Capitolo 1.

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Prologo

~Nessuno è vivo, ma solo uno è deceduto.~

Layla's pov

Mi chiamo Layla Watson, ho diciasette anni e mi sono appena trasferita a Miami.
Perchè mi sono trasferita? Perchè mio padre è morto meno di un mese fa.
Eravamo in macchina, i miei genitori erano venuti a prendermi ad una festa e stavamo litigando, ad essere sinceri non ricordo nemmeno il vero motivo della nostra lite, ricordo solo che dopo avergli detto "ti odio" una macchina ci è venuta addosso.
Mio papá è molto sul colpo, mia madre ha ricevuto ferite gravi, mentre io me ne sono uscita con una semplice gamba rotta.
Credetemi, dopo avergli detto quelle due parole avrei preferito morire io.

Il mio è sempre stato un carattere difficile, anche quando abitavamo a Los Angeles non avevo amici, tendevo ad allontare tutti, a creare delle muraglie attorno a me, avevo un'amica, l'unica che mi stesse accanto e che mi faceva avere un rapporto con il mondo esterno. Sono più che sicura che sará l'unica cosa che mi mancherá della mia vecchia sará lei, Aylee.
Dalla morte di mio padre non mi si è allontanata un secondo, le uniche volte che non era con me era quando io passavo del tempo in ospedale, dove mia mamma era ricoverata.
Non è il colmo quando il tuo stesso lavoro è fare il medico? Era una dei più bravi, ecco perchè non abbiamo avuto problemi a trasferisci: aveva trovato lavoro ancora prima di scegliere la casa e i soldi non erano un problema, non eravamo sicuramente ricche sfondate, ma non mancavano.
Il rapporto fra me e la donna che mi aveva messa al mondo era sempre stato molto distaccato, quando poi papá ci aveva lasciato era peggiorato, Aylee pensava che si fortificasse, invece parlavamo a stento, solo quando era necessario.
Nonostante il mio passato...

Capitolo 1.

Abitiamo a Miami da un giorno, e la mia sveglia ha deciso di suonare alle 8 di mattina nonostante sia domenica, tutto perchè devo sistemare alcuni scatoloni.
La maggior parte di essi contiene dei libri, il resto sono vestiti, ai quali non do' molta importanza visto che potrei vivere con il pigiana incorporato.
Mi guardo attorno, visto che la sera prima ero troppo stanca per farlo, e cerco di memorizzare quella stanza, con le pareti verdeacqua, un colore che avevo espressamente chiesto a mia mamma, una parete presentava una libreria che la percorreva tutta, nella parete a destra c'era una porta-finestra che si apriva su un piccolo balcone e non troppo grande un armadio.
Il letto era posizionato contro la parete opposta alla prima descritta. In fin dei conti mi piaceva, sarebbe stata un modo per scacciare i brutti ricordi. Un modo per ricominciare, nonostante la maggior parte delle volte avevo deciso di arrendermi.
Inizio ad aprire gli scatoloni e a mettere i libri al loro posto, sorridendo tutte le volte che osservavo una copertina.
"Ogni libro è come un viaggio È un modo per sorridere e vivere un'altra vita, la fine del viaggio è la fine del libro, tu sai che potrai intraprenderlo di nuovo, rileggendolo di nuovo, ma non sará mai come la prima. Avrai il ricordo, ma è sempre un parte di te, ma senza la quale non puoi vivere."
É quello che penso mentre osservo quella mia parete e tutte le volte che ho un libro in mano.
Proprio mentre stavo posizionando l'ultimo libro la porta della mia stanza si apre di colpo e per poco non feccio un salto.
Odiavo quando qualcuno entra senza bussare.

Tu odi e basta

Questi sono dettagli.
Mi volto e vedo mia mamma sulla porta, roteo gli occhi al cielo e metto l'ultimo libro al proprio posto, senza rivolgerle la parola.

Come se normalmente lo facessi

Non inizierò da un momento all'altro, dico praticamente a me stessa.
Penso seriamente che se ne sia andata, visto che non sento nemmeno un rumore, ma appena mi giro e faccio per aprire lo scatolone dei vestiti la trovo ancora lì. Appoggiata allo stipite della porta che mi osserva, probabilmente stava aspettando di guardarmi negli occhi.

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