Capitolo 4

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L'allenamento inizia, mentre cerco ancora di non farmi notare da lui.

Sono abbastanza piccola e minuta, non mi resta particolarmente difficile nascondermi, grazie anche alla mia costituzione, sono avvantaggiata dalla mia corporatura esile.

-Bene. Dividetevi in gruppi e distanziatevi l'uno dall'altro.
Dovete prendere misure di sicurezza per evitare di ferirvi.-

La voce dolce dell'istruttrice giunge alle mie orecchie come un urlo, così sono costretta a chiudere istintivamente gli occhi a causa del rumore altamente acuto.

"Beccata, sono fregata."
Il mio istinto non sbaglia mai. Sapevo che sarebbe successo qualcosa di orribile. La mia scalogna non mi ha mai abbandonata, nè lo farà in futuro.

Sbuffo dirigendomi verso un gruppo a caso di persone; i miei piedi si muovono da soli, ma i miei occhi e i miei pensieri restano fissi sul ragazzo dai capelli mori, nella speranza che non si accorga della mia presenza, nè che mi riconosca.

E invece no, lo vedo fissarmi insistentemente, incessantemente senza mai spostare il suo suardo dai miei movimenti.
Stranamente non dice nulla, è più taciturno del solito, non che la cosa mi dispiaccia…anzi, ma il suo silenzio mi inquieta a dismisura, tanto che involontariamente inizio a tremare; mi sento completamente a disagio, totalmente fuori luogo. Ho l'impressione che questo non sia il posto adatto a me, ma probabilmente sto errando.

Sento una forte gomitata sul fianco.
Gemo dal dolore, ringhiando contro chi ha osato toccarmi.

-Stai attenta alla lezione! Non vorrai fare brutta figura!- ridacchia una ragazzina dagli occhi grigi affianco a me, mentre si accarezza con delicatezza i lunghi e morbidi capelli biondi come il grano.
Io di tutta risposta le rivolgo una smorfia antipatica

-Non sono affari tuoi. Pensa prima per te, non ho bisogno di bastoni tra le ruote.- rispondo seccamente, fredda come il ghiaccio.

Le sue guance, che presentano una spruzzata di graziose lentiggini, arrossiscono lievemente, mentre abbassa lo sguardo imbarazzata non avendo il coraggio di ribattere, effettivamente mortificata.

Non sono mai stata socevole con nessuno, fin da quando sono nata. Le persone che mi conoscono mi ripudiano e a causa di ciò non sono mai riuscita a farmi degli amici, in più, ogni persona che, incuriosita dalla mia stramba personalità, decide di avvicinarsi a me e di intraprendere una conversazione seria, viene scacciata via in malo modo, poco educatamente.
Non che io sia insolente o maleducata, anzi sono una persona abbastanza garbata e a modo, però solo con determinate persone, con coloro che meritano la mia attenzione.
Gli altri possono anche andare al diavolo.
Nessuno merita la mia comprensione e, soprattutto, la mia fiducia, come io non ne ho mai pretesa in particolare.

Quando tentavo di inserirmi negli altri gruppetti insieme ai bambini della mia età, per giocare con loro e divertirmi come tutti fanno, venivo scacciata, derisa e umiliata.
Mi chiamavano "mostro" senza motivo. Tutti mi attribuiscono questo soprannome che non mi appartiene, sono conosciuta come la "Bestia infernale".

Girano voci che chiunque provi ad abbracciarmi o ad avere un contatto fisico verrà sbranato da me, come fa un leone con la sua preda.

"Idiozie!"
Già, vere e proprie idiozie. Ma sarà vero ciò di cui mi sto autoconvicendo? Di certo non potrò mai dilaniare qualcuno, ma sarò mai in grado di fare del male contro la mia volontà?…D'altronde… neanche io so esattamente come sono, in particolare COSA sono…

Non mi stupirebbe di scoprire di essere uno zombie o la figlia di Dracula, per quanto riguarda il colorito siamo lì. La mia pelle è color pesca, non ha un minimo di lucentezza o di vitalità. Sembra quasi che al suo interno non ci sia la melanina. Appaio un cadavere in piena regola.

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