Capitolo 11

206 18 5
                                    

-Astreeeaaa!- Iris mi corre incontro saltellando felice, brandendo tra le mani una busta.

Dopo qualche secondo arriva davanti a me prendendo parola con il fiato ancora mozzato dalla fatica.

-Astrea! Ho notizie da dart- Oh cavolo! Ma come sei ridotta! Sei ferita?!- Urla guardandomi e toccandomi nei punti in cui sono maggiormente sporca di sangue.

Io rido e lei mi fissa preoccupata
-non ti preoccupare, io sto bene, solo...piccoli incidenti di percorso- rivolgo uno sguardo d'intesa ad Hosidio, che al momento è troppo occupato ad ammirare una farfalla.

-Quali incidenti?- apprensiva, prende dalla tasca del vestito un fazzoletto finemente ricamato, nel quale vi è un intreccio di figure, colori e concetti astratti, rappresentati con spago sottile e azzurrino.

Si appresta a pulirmi il volto, macchiato ancora da sangue fresco, poi con una mano mi riordina i capelli scompigliati e arruffati.
Io non mi ribello, anzi contribuisco passandomi le dita tra le ciocche, districando i nodi aggrovigliati e dolorosi da repellere.

-Cosa è successo quindi? Come mai sei ridotta in questo stato?- riprende la pezzolina sporca di rosso, piegandola accuratamente e rinfilandola in tasca con accortezza.

-Sempre le solite storie, un demone ci ha attaccati e il resto puoi immaginarlo...tu invece, piuttosto, come mai mi stavi cercando?- la guardo non riuscendo a nascondere la mia vivace curiosità.

-Mi è arrivata una lettera per te...ma è meglio se la leggiamo a casa.- guarda male il mio amico, ormai perso nel mondo nelle nuvole, impegnato a rincorrere come un cretino la farfalla di prima, cercando di prenderla.

Lo fisso sospirando, poi mo rivolgo verso di lei, annuendo.
-Va bene...comunque...come mai non potrebbe assistere? È solo una lettera.-
-Non è solo una lettera...È molto importante, riguarda questioni delicate, meglio affrontarle solamente in famiglia, senza aiuti esterni.
Ora vieni, andiamo- mi prende per un braccio e mi trascina a forza lungo la strada del ritorno.

Mi libero dalla sua presa, iniziando a camminare al suo stesso passo, adocchiando ogni tanto la lettera, bruciando di impazienza.
Non sono mai stata brava a trattenere e a mascherare la curiosità, lei mi sorride compiaciuta.

-Curiosa?-
-No, macchè- non stacco gli occhi dalla missiva ancora imbustata, non riesco a vederla bene
-non sbirciare- ridacchia rimproverandomi e coprendo ancora di più l'oggetto della mia attenzione.

-Ma dai, non capisco ancora perchè c'è tutto questo mistero- pesto pesantemente i piedi mentre mi muovo

-è un segreto- mi scaccia via come una mosca
-se fosse un segreto non me lo diresti. Dai, almeno un piccolo accenno- la imploro unendo le mani a mo di preghiera.

-voglio solo che ci sia la mamma, è qualcosa di importante, dobbiamo parlarne tutte e tre insieme, non servirebbe solo il mio parere e il tuo.- bussa alla porta di casa, Clio appare subito sorridente allo stipite dopo qualche secondo, invitandoci ad entrare.

Un odore di carne fumante invade le mie narici, cerco di trattenere l'acquolina in bocca e l'appetito famelico.
-come mai hai preparato tutto questo cibo?- vado in salotto, togliendomi il mantello e sedendomi sul bordo della poltrona.

-è un avvenimento speciale...Iris ti deve parlare...a me ha già detto tutto.- ammicca, portando un vassoio di te fumante, poggiandolo sul piccolo tavolino in legno d'acero al centro delle poltroncine.

Io guardo interrogativa mia sorella, lei fa finta di nulla, sedendosi tranquillamente occupando il posto sulla mia poltrona, scostandomi di poco.

Abditus: Alfa e OmegaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora