Capitolo 4.

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Jonathan's pov

~Mi hanno obbligato ad essere come mi vedete. Le mie scelte, nell'arco della mia vita, sono sempre state limitate, se non inesistenti.~

"Fattelo dire Jonathan Blake. Sei un codardo. Perché non tiri fuori quelle palle che usi a letto e rendi felice la tua vera amica e non quella cosa che non indossa vestiti. Pensaci. Sappi solo che l'invito è aperto anche a te"

Quelle parole non fanno altro che ripetersi nella mia mente, in questo momento preferirei che mi esplodesse, non ce la faccio più perché so che quella scorbutica mezza rossa ha ragione.
Sono un codardo.
Lo sono sempre stato, anche se non l'ho mai dato a vedere e mi chiedo se lei l'ha detto solamente perché era una parola che stava bene in quel contesto o perché avesse capito più di quello che potevo pensare.
Ma che cosa stavo dicendo?
Non ci siamo praticamente mai parlati, lei non sa nulla di me e mai lo saprà, poco ma sicuro.

-Mi stai ascoltando Jonathan? O sto semplicemente parlando al vento?-

Una voce acuta e fastidiosa, che odio, mi riporta alla realtà distraendomi dai miei pensieri, la guardo. Non era mica andata via prima?

-No, non ti stavo ascoltando, per una volta stavo pensando a me. E spiegami per quale assurdo motivo mi sei ancora appiccicata e non sei andata via!-
-Ti stavo chiedendo se stasera preferivi casa mia o casa tua, quindi?-
-Nessuna delle due, devo vedermi con Nicholas.-
-Non puoi rifiutare un mio invito! Devo ricordarti chi sono?-
-Daphne smettila, ho da fare, non sono il tuo schiavo personale. Ora, se non ti dispiace, vorrei andare a casa-
-Fai come vuoi. Comunque mi servirà il tuo aiuto-
Ma che cosa diamine sta farneticando? -Che cosa intendi dire?-
-Pensi davvero che quella tipa la passerà liscia? Certo che no! E mi serve una mano, non posso certo fare tutto da sola-

Annuisco, anche se non sono pienamente d'accordo, specialmente perché ho in testa alcuni esempi di quando quella si vendica. Scuoto violentemente il braccio e mi libero dalla presa di quella vipera. Metto velocemente il casco della moto e mi dirigo a casa mia.
Entro e nel giro di qualche secondo sono sdraiato sul letto della mia stanza a guardare il soffitto.
Prendo in mano il mio cellulare e cerco Nick fra i miei contatti.

Io: Ehi! Appena hai un attimo di tempo passi da me? Mi manca passare del tempo con il mio migliore amico.
Nick: Certo, fra mezz'ora sono da te. E ricorda che non sono stupido, appena arrivo mi dici subito che cosa ti preoccupa.

In effetti la "scusa" che avevo trovato per farlo venire a casa mia era abbastanza ridicola, visto che non succedeva mai che noi ci contattassimo per messaggi, almeno che non si trattasse di un'emergenza.
Ma quella lo era?
Molto probabilmente no, ma sapevo che parlarne con lui mi avrebbe aiutato almeno un poco.

Come suo solito Nicholas è più puntuale di un orologio svizzero e nel giro di mezz'ora sta suonando al campanello di casa mia; vado ad aprirgli e senza dire nulla si catapulta in casa e mi punta un dito contro.

-Cosa è successo? E non ommettere dettagli con me. Cosa ti preoccupa? Cosa è successo al mio amico "bad boy"?-
-Ehi, amico, perché non ti fermi un attimo, ti togli il giubbino e ci sediamo sul divano e ti dico tutto-
-Sei sempre il solito.-
Rapidamente il mio amico ha fatto come gli ho detto e si trova sul divano, pronto ad ascoltare quello che avevo da dirgli. Butto la testa all'indietro e mi passo una mano sul viso, sbuffando sonoramente.
-Non ce la faccio più-
-Fratello?-
-Daphne! Quella ragazza è insopportabile e vuole che l'aiuti a vendicarsi su di voi...-
-Su chi? Me e Zoe?-
-Voi, in secondo luogo, prima di tutto su Layla.-
-E tu non la vuoi aiutare?-
-Certo che no! Voi non avete fatto nulla e poi tu e la sorella della troia siete la mia famiglia. Ho provato a parlare con la Watson per fargliela annullare, perché in fin dei conti si vedeva che aveva inventato tutto al momento e...-
-Ti stai davvero interessando di Layla?-
-No, di te e Zoe, lei è semplicemente in mezzo. Non ho molta scelta.-
-Ovviamente, comunque scommetto che Lay non ti avrà dato ascolto-
-Penso che avrebbe preferito picchiarmi-
-Ci sarebbe riuscita. Comunque, lei è riuscita a farti cambiare idea su Daphne?-
-NO! Non ho mai avuto una bella opinione su di lei, diciamo che mi ha fatto capire che è decisamente meglio chiudere-
-Cosa ha detto?-
-"Fattelo dire Jonathan Blake. Sei un codardo. Perché non tiri fuori quelle palle che usi a letto e rendi felice la tua vera amica e non quella cosa che non indossa vestiti. Pensaci. Sappi solo che l'invito è aperto anche a te"- dico ripetendo le parole della ragazza -Ha ragione, sono un codardo, ma tu sai anche perché mi comporto così con Daphne, non ho scelta. Se voglio la squadra, te, la salute di Zoe devo continuare con questa falsa. E probabilmente non avrei il coraggio di dire nulla a Mrs Simpatia-
-Io. La. Amo. Quella ragazza è un mito. Finalmente una che ti apre gli occhi e non le gambe! Devo andarmi a congratulare con lei, si insomma....-
-Nicholas!-
-Sisi, scusa, dicevo. Perché non le dici nulla?-
-Cosa intendi?-
-Non dire nulla alla Hale. Comportati come sempre, fino a sabato. Fingi di andare alla sua festa, poi dille che devi andare a casa tua per prepararti, lo fai davvero, ma poi, al posto che tornare da lei, vieni a casa di Layla-
-Penso sia proprio il momento e il luogo i cui ella attuerà la sua vendetta-
-Ancora meglio! Se sei bravo a non destare sospetti, puoi scoprire cosa ha in mente e avvisarci prima-
-Nick non lo so, e se poi facesse davvero quello che mi ha sempre detto?-
-Sai benissimo che cosa pensiamo io e Zoe al riguardo-
-Non so...-
-Non posso dirti altro fratello. Io sabato vado da Layla, non posso decidere anche per te. Ora abbiamo gli allenamenti. Che ne dici: andiamo e poi una serata tra di noi?-
-Ci sto-

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