Capitolo 9

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"Mostro"

"Traditrice"

"Inutile"

"Stomachevole"

"Astrea"

Mugugno suoni confusi, sento una voce chiamarmi, ma non riesco ad agire, il mio corpo non si muove, è scollegato alla mente.

Ho gli occhi chiusi, non riesco ad aprirli, ma vedo una luce passare nella stanza, è già giorno.

Stringo gli occhi, sento un dolore lancinante al petto, ma non posso scostarmi per mettermi una mano sul cuore, respiro a fatica e tossisco violentemente e mi agito in preda a convulsioni, in un limbo tra sogno e realtà.

Dalle mie labbra esce una smorfia sofferente, ma non riesco a tornare "sulla Terra", sembro bloccata in quello stato di torpore e incoscienza che tanto detesto.

"Astrea"

L'individuo misterioso scandisce le lettere del mio nome con maggiore fermezza e autorità, non riesco a decifrare la sua voce.

Ho l'impressione di aver già sentito questi suoni dolci e delicati, soavi, ma non riesco a rammentare.
Con le mani stringo il lenzuolo candido e leggero, mi posiziono sul fianco destro, mettendomi più comoda.

Sento caldo, sto sudando e non riesco a smettere.
Sarò di sicuro tutta rossa, paonazza.

Agito nervosamente il piede sul materasso, cercando di far passare velocemente un'altra fitta dolente, mentre serro le palpebre e stringo i denti per trattenermi dall' urlare.

Un'altro lamento doloroso e impercettibile sfugge al mio controllo, poi continuo a respirare affannosamente e a dimenarmi come una bestia rinchiusa in gabbia.

"Astrea!"

Questa volta sento l'anonimo gridare, prendo istintivamente il cuscino e lo posiziono sul viso, mettendomi a pancia in giù, cercando di non sentire urla, altamente dannose in questi istanti delicati.

Con tutta la buona volontà, non riesco a destarmi, sono intrappolata in quell'incubo, frutto della mia fervida e macabra immaginazione.

Un mondo distorto, creato dalla parte oscura e assassina di me, quella che ama uccidere spietatamente.
Nel mio subconscio sono racchiuse le riflessioni più funeree, se qualcuno vi entrasse ne uscirebbe schizzato, mi farebbe rinchiudere senza dubbio in manicomio.

Se solo sapessero a volte cosa mi passa per la testa...

Ogni tanto la voglia di massacrare è grande.

Borbotto parole incomprensibili e casuali, senza un filo del discorso coeso.
Non ho la capacità di ragionare, non capisco perchè non riesco ad aprire gli occhi, sembrano uniti con la colla, sono incastrata a qualcosa di molto potente, non riesco a specificare cosa, so solo che è in grado di manipolare la mia mente.

"Astrea svegliati!"

La voce spazientita cerca di farmi svegliare, con scarsi risultati.

Prendo la coperta calda e morbida e mi avvolgo in essa, coprendomi fino alla punta del capelli, mentre continuo ad agitarmi come un lombrico.

"Brutta vacca pelandrona, alzati!"

Un enorme macigno mi colpisce dritto in testa, cado per terra rotolando e urlando per lo spavento, mentre mi accarezzo il povero capo colpito e bagnato.

Un enorme secchio d'acqua mi è arrivato addosso, facendomi vedere le stelle.

Sono ancora stesa sul pavimento, sfracchiata ad occhi chiusi.
Man mano riesco ad aprire le palpebre pesanti, ma la vista è tutta offuscata, appannata.

Abditus: Alfa e OmegaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora