Bea

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E invece stanotte non si dorme.
Lo realizzi improvvisamente, dopo l'ultimo tentativo di serrare gli occhi e fermare i battiti impazziti del tuo cuore. Eppure è una notte come le altre: stessa stanza, stesso pigiama a pois, denti lavati...c'è qualcosa che non va. Chiudi gli occhi, respiri, nulla. Adrenalina pura, la senti scorrere nelle vene come acqua in un condotto. Almeno lo immagini, di anatomia non sai nulla, anche se spesso ti incanti a osservare quel piccolo miracolo che è il corpo, tanto imperfetto quanto geniale. Pensieri che corrono, non riesci a seguirli, a raggiungerli. Eppure ti somigliano, non credi? Il desiderio di fuggire è l'unica vera costante della tua vita. Non ti ripeti forse, ogni singolo giorno, che farai i bagagli e inizierai una nuova vita, che chiuderai con le tue angosce una volta per tutte? Ma ormai non ci credi nemmeno tu, che tu voglia o meno la tua vita è qui e ora, e non è possibile riavvolgere il nastro e ripartire da zero. Forse nemmeno andare avanti. Ed eccoti qui, bloccata nel limbo delle tue paranoie, del tuo continuo bisogno di conferme, di abbracci che hai paura di chiedere. Credi di essere forte, libera, indipendente! Forse ripeterlo ancora una volta farà sì che sia vero. Tutto ciò che vedi è avvolto dalla nebbia, i contorni sono incerti, si avvicina la data di scadenza e tu sei completamente nel panico. E odi la notte con tutta te stessa, quell'inutile spazio vuoto che si insinua nel caos delle tue giornate, e con lei i dubbi, le paure, i rumori, gli incubi. Il tuo cervello è una macchina impazzita, e tu hai perso il manuale di istruzioni e ti muovi a caso in quel tempio dell'insignificanza che è la tua vita, fingendo di avere uno scopo, come un giocatore di moscacieca che non si è reso conto di essere rimasto da solo. Ma forse a te in fondo va bene così, ti sei stancata di rincorrere le cose e le persone e stai lentamente crollando, sai che non puoi impedirlo e forse non vuoi nemmeno provarci. Quante ore passate a immaginare ogni dettaglio di questa ipotetica nuova vita, promettente quanto lontana...e poi il risveglio, che ha cancellato tutto con un colpo di spugna, e ti ha avvolta in un velo di malinconia che ti è rimasto appiccicato come un chewing-gum tra i capelli.
Eppure c'era un tempo in cui i sogni erano il tuo rifugio, l'unico spazio che avresti voluto abitare. La realtà sembrava solo una trascurabile parentesi, un fondale di cartone da squarciare e ricostruire, fino a che non hai perso il controllo e ne sei stata investita. Ora ti trovi a fare i conti con un mondo che credevi sbagliato, senza comprendere che forse è giusto così, che questo rifiuto in fondo è un rifiuto nei confronti di te stessa, dei tuoi errori che fatichi tanto ad ammettere e che cerchi di mascherare come polvere sotto un tappeto di parole e discorsi contorti, con cui credi di aver compreso te stessa e gli altri. Dovresti imparare a respirare, a chiudere gli occhi, tornare lentamente nei tuoi sogni, senza permettere che ti risucchino nuovamente, e chiuderli in un cassetto una volta per tutte. Reinventarne di nuovi, di migliori, o forse di peggiori, per poi ricominciare da capo, ma soprattutto concederti la possibilità, se non il diritto, di sbagliare. Perdonare te stessa e fare lo stesso con le persone intorno a te, fare pace con i tuoi incubi e liberarti dalla paura di cadere, sapendo che ogni gesto potrebbe essere un errore, ma che fa parte di te e non puoi semplicemente scegliere di rimuoverlo, di scappare, di chiuderti nelle tue scuse e costruirci intorno muri che sembrano difenderti, ma in realtà ti rendono sempre meno agile, leggera. Liberarti dalle tue coperte di Linus, dal bisogno quasi ossessivo di sicurezza, che a volte crea mostri peggiori di quelli da cui vorresti difenderti. Potresti tornare a dormire sonni tranquilli, o forse no, ma almeno saprai di aver provato a smettere di combattere te stessa, e a ritrovarti tra le macerie che ti circondano, anche senza chiudere gli occhi.

Forse tutto accade di notteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora