IL LEONE E LE SERPI

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Erano passate due settimane, la temperatura tipica di fine ottobre faceva rabbrividire i ragazzi che erano costretti ad indossare le mantelle pesanti, guanti, sciarpe e cappelli. Il vento muoveva ogni cosa, spazzava via le foglie appena cadute degli alberi e produceva rumori angoscianti che non facevano riposare Sirius Black.
Il ragazzo, infatti, si rigirava in continuazione nel letto in cerca di una posizione comoda, ma che soprattutto ovattasse quei rumori. Non poteva credere di essere l'unico del dormitorio maschile a non aver preso sonno, decise quindi di alzarsi.
Il contatto con i piedi nudi e il pavimento gli fu letale, un brivido gli percorse la schiena e il freddo lentamente lo stava avvolgendo e stritolando.
Odiava non riuscire a dormire, durante quelle ori insonni faceva sempre brutti pensieri, cose che aveva promesso di non ricordare più.
Una volta che si fu abituato alla temperatura ed indossata la coperta di lana come mantello, iniziò ad incamminarsi lentamente verso la rampa di scale che lo avrebbe portato nella Sala Comune. Guardò James, il ragazzo dormiva beatamente con tutti i capelli scompigliati e con della saliva che lentamente gli scendeva dalla bocca. Sirius rise sotto i denti, quanto avrebbe voluto qualcuno vicino a lui in quel momento per ridere del suo migliore amico. Si voltò in cerca di Minus, non lo vide fino a quando non notò un enorme fagotto di lenzuola che russava peggio di un orso in letargo. Non lo conosceva da molto, e sicuramente non poteva classificarlo come amico, ma in qualche modo l'aiuto che Peter stava dando a lui e a James, per scoprire chi diavolo fosse l'ombra che aveva visto, aveva fatto capire che quello era un ragazzo di cui fidarsi.
Scese finalmente le scale, lentamente, cercando di non produrre il minimo rumore che avrebbe fatto svegliare uno dei prefetti.
Una volta scese le scale notò, con sorpresa, che un'altro studente non era riuscito a prendere sonno, infatti di fronte al camino c'era una ragazza dai lunghi capelli azzurro chiaro che leggeva un libro avvolta in una coperta con il leone di Grifondoro ricamato sopra.
"Ciao." disse Sirius avvicinandosi a lei.
Lei alzò distrattamente gli occhi, Sirius fu meravigliato dal loro colore, uno era simile al mare d'estate, mentre l'altro alla cioccolata. Quella ragazza era particolare, molto bella, attraente per Sirius.
"Ciao" rispose con voce pacata.
Sirius tese il braccio verso di lei. "Sirius Black III" lei sembrò poco apprezzare quel gesto, si mise anche a ridere per come si era presentato, ma alla fine gli prese la mano e gli rispose.
"Bethany Campbell, niente III per me."
Sirius capì di aver fatto una brutta figura e le sue guance si tinsero di un rosso vivace, simile a lava.
Si sedette sulla poltrona di fianco alla ragazza, cercò in tutti i modi di non incrociare di nuovo quello sguardo o quei mistici capelli azzurri.
Gustò il calore del fuoco che lentamente prendeva possesso del suo corpo lasciandogli un'incredibile e pacifica sensazione.

Sirius si era addormentato, e quando si svegliò notò subito che la ragazza se ne era già andata. Rimase qualche minuto avvolto nella coperta pesante cercando in tutti i modi di non pensare a Bethany Campbell. Non fu facile, ma alla fine solo il pensiero di quello che lui, James e Peter avrebbero fatto durante la prossima luna piena lo fece distrarre dal pensiero dei capelli azzurri di lei. Chi era quell' uomo? Possibile che Silente, uno dei maghi più potenti al mondo non sapesse nulla a riguardo?
Si alzò e notò a suo malgrado che la schiena e il collo gemevano di dolore.
Il sole doveva ancora sorgere, ciò significava che aveva il tempo di prepararsi in tempo per le lezioni della giornata.
Salì più lentamente che poté le scale di pietra che portavano al dormitorio.
"SIRIUS!" James gli corse incontro.
"James calma, sveglierai gli altri." sussurrò.
"Non mi interessa, ero preoccupato: sono giorni che non dormi."
La figura grassoccia di Peter Minus si avvicinò a loro con gli occhi incrostati e pieni di sonno. I capelli scompigliati gli cadevano sulla fronte sudata.
"Fare silenzio? Sapete che significa?" James guardò maliziosamente Sirius, il suo sguardo gli proponeva di fare esattamente ciò che aveva fatto lui prima... Urlare. Sirius non disse nulla, lo guardò per qualche secondo. Cercò di analizzare le possibili conseguenze, ma qualcosa si mosse nelle profondità del suo cuore.
Ricambiò lo sguardo di James.
"STA ZITTO MINUS!" gridarono insieme svegliando il resto del dormitorio.
Mentre i ragazzi si muovevano irrequieti in cerca di altri minuti di sonno, i due malandrini risero di gusto.
"Andiamo a prepararci, oggi prima lezione di volo."

"Forza ragazzi!" l'insegnante di volo si muoveva sinuosamente fra di loro, "che aspettate? Mettetevi alla sinistra della vostra scopa, stendete la mano destra sopra di essa e dite: su!" i ragazzi eseguirono le indicazioni, ma nessuno tranne James riuscì ad attirare a sé la scopa. La lezione era condivisa con quello di Serpeverde, avanti a loro per soli dieci punti. Quando James afferrò la scopa guardò in cagnesco i ragazzi dell'altra casa, in particolare Pivellus.
"La classe è tipica dei Grifondoro, non certo degli sporchi Serpeverde" aggiunse.
"MENO CINQUE PUNTI A GRIFONDORO!"
Sirius rise, non sapeva bene come mai, ma sentiva che quella giornata era migliorata dal momento in cui aveva incontrato la ragazza.
Nel frattempo la professoressa McGranitt stava correndo verso loro reggendosi l'enorme cappello nero.
"Ho bisogno del Signor Black immediatamente, ci sono visite." la professoressa lo guardò con una strana ed insolita nota di compassione... fu così che il ragazzo capì che c'erano guai in vista provenienti dalla casa dei Black.

Quanto aveva ragione. Infatti davanti all'ingresso di Hogwarts Silente stava conversando con due donne. Una era molto più vecchia dell'altra, vestiva un pesante vestito verde smeraldo con ricamati serpenti d'argento sull'orlo e il corpetto, i capelli nerissimi erano costretti in un'acconciatura curata e rigida, peggio di quella della McGranitt. Era Walburga Black, accompagnata dalla meravigliosa nipote Bellatrix. Appena Sirius apparve dal portone d'ingresso spostarono lo sguardo con noncuranza da Silente al ragazzo, i loro occhi divennero due fessure oscure come pece.
Anche il preside si voltò, ma a differenza delle due donne, i suoi occhi parvero risplendere di luce celeste dietro gli occhiali a mezza-luna.
"Oh, Signor Black, credo che lei abbia visite." gli sorrise mentre il ragazzo veniva spinto delicatamente dalla McGranitt verso di loro.
"Sirius Black III. Mi hai disonorata." Walburga cercò di mantenere la postura più rigida che poté. "La tua disobbedienza deve essere punita."
"La prego di scusarmi se mi intrometto signora Black, ma come già le ho anticipato non vedo nei comportamenti del giovane Black alcun segno di disobbedienza." disse Silente guardando Walburga serenamente.
"Ed io come le ho già ripetuto, non credo che lei sia in grado di dirmi come comportarmi con i miei famigliari dati i precedenti." fece una breve pausa in modo che le sue parole penetrassero affondo la mente del preside di Hogwarts. "Comunque, sono venuta qui per portarti via Sirius." il terrore si dipinse sul volto del ragazzo, si portò le mani al viso in preda allo sconforto.
"Inutile dare spettacolo." per la prima volta a parlare era stata Bellatrix.
"La scelta cade ancora una volta sulle tue spalle Sirius." gli disse Silente noncurante delle parole della ragazza.
"Si sbaglia Silente. Il ragazzo è obbligato, tornerà a casa Black dove verrà istruito secondo i principi di Serpeverde e dei Purosangue."
La McGranitt si mosse verso le due donne.
"Voi non avete nessun diritto di ostacolare le scelte del ragazzo."
"Qui vi sbagliate professoressa. Io sono la madre, io decido ciò che è meglio per lui. Sirius muoviti, vai a preparare i bagagli."
"No." la risposta uscì secca dalle sue labbra.
"Come scusa?" gli occhi della signora Black si infuocarono.
"NO. Non verrò con voi, madre."
"Sirius Black III! Io ti ordino..."
"Tu non ordini nulla, sono finiti gli anni in cui sfruttavi la mia vita. Basta! Da oggi in poi sono padrone della mia vita." Silente si mise dietro al ragazzo e gli accarezzo le spalle.
"Tu, piccolo essere inutile, non sai neanche cosa ti succederà se non ti unirai..." Walburga interruppe la frase della signorina Bellatrix. Loro non dovevano sapere.
"Sirius. Muoviti."
"NO! Adesso andatevene, tutte e due." Sirius si sentiva forte come un leone e quelle due donne davanti a lui erano il nemico, erano le serpi che rappresentavano quello che sarebbe diventato se fosse tornato con la sua famiglia.
"Sono le tue ultime parole verso tua madre." e la signora Black si voltò verso l'uscita, seguita a ruota da Bellatrix Black.

Quella sera, una volta arrivato alla torre di Grifondoro Sirius aveva tutta l'intenzione di dormire, ma quando si gettò sul letto sentì il rumore della carta.
"Per Sirius Black III, domani sera, stesso orario, stesso posto, sperando che magari si possa parlare più approfonditamente. Tua Beth."
Sirius sorrise e gettò il volto nel cuscino.

Sirius Black e la Maledizione dei PurosangueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora