Capitolo quarto - Il controllo

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La dottoressa Lobster si è dimostrata una donna davvero simpatica.

Si è scusata molto per l'accaduto, era mortificata ma nè io nè i miei ci siamo soffermati troppo sull'incontro con il ragazzo.

Quando ho provato, durante la seduta, a chiederle qualcosa a riguardo, ha scosso la testa e ha risposto che non le è consentito parlare dei pazienti con altre persone, specialmente se queste sono anche loro sottoposte ad una terapia.

E io?

Io ero curiosa, molto curiosa. E lo sono anche adesso, stesa sul letto cercando di dormire.

Non so perchè ma sono un po' in pensiero per il ragazzo.

Lì per lì l'ho aggredito, e ne avevo tutte le ragioni, ma ora mi sento un piccolo peso sullo stomaco che mi impedisce di prendere sonno.

'Ora basta, Melanie', mi dico chiudendo gli occhi.

Ora basta.

Non funziona.

Continuo a pensare al tremolio delle sue mani, mi fa un po' di tenerezza.

Sono una stupida, per quanto ne so potrebbe essere un tossico, non ha senso starsene qui a pensare ad uno sconosciuto.

Rabbrividisco quando mi tornano in mente le sue domande frenetiche, ancor di più quando ripenso alla sua risata strana.

Come può una sola persona farti tenerezza e allo stesso tempo paura?

Decido che è una domanda alla quale non so e non voglio rispondere, decido di mettermi a dormire sul serio.

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Fuori fa freddo.

Sono riuscita a convincere i miei a farmi uscire senza di loro, stranamente.

Oggi devo andare in palestra per la riabilitazione.

Non che mi serva granchè, ma le visite di controllo sono obbligatorie nei primi periodi.

Non so guidare e non sono comunque autorizzata a farlo, per questo sono uscita con largo anticipo perchè dovrò andarci a piedi.

Sono contenta di poter passare un po' di tempo da sola, ho voglia di ascoltare della musica e di concentrarmi su di me senza sentirmi gli occhi dei miei addosso.

Il cellulare ha ancora le playlist di tre mesi fa e tranne qualche artista salvabile gli altri non mi convincono molto.

Vado su 'artisti' e metto in riproduzione casuale dopo aver selezionato 'Arctic Monkeys'.

Loro mi piacciono, ma sono pochi gli altri cantanti che ho intenzione di non eliminare.

My days end best when the sunset gets

Itself behind

The little lady sitting on the passenger side

It's much less picturesque without her catching

The light

The horizon tries

But it's just not as kind

On the eyes

As Arabella

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Sette canzoni dopo raggiungo la palestra, un edificio moderno in gran parte composto da vetrate e muri bianchi.

Il freddo pungente mi segue fino all'ingresso, dove lascia spazio ad un'elevata temperatura davvero piacevole.

Chiedo informazioni ad una ragazza sulla trentina, che mi indica un corridoio.

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