non riuscii a trattenere una risatina nervosa
«Io pensavo che mi avessi rifiutato, che volessi lasciarmi» azzardai imbarazzato
«Ora sai che non è assolutamente così» sottolineò di nuovo mentre si avvicinava con cautela per prendere il mio viso tra le mani
«Abbiamo lo stesso desiderio, quindi» constatai compiaciuto
«Attento, Mr. Tomlinson, quando voglio una cosa difficilmente cambio idea» colsi un lampo di malizia nei suoi occhi che mi mise sottosopra lo stomaco
«Si dà il caso che ciò non mi dispiaccia affatto, Mr. Styles» replicai a tono.
«Bene, ora che abbiamo "appianato le nostre divergenze"» disse mimando le virgolette con le dita «Il signore gradisce la colazione?» continuò sfoderando un ghigno divertito
«Assolutamente» lo seguii in cucina, dandogli una scherzosa sculacciata sul sedere mentre gli passavo accanto per prendere posto a tavola.
La sua risata pose fine alle parole che vennero prontamente sostituite da baci, marmellata e amore.

Insecure ~ L.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora