A cosa stavi pensando quando, d'un tratto, hai sentito quella stretta allo stomaco, quella nostalgia di qualcosa che in realtà non hai mai avuto? Stavi scendendo le scale che portano sul viale, come ogni sera, e all'improvviso sei scoppiata a piangere, un singhiozzo sommesso e disperato allo stesso tempo. Un profumo diverso nell'aria, un cielo più chiaro, un vento più leggero ed è già voglia d'estate, di vacanze. Di spensieratezza. Un flash: sera, un posto di mare, stai uscendo per andare sulla spiaggia a ballare, a divertirti. Fa caldo, ma il vento lo rende sopportabile, e tu sorridi. Radiosa, luminosa, libera. Libera. Per te è questa la libertà, dunque? Non avere impegni, preoccupazioni, condizioni? Eppure ti piace quello che fai. L'hai scelto tu, è il motivo per cui ti svegli ogni mattina a orari improbabili e vai a dormire sempre più tardi di quanto dovresti, ti condiziona le giornate, le relazioni, è il tuo universo. Non ti rende libera, forse? Non lo sai. Ma è bastato un attimo a mandarti in crisi, la notte che si avvicina, si avvicina e ha smesso di liberarti da un bel po' di tempo. Per te era questa la libertà! La fine del giorno, il chiudere gli occhi e con essi tutto ciò che era accaduto, e dimenticare. È un desiderio che sa di mancanza, questo. Di infanzia, di quell'età in cui nulla in fondo ha davvero importanza. Infanzia? Forse non sai nemmeno cosa significa. Essere bambini non è forse ridere, correre, scatenarsi, non avere pensieri, essere felici con poco? E se tutto questo manca? Lo diceva quell'amica di tua nonna, cara signora, "ma questa bambina ha solo 11 anni? Mi sembra di sentir parlare una venticinquenne!" Discorsi troppo seri, stanze troppo chiuse, problemi troppo complessi e si passa dall'essere adulti in miniatura a bambini troppo cresciuti, goffi, in cerca di sole, di luce, di libertà. Sognavi da bimba, ricordi? Saresti stata indipendente, allegra, socievole...a tuo agio, soprattutto. Ma non sapevi che certe cose rimangono dentro come delle catene, all'inizio non le senti, ma prima o poi arrivano ad avvolgerti, a rallentarti, a dare il ritmo alle tue giornate con il loro ticchettio metallico. Che tutto ciò che pensavi di aver chiuso, dimenticato, è la tua storia, la tua vita. E rimuoverla significa arrendersi, annullarsi, smettere di crescere. E tu ora sei lì, una scolaretta irrequieta in attesa della campanella, e la consapevolezza che non arriverà è un pugno nello stomaco, doloroso e inaspettato. Arriverà l'estate ma non per te, si affolleranno le spiagge ma tu non ci sarai, si accenderanno le luci a ritmo di musica ma tu ne starai fuori. Ti importa davvero? Forse no. Forse ti sei semplicemente stancata di essere sempre fuori, quella che guarda dalla finestra la festa dei suoi sogni e non può prenderne parte, o forse ha soltanto paura di non esserne all'altezza. Quella che sorride ma mai del tutto, che rimane nell'ombra, che costruisce muri su muri solo perché non sa cosa fare, non sa come uscirne. Rimani lì, appoggiata a quella ringhiera, quasi aggrappandoti a quel metallo freddo, ruvido. La notte si fa sempre più scura, sempre più silenziosa.
Forse potresti cambiare tutto, se solo volessi. Liberarti di tutto ciò che ti blocca, dagli indugi, dalle insicurezze. Una parte di te sa che prima o poi succederà, che un giorno ti alzerai, e a testa alta e mente leggera inizierai a danzare, a sorridere, leggera e invincibile. Un'altra parte ha smesso di crederci da ormai troppo tempo. A quale darai ascolto?

STAI LEGGENDO
Forse tutto accade di notte
Short Story"So che la notte non è come il giorno: che tutte le cose sono diverse, che le cose della notte non si possono spiegare nel giorno, perché allora non esistono." E Hemingway