Le ultime luci del tramonto cedono il posto alla luna, alle stelle, in maniera quasi impercettibile. Ti giri e puff! il buio ha avvolto tutto con il suo manto leggero. Le strade, le case, i caffè, il panorama, tutto dirada sempre più nel regno delle ombre, dell'indefinito. La strada scorre in fretta accanto a te, e dopo centinaia di volte ti incanti ancora a guardarla, finché non scompare in un turbinio di grigio e fanali. Troppi pensieri, troppe domande, poca voglia di trovare risposte. Poca voglia di tornare a casa, di mettere un punto anche a questa giornata, di voltare pagina per l'ennesima volta. Casa...davvero hai un luogo da poter definire tale? Cosa significa per te? Un luogo sicuro, forse. Un luogo dove nulla è ancora concluso, dove le possibilità sono infinite, dove poter credere sul serio che qualcosa possa ancora accadere. Un luogo familiare, eppure ogni volta sorprendente. Più di tutto, un luogo vivo. Dove si ride, si piange, si litiga e si fa pace. Un luogo per cui nessuno abbia già scritto delle regole, un girotondo e non una piramide, un luogo dove si possa esprimere se stessi, le proprie opinioni. O semplicemente stare in silenzio. Senza giudizi, senza condizionamenti. E tu un posto così, forse, non l' hai mai avuto. Un posto così...libero. E invece tornerai sempre allo stesso posto, dove la giornata sarà finita e verrai travolta da tutto il peso di ogni singolo, benedetto istante, e non potrai far altro che cercare apaticamente di continuare a sorridere, va tutto bene, anzi benissimo, cosa fai? Nulla, cerco di uccidere i sensi di colpa, ma perché non ci sei mai? ma cosa hai fatto!! sei sempre il solito, ma perché fai sempre di testa tua? non provare a pensarla diversamente da me e mi raccomando, ridi piano, che la casa potebbe svegliarsi dal torpore in cui è avvolta, dai punti interrogativi che fluttuano sulle nostre teste, da questo senso di pesantezza che spegne ogni sorriso accennato,ogni traccia di entusiasmo,di vita, zitto che qualcuno potrebbe accorgersi che a camminare a occhi chiusi prima o poi si sbatte. E allora a volte il viaggio diventa il ritorno stesso, un appuntamento quotidiano, un luogo che non è un luogo, è uno stato d'animo. Stare lì, fermi eppure in movimento, ad osservare un piccolo mondo che passa, che sale, che scende, un frammento di vita di qualcuno che forse rivedi ogni giorno, oppure solo una volta. Un luogo dove il silenzio non chiede giustificazioni, un luogo infinito, che sembra rendere un po' infinito anche te. Potrebbe succedere tutto, oppure nulla. Ci si prepara all'arrivo, a mettere un punto a tante frasi ancora sospese. A cercare di dimenticare tutti i casini combinati. Dimenticare...ultimamente ti riesce benissimo. Una strana forma di autodifesa, non sai se rimuove o tiene tutto in serbo per mollarti il colpo di grazia. Intanto la notte si avvicina sempre più, sicura, inevitabile. Una grande pausa, vuota e silenziosa, tra quello che è stato oggi e quel che sarà domani. Per te la notte ha perso tutta la sua magia, il suo incanto, le sue vesti misteriose e lucenti. La attendi quasi con inquietudine, perché il vuoto nel vuoto è davvero qualcosa di surreale, è troppo anche per te. La notte è fatta per chi ha un luogo a cui tornare, o un luogo da raggiungere, per chi ha qualcosa di bello da stringere tra le dita fino a confondersi con il sonno, per chi non si sente morire un po'dentro insieme al giorno. Per chi ha qualcosa in cui sperare davvero per l'indomani, qualche risposta certa a cui attaccarsi. Socchiudi gli occhi mentre ti aggrappi agli ultimi attimi di viaggio, come un visitatore che indugia sulla porta di un sepolcro, quasi temendo di uscirne ogni volta un po' meno vivo di prima.
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Forse tutto accade di notte
Short Story"So che la notte non è come il giorno: che tutte le cose sono diverse, che le cose della notte non si possono spiegare nel giorno, perché allora non esistono." E Hemingway