Capitolo 10

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-Hey Astrea, che ci fai qui?-
Sento una leggera carezza sui capelli, così mi giro dietro.

-Ciao- saluto Hosidio con un leggero cenno della mano.
-Che c'è non mi riconosci neanche più come migliore amico?- mi guarda disperato, io lo fisso con sguardo assente, poi scuoto velocemente il capo, riprendendomi dal piccolo viaggio momentaneo sulla Luna.

-No ma che dici...stavo pensando che dovevo scusarmi per l'altro giorno...ti ho trattato malissimo senza che tu facessi nulla di male- mi gratto la testa, distogliendo lo sguardo imbarazzata.

-Quindi sei seriamente dispiaciuta?- Mi guarda accigliato.
-Non rendermi le cose difficili più di quanto non siano, già è orribile scusarsi con le persone e ammettere di avere torto, non mi è mai successo prima d'ora.- Sbuffo innervosita e a disagio.
-Questo perchè non parli con le persone!- Sorride innocentemente.

Avrò pur sempre i miei motivi per non parlare con gli svitati che mi circondano, sono più quello ubriachi che quelli sobri.
-Stai zitto.- Lo ammutolisco.
Lui mi rivolge un sorriso a trentadue denti
-Quindi mi vuoi bene!- Urla euforico.

-Forse.- Rispondo alzando gli occhi al cielo.
In ogni caso mi sarei dovuta far perdonare in qualche modo, tanto valeva essere gentile con lui.

-Non illuderti, sono cortese e disponibile solo perchè non voglio che si aggiunga un'altra persona alla lista di quelle che vorrebbero squoiarmi come un cervo.- lo avverto, puntandogli un dito contro,lui ride divertito.

-Ricevuto signor generale, signore!- Sorride mettendosi sull'attenti, posizionando una mano sulla sua fronte come per darmi un segno, esattamente nel modo in cui fanno i cadetti quando stanno per iniziare a combattere.

-Bravo, riposo soldato.- incurvo le labbra, scherzando e battendo le mani, lodandolo per gioco.
Lui si blocca e mi strizza le guance, beccandosi un'occhiataccia da parte mia.

-Hai le guance paffute- pizzica allegramente i miei zigomi.

Io, infastidita, scaccio la sua mano, allontanandola e colpendola con uno schiaffo, lui si lamenta e borbotta qualcosa.
-Tocca la tua di faccia.- gli faccio la predica battendo il piede sul terreno.

-Sei peggio di una zitella che vive per dare da mangiare ai gatti.- si lamenta, toccandosi la mano che ho allontanato.
Faccio finta di non aver sentito, lasciandomi andare a un sonoro sbadiglio.

-Comunque, ad ogni modo...- mi giro verso di lui, e lo vedo tirare fuori dal nulla due cestini di vimini.

-E quelli? Che vuoi farci?- indico i due oggetti curiosa
-Vuoi venire con me a prendere i funghi? Non ho voglia di andarci da solo...- mi invita gentilmente, io inarco un sopracciglio.

-Sicuro? Non ho molta voglia.- replico riluttante, decisamente meno propensa di prima.
-E dai vieni con me al posto di andare nel parco, almeno passiamo del tempo insieme...- mi guarda supplicante.

Io non capisco se per lui andare a raccogliere dei funghi per il pranzo possa essere definito appuntamento o gita romantica, fatto sta che decido di rimanere con lui, altrimenti me lo avrebbe rinfacciato a vita.

E poi se dovesse succedere qualcosa di grave, saremmo meno in difficoltà, dato che al posto di essere da soli avremmo un compagno che potrebbe darci una mano.

-Va bene, ti accompagno- sospiro pesantemente massaggiandomi le tempie, decidendo di accontentarlo almeno una vota.
Il mio amico si apre in un sorriso solare
-Che bello, vedrai sarà divertente!-

"Già...divertentissimo..."

mi lancia il cestino e poi si incammina saltellando verso il bosco, allegro come un bambino.
Io lo seguo con piu'calma, affiancandolo velocemente all'entrata della foresta ombrosa di alberi.

Abditus: Alfa e OmegaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora