Capitolo terzo - Gelo

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Mi sveglio con la luce. Che ore sono?!

Per un momento mi domando dove mi trovo ma poi ricordo la posizione della sveglia e mi giro verso il comodino.

7:12.

Non male, pensavo peggio.

Ho una fame da lupi perciò decido di andare a fare colazione.

Per alzarmi combino un disastro.

Sono a casa da pochissimo e devo ancora abituarmi alla protesi.

Dio, non riesco a credere che mi manchi mezza gamba.

All'ospedale è stato un trauma. Ero ancora stesa nel lettino vicina a mia madre quando mio padre è tornato con un dottore.

Per darmi la notizia ci è voluto il tempo di spostare il lenzuolo.

Molto d'impatto, dritto al punto.

Ma del resto è stato tutto merito mio.

Devo dire che non è facile per niente. Non che sia scomodo, ma quando vai in bagno e levi i pantaloni non è proprio una passeggiata vedere il tuo ginocchio che si interrompe.

Non mi ci sono ancora abituata, e ora che mi si è avvolto il lenzuolo tutt'attorno e non riesco a toglierlo mi sento un'incapace.

Quando ci riesco mi alzo con qualche difficoltà e mi incammino lentamente verso la cucina.

-Hey- Saluto i miei, che sono seduti al tavolo. Mio padre sta leggendo un giornale mentre mia madre tiene un libro con una mano e con l'altra gira il the.

Alzano entrambi lo sguardo.

-Ciao, dormito bene?- Domanda mia madre con allegria.

-Si, non c'è male, vuoi dell'altro the?-

Fa cenno di no con la testa e mi sorride. Ricambio mettendo un po' d'acqua bollente nella tazza e due zollette di zucchero bianco.

-Allora, Marise, a che ora Mel deve andare dalla dottoressa Lobster?-

Mio padre richiude il giornale e ci rivolge uno sguardo interrogativo.

Mia madre fissa l'orologio.

-Alle nove dobbiamo essere lì, quindi partiamo di casa per le nove meno un quarto.-

Annuisco, decidendo di andare a prepararmi.

Dopo essermi fatta una doccia, ci metto poco a scegliere cosa mettere.

Pantaloni larghi grigio scuro, mi sono sempre piaciuti, si allacciano in vita e sono abbastanza larghi da permettermi di essere comoda e a mio agio. Mi infilo una maglietta aderente nera e una felpa verde molto larga. Ha una cerniera che decido di non chiudere, mi piace il contrasto tra i pantaloni a vita alta e la felpa che mi arriva quasi fino alle ginocchia, o al ginocchio per così dire.

Mi faccio una coda alta prima di accorgermi di non avere dei trucchi. Come mai non ho dei trucchi? Prima li avevo?

Siccome la mia faccia è fin troppo magra e pallida, decido di sciogliere la coda e scompigliare i capelli per far sembrare il viso meno scarno.

Il risultato è pessimo ma non importa, sono abbastanza di buon umore, perciò mi interessa solamente andare all'incontro e cercare di risollevare me stessa e i miei.

Mi guardo allo specchio.

Va bene così.

Quando arrivo in salotto mia madre mi guarda sorridendomi. -Sei bellissima tesoro.- Mi dice stringendomi,

Lose Yourself - Urban Strangers |sospesa|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora